PAPA FRANCESCO
MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE
Un compagno di strada
Lunedì, 6 maggio 2013
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 104, Lun.- Mart. 06-07/05/2013)
Il Santo Padre, riferendosi al vangelo di Giovanni (15, 26 - 16, 4), ha ricordato il momento in cui Gesù, congedò i discepoli assicurandoli che «non li lascerà soli: “Io vi manderò lo Spirito Santo”». Con questa promessa «il Signore continua a spiegare chi è lo Spirito Santo, cosa farà in noi, lo Spirito Santo. E oggi — ha precisato il Papa — dice una cosa che ci farà pensare: “Egli darà testimonianza di me”. Lo Spirito Santo è proprio Dio, la Persona Dio, che dà testimonianza di Gesù Cristo in noi. Lui è chi ci dice: “Questo è Gesù il Signore. Il Signore fa così. Questa è la strada di Gesù”. E lo chiama il Paraclito, cioè quello che ci difende, che sempre è affianco a noi per sostenerci».
Anzi, «la vita cristiana — ha precisato — non si può capire senza la presenza dello Spirito Santo: non sarebbe cristiana. Sarebbe una vita religiosa, pagana, pietosa», come quella di chi «crede in Dio, ma senza la vitalità che Gesù vuole per i suoi discepoli». Del resto, ha proseguito, è lo Spirito che dà testimonianza di Gesù «affinché noi possiamo darla agli altri».
Commentando la prima lettura, tratta dagli Atti degli apostoli (16, 11-15), il Pontefice ha proposto l’esempio di Lidia, la donna che ascoltava Paolo: «Si dice di lei che il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Questo fa lo Spirito Santo: ci apre il cuore per conoscere Gesù». Agisce in noi «durante tutta la giornata, durante tutta la nostra vita, come testimone che ci dice dove è Gesù».
E il momento migliore per scoprirlo è, secondo il Papa, la fine della giornata, quando, seguendo un’abitudine propria dei cristiani, si fa l’esame di coscienza. Prima di andare a letto il cristiano «pensa a cosa è successo», a cosa «ha detto il Signore, cosa ha fatto lo Spirito Santo in me. Ho sentito lo Spirito Santo, o ho guardato dall’altra parte? Questo esercizio dell’esame di coscienza ci fa bene, perché è prendere proprio coscienza di quello che nel nostro cuore ha fatto il Signore in questo giorno, ha fatto proprio lo Spirito Santo». E «questo aiuta a rendere feconda, a rendere presente in ogni momento la fecondità della Pasqua, come l’abbiamo chiesto oggi nella preghiera. Chiediamo la grazia di abituarci alla presenza di questo compagno di strada: lo Spirito Santo; di questo testimone di Gesù che ci dice dove è Gesù, come trovare Gesù, cosa ci dice Gesù».
È stato Gesù stesso a lasciarcelo come amico. Dunque — ha ribadito Papa Francesco — è bene conservare l’abitudine «di domandarci, prima che finisca la giornata: “Cosa ha fatto oggi lo Spirito Santo in me? Quale testimonianza mi ha dato? Come mi ha parlato? Cosa mi ha suggerito?”. È una presenza divina che ci aiuta ad andare avanti nella nostra vita di cristiani». Il vescovo di Roma ha infine rivolto a tutti l’invito a chiedere questa grazia affinché «in ogni momento abbiamo presente la fecondità della Pasqua».
Tra i concelebranti c’era questa mattina il cardinale Angelo Comastri, il quale ha accompagnato alcuni dipendenti della Fabbrica di San Pietro, del Tesoro e del Museo della basilica vaticana.
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