UDIENZA GENERALE
Mercoledì 18 marzo 1998
La fede in Cristo (Lettura: Mt 16, 13-17)
1. Guardando all'obiettivo primario del Giubileo, che è "il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani" (Tertio millennio adveniente, 42), dopo aver delineato nelle precedenti catechesi i tratti fondamentali della salvezza offerta da Cristo, ci fermiamo oggi a riflettere sulla fede che egli si attende da noi.
A Dio che si rivela - insegna la Dei Verbum - è dovuta "l'obbedienza della fede" (n. 5). Dio si è rivelato nell'Antica Alleanza, domandando al popolo da lui scelto una fondamentale adesione di fede. Nella pienezza dei tempi, questa fede è chiamata a rinnovarsi e svilupparsi, per rispondere alla rivelazione del Figlio di Dio incarnato. Gesù la richiede espressamente, rivolgendosi ai discepoli nell'ultima Cena: "Avete fede in Dio; abbiate fede anche in me" (Gv 14,1).
2. Gesù aveva già chiesto al gruppo dei dodici Apostoli una professione di fede nella sua persona. Presso Cesarea di Filippo, dopo aver interrogato i discepoli sui pareri espressi dalla gente circa la sua identità, egli domanda: "Voi chi dite che io sia?" (Mt 16,15). La risposta viene da Simone: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (16,16).
Immediatamente Gesù conferma il valore di questa professione di fede, sottolineando che essa non procede semplicemente da un pensiero umano, ma da un'ispirazione celeste: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17). Queste espressioni di forte colore semitico designano la rivelazione totale, assoluta e suprema: quella che si riferisce alla persona del Cristo Figlio di Dio.
La professione di fede fatta da Pietro rimarrà espressione definitiva dell'identità di Cristo. Marco ne riprende i termini per introdurre il suo Vangelo (cfr Mc 1,1), Giovanni vi fa riferimento alla conclusione del suo, affermando di averlo scritto perché si creda "che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio", e perché, credendo, si possa avere la vita nel suo nome (cfr Gv 20,31).
3. In che cosa consiste la fede? La Costituzione Dei Verbum spiega che con essa "l'uomo si abbandona a Dio tutt'intero liberamente, prestandogli 'il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà' e acconsentendo volontariamente alla rivelazione data da Lui" (n. 5). La fede non è, dunque, solo adesione dell'intelligenza alla verità rivelata, ma anche ossequio della volontà e dono di sé a Dio che si rivela. E' un atteggiamento che impegna l'intera esistenza.
Il Concilio ricorda ancora che per la fede sono necessari "la grazia di Dio, che previene e soccorre, e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente, e dia a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità" (ibid.). Si vede così come la fede, da una parte, fa accogliere la verità contenuta nella Rivelazione e proposta dal magistero di coloro che, come Pastori del Popolo di Dio, hanno ricevuto un "carisma certo di verità" (Dei Verbum, 8). D'altra parte, la fede spinge anche ad una vera e profonda coerenza, che deve esprimersi in tutti gli aspetti di una vita modellata su quella di Cristo.
4. Frutto com'è della grazia, la fede esercita un influsso sugli avvenimenti. Lo si vede mirabilmente nel caso esemplare della Vergine Santa. Nell'Annunciazione la sua adesione di fede al messaggio dell'angelo è decisiva per la stessa venuta di Gesù nel mondo. Maria è Madre di Cristo perché prima ha creduto in Lui.
Alle nozze di Cana Maria per la sua fede ottiene il miracolo. Dinanzi a una risposta di Gesù che sembrava poco favorevole, Ella mantiene un atteggiamento fiducioso, diventando così modello della fede audace e costante che supera gli ostacoli.
Audace e insistente fu anche la fede della cananea. A questa donna, venuta a chiedere la guarigione della figlia, Gesù aveva opposto il piano del Padre, che limitava la sua missione alle pecore perdute della casa d'Israele. La cananea rispose con tutta la forza della sua fede e ottenne il miracolo: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri" (Mt 15,28).
