LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE MIGUEL OBANDO BRAVO,
ARCIVESCOVO DI MANAGUA
Al Venerato Fratello Nostro
S. Em.za Rev.ma Cardinale Miguel Obando Bravo
Arcivescovo di Managua
Senza dubbio tutti sanno bene quanto siano numerosi i segni e le immagini sacre che in ogni parte del mondo vogliono manifestare la devozione e la pietà cristiana dei fedeli. Tra le più importanti testimonianze di questo genere è da annoverarsi l’immagine del Cristo Santo di Esquipulas, in Guatemala. Ad essa accorrono frequentemente cittadini di molte nazioni per domandare celesti benefici ed implorare doni divini.
Noi desideriamo che, per l’onore ed il culto dovuti a queste immagini, gli animi dei fedeli siano rafforzati, ricevendo nuovo vigore ed impulso ad una vita cristiana. Perciò vogliamo assecondare volentieri la richiesta del Venerato Fratello Rodolfo Quezada Toruno, vescovo di Zapaca ed Esquipulas, che ci ha richiesto la presenza di un Nostro Inviato in occasione della celebrazione solenne del quarto centenario del Santuario del Cristo Santo.
Così, perché questa celebrazione si svolga in forma più solenne ed adeguata, abbiamo stabilito di inviare un uomo eminente a rappresentare la Nostra persona e dimostrare al tempo stesso la Nostra benevolenza. Abbiamo perciò pensato a Lei, Venerato Fratello Nostro, che, conoscendo la lingua del luogo e ben sapendo l’importanza e la dignità di quel santuario, ci è sembrato persona adatta a compiere questo ufficio e svolgerlo adeguatamente.
Pertanto la costituiamo Inviato Speciale affinché, nella prossima ricorrenza di questa commemorazione, il 9 marzo, porti la Nostra stessa voce, così che, riconosciuto fino in fondo il valore e l’importanza di quella sacra immagine, tutti siano spinti non soltanto ad ammirare quell’insigne simulacro, ma abbiano a sperimentare un rinnovamento del loro animo per coltivare una vita operosa.
Manifesterà apertamente la Nostra benevolenza e sollecitudine, mentre nello stesso tempo preghiamo affinché l’annuncio di Cristo sia diffuso sempre più lontano e raggiunga quei popoli che a mano a mano incontra. Porgerà infine il Nostro fervido saluto a tutti, e a quanti parteciperanno a questo evento vogliamo che Lei elargisca a nome Nostro e con la Nostra autorità la Nostra Benedizione Apostolica, che sia annunzio di divine grazie e segno di un tempo più felice.
Dal Vaticano, 16 febbraio 1995, diciassettesimo anno del Nostro Pontificato.
IOANNES PAULUS PP. II
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