VISITA PASTORALE IN GRAN BRETAGNA
SANTA MESSA A PONTCANNA FIELDS
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Cardiff, 2 giugno 1982
Cari amici in Cristo.
1. Oggi il Vescovo di Roma saluta per la prima volta il popolo del Galles nel suo bel Paese. È una grande gioia per me essere con voi qui, a Cardiff. Ringrazio Dio per il privilegio di celebrare l’Eucaristia con voi, di unirmi a voi nel glorificare e lodare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
A questa Messa partecipano rappresentanti di ogni parrocchia cattolica del Galles e membri della Chiesa venuti dall’Inghilterra. Saluto anche coloro che rappresentano le altre comunità cristiane del Galles. Nell’amore di Cristo io vi saluto tutti.
Il popolo del Galles ha un’antica tradizione di fedeltà a Cristo. Dai primi tempi del cristianesimo, avete proclamato il vostro amore a Cristo ed avete cercato di manifestare questo amore con il servizio agli altri e la fedeltà alla Parola di Dio. Il seme della Parola di Dio vi è giunto in un primo tempo da Roma; una volta piantato, ha messo radici, è fiorito ed ha fruttificato. Si è espresso nella vostra letteratura ed ha lasciato il segno nella vostra storia. Ed è rimasto vivo nei cuori di ogni generazione dai tempi dei Romani fino al giorno d’oggi. È lo stesso Vangelo che io proclamo a voi oggi: il Vangelo del nostro Salvatore Gesù Cristo, che è il Signore della storia ed il Pane di Vita in un mondo che ha bisogno di salvezza.
2. Le letture della Messa di oggi ci invitano a riflettere sul mistero dell’Eucaristia. Questo grande mistero venne prefigurato ai tempi dell’Antico Testamento, quando Dio fornì agli Israeliti la manna nel deserto. Nella prima lettura, sentiamo le parole che Mosè rivolge al popolo: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto . . . ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che neppure i tuoi padri avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore” (Dt 8, 2-3). Dio ha insegnato al popolo che lui soltanto era il suo Signore. Lui solo li avrebbe liberati dalla schiavitù. Lui soltanto si sarebbe preso cura di loro nelle difficoltà e nei dolori che avrebbero incontrato sulla via della terra promessa. Quando furono affamati ed assetati, egli fece cadere la manna dal cielo e scaturire l’acqua dalla roccia.
Ciò che venne anticipato nell’Antico Testamento si è compiuto in Gesù Cristo. Egli ha dato ai suoi seguaci il cibo per il viaggio della fede, quando ha affidato alla Chiesa il dono dell’Eucaristia. Gesù stesso è il nuovo cibo spirituale, perché l’Eucaristia è il suo Corpo ed il suo Sangue presenti sotto le specie del pane e del vino. Egli stesso dice nel Vangelo: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6, 35).
Qui, nel Galles, l’Eucaristia ha assunto un aspetto preminente nella Chiesa fin dai primi tempi. Ciò si manifesta nei simboli cristiani della Eucaristia che sono stati scoperti negli scavi archeologici del forte romano di Caerleon. Fortunatamente, questa grande eredità è proseguita dai primordi fino al giorno d’oggi. Questo fatto non deve sorprenderci, poiché l’Eucaristia ha un ruolo centrale nella vita cristiana e poiché il mistero dell’Eucaristia è strettamente legato al mistero della Chiesa. Per ogni generazione nella Chiesa, il cibo che nutre il Popolo di Dio è l’Eucaristia, il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
3. Che bella preghiera viene menzionata nel Vangelo di oggi! Dopo che Gesù aveva parlato al popolo del vero pane che viene dal cielo e che dà vita al mondo, il popolo grida: “Dacci sempre questo pane” (Gv 6, 34). Questa preghiera manifesta una profonda fame da parte del popolo, che va al di là della fame di cibo. È una fame che nasce dal profondo dell’anima e dal desiderio di amore e di appagamento. È una brama di pienezza e di salvezza ed uno struggimento di pienezza di vita: è la fame di unione con Dio. Cristo è la risposta di Dio a questa preghiera, la risposta di Dio alla fame più profonda del cuore umano. Tutte le grida di angoscia dell’umanità a Dio dalla caduta di Adamo ed Eva trovano appagamento nel Figlio di Dio fatto uomo. Gesù dice ancora: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6, 35).
Possa questa preghiera - “Dacci sempre questo pane” - essere sempre la nostra preghiera. Dal giorno della nostra prima Comunione fino a quello della morte, non venga mai a mancare questo profondo desiderio di Cristo, il pane vero che dà vita al mondo.
4. Ed ora desidero parlare a questi piccoli che stanno per ricevere la santa Comunione per la prima volta. Cari bambini: Gesù viene a voi oggi in un modo nuovo, in un modo speciale. Egli vuole vivere in voi. Egli vuole parlarvi nei vostri cuori. Egli vuole rimanere con voi tutto il giorno.
