EPISTOLA
Al compiersi del decimo anno della morte di Monsignor Scalabrini, Noi che, Arcivescovo di Bologna, prendemmo parte il 18 aprile 1909 alla traslazione delle mortali sue spoglie alla Cattedrale di Piacenza, e potemmo rilevare di persona quanto profondo ed universale fosse l’affettuoso rimpianto di ogni ordine cittadino per l’incomparabile Presule, uniamo di gran cuore al memore pensiero dei figli e dei beneficati la testimonianza del Nostro commosso ricordo.
Nel rievocare pertanto, dopo due lustri di ininterrotta ammirazione, le altissime virtù di lui, e primieramente quella che ne fu principe, la carità, la quale siffattamente lo accese da rendergli angusti i confini di vasta diocesi e da spingerlo a cercare nuovo gregge nei lontani emigrati italiani, Noi esprimiamo la Nostra benevolenza ai diletti sacerdoti, che, imitatori del suo zelo, ne continuano la benemerita impresa, conservando o guadagnando alla Religione del nativo Paese le anime degli esuli fratelli, ed espandendo in ogni plaga la voce, gli insegnamenti, la sollecitudine del compianto Pastore.
Invochiamo poi sugli egregi Missionari di S. Carlo l’ubertà della grazia divina, perché, sull’esempio di Monsignor Scalabrini loro Fondatore, amino il povero emigrato e quello perseguano, non altrimenti che il Pastore buono, dimentichi di sé: e pregando Iddio affinché fecondi la semenza dell’indimenticabile Vescovo e prosperi lo zelo dei volenterosi suoi discepoli, a ciascuno di loro ed a quanti ne sostengono l’opera, nonché allo accurato periodico che ne illustra le gesta, impartiamo con paterno animo la Benedizione Apostolica.
Roma, dal Vaticano, 20 giugno 1915.
BENEDICTUS PP. XV
Copyright © Libreria Editrice Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana