GIOVANNI PAOLO II
ANGELUS
19 settembre 1982
Con animo colmo di amarezza e profondo dolore ho appreso le notizie sugli orrendi massacri compiuti nei campi palestinesi di Beirut. Si parla di centinaia e centinaia di vittime, bambini, donne e anziani, messi a morte in forma spietata.
Non vi sono parole adeguate per condannare tali crimini, che ripugnano alla coscienza umana e cristiana. Come non essere gravemente preoccupati di fronte a questa terribile manifestazione delle forze del male e alla spirale di violenza che si va estendendo nel mondo?
Prego Dio Onnipotente di concedere la pace eterna alle vittime; chiedo al Signore Misericordioso di avere pietà per la nostra umanità, caduta fino a tali eccessi di barbarie.
Che Iddio voglia illuminare e dirigere le menti dei popoli e delle loro autorità responsabili, affinché riescano a spezzare questa catena di lutti e di rancori, e a riprendere, con rinnovato impegno, il dialogo e le trattative per giungere all’auspicata pace e riconciliazione nel Medio Oriente.
1. “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti” (Mc 9,35). Tali parole sono state pronunziate dal Signore Gesù agli Apostoli. Ce lo ricorda la liturgia dell’odierna domenica.
Qui riuniti per recitare l’Angelus, avendo nella mente questa frase, rivolgiamo una particolare attenzione alle parole di Maria: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che ha detto” (Lc 1,38).
La serva del Signore.
Così ha chiamato se stessa la Vergine di Nazaret nel momento dell’Annunciazione.
Ecco, per opera dello Spirito Santo è diventata la Madre di Dio-Figlio. Questa fu la suprema elevazione che l’uomo poteva ottenere.
E, proprio dinanzi a una tale elevazione, Maria chiama se stessa la Serva; Serva del Signore!
Quanto profondamente s’incide il suo servizio nel mistero stesso dell’elevazione mediante la Maternità Divina!
Quanto è fedele, sin dall’inizio, la Madre al Figlio che un giorno dirà agli Apostoli: “se uno vuol essere il primo, sia... il servo di tutti”!
2. Cari fratelli e sorelle, abitanti di Castel Gandolfo e pellegrini di ogni domenica! Ecco, nel corso degli ultimi due mesi abbiamo meditato, durante una serie di domeniche, il mistero dell’Incarnazione e le parole della “serva del Signore”, riunendoci qui per la preghiera dell’Angelus.
Desidero ringraziare per questo voi tutti.
Il popolo cristiano ha amato, da generazioni, la preghiera dell’Angelus, alla quale le campane delle Chiese ci invitano tutti i giorni al mattino, a mezzogiorno e alla sera.
Mediante questa preghiera la Madre di Dio è particolarmente in mezzo a noi in modo spirituale.
Accetta l’annunzio di Gabriele e vi risponde con la parola della più profonda fede: “E beata colei che ha creduto” (Lc 1,45)!
In questa insolita preghiera, Maria è presente come la Serva del Signore: eletta al supremo servizio della salvezza. Infatti la salvezza, secondo l’eterno piano dell’Amore, doveva compiersi mediante l’Incarnazione del Figlio.
La Serva dal Signore, che noi circondiamo nella preghiera dell’Angelus, desidera servire costantemente tutti. E serve, avvicinando i frutti dell’eterna salvezza a tutti i cuori.
La ringraziamo per questo. Ringraziamo continuamente.
3. Incontrandoci in occasione dell’Angelus in questa multilingue comunità di ogni domenica, annunziamo le grandi opere di Dio. Annunziamo il Vangelo.
Il Vangelo infatti viene annunziato in modo particolare con la parola della preghiera.
Dio ci ha chiamati col suo Vangelo, “per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo”: sono le parole della seconda lettera ai Tessalonicesi (2,14).
Che queste parole si compiano su tutti coloro che in qualsiasi modo annunziano il Vangelo mediante la comune preghiera dell’Angelus.
Dopo la recita dell'Angelus
Ai fedeli di espressione francese
Je souhaite la bienvenue aux pèlerins et visiteurs de langue française. En cet automne, beaucoup ont repris ou reprennent le chemin de l’école, du travail. Que Dieu vous garde dans l’ardeur et la sérénité! Et qu’il vous bénisse, avec vos familles et tous ceux qui vous sont chers!
Ai fedeli di lingua inglese
I wish you welcome and greet the English-speaking pilgrims. This gathering gives us the opportunity to be together and to pray together. It is my hope that the love of our Lord Jesus Christ will fill your hearts today and, through you, touch the lives of others. To all of you my Apostolic Blessing.
Ai visitatori di espressione tedesca
Auch die Besucher aus den deutschsprachigen Ländern grüße ich herzlich zum gemeinsamen Gebet des”Engeldes-Herrn“. Beten gehört wesentlich zum Sonntag. Auch die Mitfeier des Gottesdienstes ist eine selbstverständliche Pflicht des Christen. Helft mit, in eurer Heimat und in euren Gemeinden den religiösen Charakter des Sonntags zu erhalten!
Von Herzen segne ich euch und alle eure Lieben daheim.
Ai gruppi provenienti da aree di lingua spagnola
Saludo con afecto a todos los peregrinos y grupos venidos de España y de otros Países de lengua española, para el rezo de la oración mariana del “Angelus”.
Que la meditación, unidos a María, del misterio de la Encarnación os ayude a todos y cada uno a vivir con mayor intensidad la presencia de Dios en vuestra vida y a seguir fielmente a Cristo, que es el camino, la verdad y la vida de todos los hombres. A vosotros y a vuestras familias os bendigo de corazón.
Ai fedeli di lingua portoghese
Agora minha saudação aos ouvintes de língua portuguesa! Faço votos de que vossa caminhada seja coroada de feliz êxito, pelo encontro do verdadeiro caminho que é Cristo. Abençoo-vos hoje para que vossa fé em Cristo cresça sempre mais, proporcionando-vos uma vida em plenitude.
A gruppi provenienti da altre zone d’Italia
Un cordiale saluto rivolgo al numeroso gruppo dei fedeli della parrocchia abbaziale di Monselice, diocesi di Padova, i quali sono presenti a questo incontro insieme con il loro ex arciprete, Monsignor Martino Gomiero, che, nominato Vescovo di Velletri e Segni, nel pomeriggio di oggi prenderà possesso della diocesi.
A voi, carissimi fratelli e sorelle, l’augurio che diate sempre una serena e coerente testimonianza di vita cristiana, specialmente mediante la carità fraterna, ed al caro nuovo Presule l’auspicio di un lungo e fecondo servizio episcopale ad edificazione del Popolo di Dio.
Con la mia benedizione apostolica.
Rivolgo poi un particolare pensiero agli aderenti al Movimento Apostolico Ciechi, riuniti per l’VIII Congresso Nazionale. Carissimi, invoco per voi l’abbondanza delle grazie celesti, affinché possiate individuare i segni e gli strumenti di quella generosa accoglienza e dell’indispensabile opera di promozione, che le comunità ecclesiali e la società civile sono chiamate a porre in atto a favore dei non vedenti e degli handicappati non solo in Italia ma anche dei più abbandonati che vivono nel Terzo Mondo.
Vi accompagni la mia benedizione.
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