MOTU PROPRIO
Non molto tempo dopo la pubblicazione dell’Enciclica « Aeterni Patris » sulla opportunità di restaurare la filosofia cristiana secondo il pensiero del Dottore Angelico, il Nostro Predecessore di felice memoria Leone XIII il 15 ottobre 1879 inviò ad Antonino De Luca, Cardinale di Santa Romana Chiesa, Prefetto della Sacra Congregazione degli studi, la lettera « Iampridem » con cui, per promuovere e diffondere la dottrina di Tommaso di Aquino, istituì nella città di Roma una speciale Accademia, insigne per il nome e per il patrocinio di quel santo uomo. Infatti, « riflettendo e sperimentando, Egli aveva compreso che l’atrocissima guerra condotta contro la Chiesa e la stessa società umana non può avere un termine rapido e felice se non quando, con l’aiuto di Dio, siano ovunque restaurati i retti princìpi del sapere e dell’agire forniti dalle discipline filosofiche; pertanto è necessario che in ogni parte del mondo rifiorisca una sana e solida filosofia ». Ciò soprattutto, ed è ovvio, deve avvenire nella città capitale del cattolicesimo la quale, essendo residenza e sede del Massimo Pontificato, suole essere frequentata, per tale ragione, da chierici adolescenti provenienti da ogni parte del mondo, ansiosi di imparare; conseguentemente, essa deve eccellere sulle altre città per merito di un insegnamento e di una disciplina esemplari.
Perciò il suddetto sapientissimo Pontefice, cingendo di ogni favore l’Accademia da Lui fondata, la dotò di rendite, la colmò di benefìci, la arricchì di privilegi, tra i quali il più importante consiste nella facoltà di concedere la laurea dottorale ai propri alunni che, compiuto il corso generale di filosofia, abbiano frequentato per un biennio, con riconosciuto profitto, le scuole istituite nei sacri atenei dell’Urbe per perfezionare tali studi, nonché i convegni accademici. Dopo un periodo di tempo abbastanza lungo dalla fondazione dell’Accademia, costatato che nel frattempo essa — secondo le finalità per le quali era stata istituita — si era affermata con pubblicazioni periodiche, o con discorsi e dibattiti pubblici sulla filosofia, o con i sussidi assegnati ad alunni di sicuro affidamento negli studi, con la lettera apostolica «Quod iam inde » del 9 maggio 1895 il papa Leone approvò solennemente le leggi e gli statuti dell’Accademia. Il Nostro immediato Predecessore Pio X di santa memoria dichiarò di approvare un istituto così utile con la lettera apostolica « In praecipuis laudibus » del 23 gennaio 1904, nella quale, dopo aver dichiarato che era molto importante seguire devotamente come maestro Tommaso per difendere la sapienza cristiana contro gli errori dei contemporanei, e soprattutto contro il Neorazionalismo o Modernismo, confermò integralmente tutto ciò che con l’autorità di Leone era stato fatto in favore dell’Accademia.
Quanto a Noi, essendo profondamente persuasi, al pari del Nostro Predecessore, che dobbiamo occuparci soltanto di quella filosofia che sia « secondo Cristo » (Colos. II, 8), e perciò dobbiamo esigere che lo studio della stessa filosofia sia conforme ai princìpi e al metodo dell’Aquinate perché sia piena (per quanto è consentito all’umana ragione) la comprensione, e sia invitta la difesa della verità divina, vogliamo risulti evidente che il Nostro interesse per questa Accademia di San Tommaso non è inferiore a quello dei Nostri Predecessori. Pertanto, con l’intenzione di farla fiorire sempre più, e che di giorno in giorno sia sempre più fruttifera, Ci siamo preoccupati di impartire nuove regole circa gli studi, le discussioni, gli esami di dottrina che gli alunni sostengono sia per conseguire la laurea di dottore, sia per poter essere iscritti tra i membri dell’Accademia. Abbiamo già approvato e ratificato tali prescrizioni. D’ora innanzi, tre Cardinali di S.R.C. presiederanno l’Accademia, e di essi il primo sarà sempre il Prefetto del Sacro Consiglio che « pro tempore » sovraintende agli studi. Infine, per non far mancare un certo aiuto che incoraggi l’impegno dei membri dell’Accademia e degli alunni, prescriviamo che dalle rendite dell’Accademia sia distratta una certa somma che dovrà essere fissata dalla sua presidenza e che verrà distribuita, come premio, ad entrambi.
Vogliamo inoltre che siano confermate e ratificate le norme che sono state dettate da Noi con Motu proprio, con esclusione di ogni parere contrario.
Confidiamo fermamente che Dio, « Signore delle scienze », per intercessione del Dottore Angelico traduca quelle norme a favore della diffusione della dottrina cattolica.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 31 dicembre 1914, nel primo anno del Nostro Pontificato.
BENEDICTUS PP. XV
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