5. In molti altri casi il Vangelo testimonia la potenza della fede. Gesù esprime la sua ammirazione per la fede del centurione: "In verità vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande" (Mt 8,10). E a Bartimeo dice: "Va', la tua fede ti ha salvato" (Mc 10,52). La stessa cosa ripete all'emorroissa (cfr Mc 5,34).
Le parole rivolte al padre dell'epilettico, che desiderava la guarigione del figlio, non sono meno impressionanti: "Tutto è possibile per chi crede" (Mc 9,23).
Il ruolo della fede è di cooperare con questa onnipotenza. Gesù chiede tale cooperazione al punto che, tornando a Nazaret, non opera quasi nessun miracolo per il motivo che gli abitanti del suo villaggio non credevano in lui (cfr Mc 6,5-6). Ai fini della salvezza, la fede ha per Gesù un'importanza decisiva.
San Paolo svilupperà l'insegnamento di Cristo quando, in contrasto con quanti volevano fondare la speranza di salvezza sull'osservanza della legge giudaica, affermerà con forza che la fede in Cristo è la sola fonte di salvezza: "Noi riteniamo, infatti, che l'uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della legge" (Rm 3,28). Non bisogna, tuttavia, dimenticare che san Paolo pensava a quella fede autentica e piena "che opera per mezzo della carità" (Gal 5,6). La vera fede è animata dall'amore verso Dio, che è inseparabile dall'amore verso i fratelli.
Saluti
Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai Vescovi, ai missionari, al clero, ai religiosi ed ai fedeli delle Diocesi Toscane della Metropolia di Siena, venuti in pellegrinaggio a Roma per affidare al Signore la buona riuscita delle Missioni popolari in preparazione al Grande Giubileo dell'Anno Duemila. Carissimi, mi rallegro della vostra così numerosa presenza ed esprimo il mio vivo compiacimento per questa iniziativa ecclesiale. Mentre auspico che questo intenso annuncio della Parola di Dio costituisca per i fedeli delle vostre Comunità diocesane un'occasione provvidenziale per riaffermare fervida adesione agli insegnamenti del Vangelo e per un rinnovato impegno di testimonianza cristiana alle soglie del terzo millennio, invoco di cuore su tutti l'abbondanza delle grazie divine.
Saluto, poi, la delegazione nazionale diretta in Austria per accendere la "Fiaccola Benedettina" della pace. Essa è accompagnata da Monsignor Riccardo Fontana, Arcivescovo di Norcia-Spoleto, e dagli Abati Ordinari di Subiaco e di Montecassino. Auspico che questa bella iniziativa, animata dal motto "pro Europea una", contribuisca alla formazione di una coscienza attenta alla solidarietà ed alla cultura della pace, valori che scaturiscono dal Vangelo e di cui san Benedetto fu apostolo infaticabile.
Do, inoltre, un fraterno benvenuto ai docenti ed agli studenti dell'Istituto Teologico Marchigiano, come pure ai diaconi dell'Arcidiocesi di Milano, accompagnati dai loro Superiori. Carissimi, nell'assicurare per ciascuno il mio ricordo nella preghiera, invoco su di voi un'abbondante effusione di favori celesti, perché siano rafforzati i vostri generosi propositi di fedeltà al Signore.
Saluto, altresì, con affetto il responsabile ed i membri dell'Istituto secolare "Servi della Chiesa", come pure i fedeli della Parrocchia san Tommaso Apostolo di Foggia, che ricordano rispettivamente il cinquantesimo ed il centesimo anniversario di fondazione; i Dirigenti dell'Associazione "Italia Marathon Club", accompagnati dall'Assessore allo Sport di Roma e dal Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera; il Dirigente generale, il Presidente ed il gruppo dell'Azienda Tranvie e Autobus del Comune di Roma; i membri della Casa Famiglia "Villa del Pino", tenuta dai Padri Betharraniti; gli ospiti e gli operatori dell'Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone; il gruppo dell'Unione Nazionale Reduci della Campagna di Russia; i membri dell'Associazione albergatori di Jesolo e di Caorle e gli Ufficiali ed i militari del Comando Brigata Meccanizzata "Friuli".
Tutti ringrazio di cuore per la loro partecipazione.