Gesù viene a voi nell’Eucaristia cosicché voi possiate vivere per sempre. La santa Comunione non è un cibo come gli altri. È il pane della vita eterna. È qualcosa di molto più prezioso dell’oro o dell’argento. È più preziosa di qualsiasi cosa voi possiate immaginare. Perché questo pane consacrato è il Corpo e il Sangue di Gesù. E Gesù ha promesso che se voi mangerete la sua Carne e berrete il suo Sangue, lui vivrà in voi e voi vivrete per sempre.
Voi venite oggi all’altare con fede e preghiera. Promettetemi che cercherete di essere vicini a Gesù sempre, e di non volgergli mai le spalle. Quando crescerete, continuate ad imparare da Gesù ascoltando la sua Parola e parlando con lui nella preghiera. Se starete vicini a lui, sarete sempre felici.
5. Cari genitori di questi bambini: il vostro amore per Cristo ha reso possibile questo giorno.
Perché voi siete i primi maestri dei vostri bambini sulla strada della fede. Con quello che dite e fate, mostrate loro le verità della fede ed i valori del Vangelo. Questo non è solamente un dovere sacro, ma una grazia, un grande privilegio. Molti altri membri della Chiesa condividono questa responsabilità, ma la responsabilità più grande per la formazione religiosa dei vostri bambini cade sulle vostre spalle. Perciò cercate di rendere le vostre case realmente cristiane. Aiutate i vostri bambini a crescere e maturare come fece Gesù a Nazaret, “in sapienza, statura e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2, 52). Non permettete a nessuno di approfittare della loro mancanza di esperienza e di conoscenza. Poiché condividete con loro il pellegrinaggio verso Dio, possiate essere sempre uniti in preghiera e adorazione ed in umile amore di Dio e del suo popolo.
6. Cari insegnanti delle nostre scuole cattoliche: anche voi meritate un posto d’onore nella celebrazione di oggi. Insieme ai genitori, voi aiutate a preparare i bambini a ricevere degnamente i sacramenti e ad un ruolo più attivo nella comunità cristiana. Voi li portate al rispetto e alla conoscenza della Parola di Dio ed insegnate loro la dottrina della Chiesa. E in tal modo li introducete gradualmente nella ricchezza del mistero della salvezza.
Voi siete eredi di una grande tradizione, ed il Popolo di Dio vi è debitore. Nel portare avanti la vostra importante missione in quella comunità particolare che è la scuola cattolica, possiate sempre nutrire un profondo amore per la Chiesa. Possa il vostro amore per la Chiesa esprimersi in tutte le vostre attività e riflettersi nel modo in cui amministrate il sacro deposito della fede.
7. Amati fratelli sacerdoti: questo è un giorno di gioia anche per voi, perché questi piccoli appartengono alle parrocchie che avete il privilegio di servire. Con le loro famiglie ed i loro insegnanti, voi introducete i bambini nella comunità cristiana più ampia e li aiutate a crescere fino alla pienezza della maturità in Cristo. A loro e a tutta la parrocchia cercate di dare la cura del pastore. Possiate essere i migliori pastori e modellare le vostre vite sull’esempio del nostro Signore e Redentore.
Io so che i vostri Vescovi desiderano sviluppare in tutta la Gran Bretagna e nel Galles programmi pratici di educazione alla fede per gli adulti. Io vi sollecito ad essere all’avanguardia in questo sforzo, che è così importante per la vitalità della Chiesa.
Vi esorto anche a far sì che una degna celebrazione dell’Eucaristia sia il compito prioritario del vostro ministero pastorale. Ricordate le parole del Concilio Vaticano II: “Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra pasqua e pane vivo” (Presbyterorum Ordinis, 5). Nessun altro compito è di così grande importanza per la Chiesa e di maggiore servizio al vostro popolo, poiché la celebrazione del Sacrificio Eucaristico è la sorgente ed il vertice di tutta la vita cristiana. Assicuratevi che la Messa venga celebrata con profondo rispetto e pienezza di preghiera, e fate ogni sforzo per promuovere la partecipazione attiva dei laici. Rendete testimonianza alla fede della Chiesa nella Presenza reale di Cristo con la vostra quotidiana adorazione eucaristica (cf. Ivi. 18). E attraverso il rinnovamento liturgico che è stato voluto dal Concilio, possano tutte le vostre parrocchie diventare comunità vive con fede e carità.
8. Miei fratelli e sorelle in Cristo, ogni volta che noi ci riuniamo nell’Eucaristia, prendiamo parte al grande mistero della fede. Noi riceviamo il pane della vita ed il calice dell’eterna salvezza. Questa è la fonte della nostra gioia e il motivo della nostra speranza. Mentre parliamo di vita e del Pane di Vita, ricordiamoci di tutti quelli che sono morti in conflitti in tutto il mondo: nel conflitto del Sud Atlantico, nel conflitto tra Iran e Iraq, dovunque viene versato il sangue dell’uomo. E nella potenza del sangue di Cristo, possiamo trovare tutti pace, riconciliazione e vita eterna. Così sia.
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