EPISTOLA
DI ALTISSIMO PREGIO
DEL PAPA BENEDETTO XV
AL REVERENDO PADRE COSTANZO M. BECCHI,
DIRETTORE PER L’ITALIA DEL SODALIZIO
DEL ROSARIO PERPETUO
Di altissimo pregio, come apportatrice di santità e di benessere agli individui, alle famiglie, alla società, ritenemmo sempre, fin dai più teneri anni, la mistica Corona che il popolo cristiano con ispirate parole di venerazione e di affetto pone ogni giorno sul regale capo della Madre di Dio.
Ed ora che per divino disegno siamo ascesi all’Apostolico Soglio, dal cui fastigio più largamente si scorgono le umane indigenze e più distintamente se ne ravvisa il rimedio, Noi, mentre più vivo sentiamo il bisogno delle cristiane preghiere, comprendiamo essere fra tutte più che mai necessaria quella del Rosario, che non solo è rivolta a Colei pel cui tramite piacque a Dio che ogni grazia a noi pervenisse, ma ebbe impresso, più che altra non lo abbia, l’universale carattere di preghiera collettiva e domestica.
Per il che, all’appressarsi del mese di ottobre, sacro alla Madre di Dio sotto il caro titolo del SS. Rosario, Noi di buon grado cogliamo l’opportuno momento per ricordare ai Nostri figli che le disposizioni sapientemente emanate dal Nostro venerato Antecessore Leone XIII di s. m., riguardo alla pia pratica del Rosario di Maria, e le indulgenze che Egli profuse su quanti la seguissero, trovano in Noi il più pieno assentimento e conservano tutto il loro vigore; ed in pari tempo siamo lieti di aggiungere alle Apostoliche voci che prima del Nostro avvento hanno risuonato da questa Cattedra, anche la voce Nostra studiosa e fidente, affinché il popolo cristiano, in privato ed in comune, rendasi ognora più familiare la recita del Rosario, e tenga per fermo essere questo il più bel fiore della umana pietà e la più feconda sorgente delle grazie celesti.
Supplice e meditatrice, tale preghiera è senza dubbio perfetta, vuoi per le lodi che porge e le invocazioni che innalza, vuoi per i conforti che procura e gli insegnamenti che impartisce, vuoi per le grazie che ottiene e i trionfi che prepara.
Giunse tuttavia un’idustre pietà a rivestirla, per maggiore attrattiva ed efficacia, di organico ordinamento nella così detta devozione del « Rosario perpetuo », che, sorta fin dal XVII secolo ebbe in questi ultimi decennî, così in Italia come in altre regioni di Europa, uno stabile assetto, per guisa che in tutti i giorni ed in ogni ora del dì e della notte si offre a Dio, dal « Sodalizio del Rosario Perpetuo », la monda ed accetta oblazione della prece Mariana.
Al benemerito Sodalizio, del quale l’egregio Direttore Ci ha sottoposto un’accurata notizia, richiamando in particolare il Nostro sguardo sul numero, quotidianamente più vasto, degli iscritti, Noi assai di cuore diamo plauso, per la beltà della struttura, per la elevatezza del fine, per la efficacia dei mezzi; e al tempo stesso, solleciti dell’incremento dell’opera e del vantaggio delle anime, formiamo l’augurio che in ogni parte del mondo si moltiplichino i soci di questa potente ed eletta crociata, e che i molti membri di oggi ed i più numerosi di domani si studino con religiosa solerzia di serbare la più costante fedeltà al loro santo e nobilissimo impegno. La tristezza della grave ora presente, la progressiva fralezza degli spiriti, la necessità già troppo a lungo sentita di ricondurre fra le sconvolte nazioni l’esule beneficio della pace, confermano, con la chiarezza insita nei segni di Dio, esser d’uopo, oggi più che mai, d’insistenti ed incessanti preghiere, per scongiurare la Divina Clemenza a concedere al fine una compassionevole tregua al luttuoso corso della ultrice giustizia.
Il mese del Rosario, dopo tanto scorrere di sangue, che non lenì, ma alimentò gli odii dei fratelli, giunge bramato e propizio alle umili preghiere verso la Madre della Misericordia e la Regina della Pace. Laonde è nostro desiderio che, durante il prossimo Ottobre, in ogni sacra funzione destinata alla recita del S. Rosario, si aggiunga per la pace qualche preghiera speciale.
Preghino adunque tutti i devoti del Rosario. Giorno e notte levino al Cielo le loro braccia, implorando il perdono, la fratellanza, la pace. E come un tempo, alte le braccia del proprio condottiero, il popolo eletto vinceva, così vinca ora, nel compimento del suo indeclinabile voto di pace, il Padre dei fedeli, sorretto dalle braccia della supplice schiera dei devoti di Maria.
Dal Vaticano, 18 settembre 1915.
BENEDICTUS PP. XV
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