Rivolgo, infine, un saluto ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.
Cari giovani, che oggi vedo così numerosi, e tra i quali saluto particolarmente il grande gruppo dei cresimandi della Diocesi di Ascoli Piceno, accompagnato dal Vescovo; gli alunni di tante scuole nonché i ragazzi di diverse parrocchie, che intendono rinnovare qui a Roma la loro professione di fede. Sappiate far crescere e maturare in questo tempo di Quaresima la vostra adesione a Gesù per essere, come lui vi vuole, apostoli del Vangelo fra i vostri coetanei.
Invito voi, cari ammalati, a deporre sull'altare del sacrificio supremo di Cristo la vostra sofferenza, che è dono di salvezza per il mondo.
Esorto voi, cari sposi novelli, ad accogliere con grande disponibilità la grazia dello Spirito Santo che vi guida sul sentiero dell'autentica comunione.
A voi tutti la mia Apostolica Benedizione.
Saluto in lingua neerlandese
Een hartelijke groet aan alle Nederlandse en Belgische pelgrims !
Moge uw bedevaart naar het centrum van de universele Kerk uw geloof verdiepen.
Van harte verleen ik u de Apostolische Zegen.
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Traduzione italiana
Un cordiale saluto a tutti i pellegrini neerlandesi e belgi !
Auguro che il vostro pellegrinaggio al centro della Chiesa universale approfondisca la vostra fede.
Di cuore imparto la Benedizione Apostolica.
Discorso del Santo Padre ai pellegrini croati
( Testo croato: )
Draga braco i sestre, po sakramentima se Crkva u vremenu ovdje na zemlji neprestano obnavlja, raste i napreduje na putu svetosti te se ocituje kao »svecenicka zajednica«, »organski ustrojena« (Lumen Gentium, 11). Kao djelo Krista i Crkve, sakramenti tako?er ocituju jedinstvo naroda Bozjega »okupljena i ure?ena pod vodstvom biskupâ» (usp. Sacrosanctum Concilium, 26), nasljednikâ apostolâ, te prezbiterâ i ?akonâ koji su s njima u zajedništvu.
Od srca pozdravljam nazocnu skupinu studenata Sveucilišta u Zagrebu te na svakoga pojedinog od njih i na njihove obitelji zazivam Bozji blagoslov. Hvaljen Isus i Marija!
( Versione italiana del testo croato: )
Carissimi fratelli e sorelle, attraverso i Sacramenti, la Chiesa lungo il tempo si rinnova, cresce e progredisce continuamente sulla via della salvezza, manifestandosi come «comunità sacerdotale», «organicamente strutturata» (Lumen Gentium, 11). Essendo opera di Cristo e della Chiesa, i Sacramenti manifestano pure l'unità del Popolo di Dio, «radunato e ordinato sotto la guida dei Vescovi» (cf Sacrosanctum Concilium, 26), successori degli Apostoli, e dei Presbiteri e dei Diaconi in unione a loro.
Saluto di cuore il presente gruppo degli studenti dell'Università di Zagabria e invoco la benedizione di Dio su ciascuno di loro e sulle rispettive famiglie.
Siano lodati Gesù e Maria!
Saluto ai pellegrini lituani
Su dideliu malonumu sveikinu grupe maldininku iš Lietuvos. Brangieji, šis gaveninis susikaupimo laikotarpis teatveria kiekviena širdi dialogui su Dievu, tepakviecia visus apmastymui, tikrai atgailai ir broliško solidarumo darbams!
To iš visos širdies linkedamas, teikiu Apaštalini Palaiminima ir meldziu Viešpati Dieva apdovanoti jus, jusu artimuosius bei visa jusu Tevyne Lietuva savo palaimos geradarybemis. Garbe Jezui Kristui.
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Lituania. Carissimi, la Quaresima - tempo di grazia e di sincera conversione, disponga ogni cuore al dialogo con Dio, attraverso la riflessione, la penitenza ed i gesti di solidarietà fraterna!
Con tali auspici, invocando su voi, sulle vostre famiglie e sull'intera popolazione della Lituania l'abbondanza dei doni celesti, a tutti imparto la propiziatrice Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo.
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