MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CATTOLICI RIUNITI IN OCCASIONE DEL
CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE
Carissimi Fratelli e Sorelle
impegnati nei vasti settori del mondo sociale!
1. Assente fisicamente, desidero farmi presente fra voi almeno spiritualmente e tutti salutarvi. Il Congresso Eucaristico Nazionale, al quale state prendendo parte attivamente in codesta stupenda città di Siena, è un importante appuntamento ecclesiale, un evento straordinario per l’intera Nazione italiana.
Esso segna anche una delle tappe salienti della grande preghiera del popolo italiano, iniziata a Roma il 15 marzo e che si concluderà a Loreto il 10 dicembre. Si tratta di un momento significativo e forte proprio perché eucaristico: è nell’Eucaristia, infatti, che la Chiesa ha il suo centro; è in essa che trova, anzi, tutto il suo bene, il Signore Gesù. Egli, in questo Sacramento, rende particolarmente fecondo il mistero della sua Pasqua, facendosi alimento dei suoi discepoli viandanti nei sentieri del mondo ed offrendosi loro quale anticipazione e pegno dell’incontro definitivo nel cielo.
Non è certamente senza significato che il Congresso si svolga a Siena, città di Santa Caterina e San Bernardino: Caterina, grande mistica, tenera e forte figlia della Chiesa, pensosa dei problemi della cristianità; Bernardino, ardente francescano, araldo del Vangelo e tessitore di pace nel nome di Gesù.
2. Nello scenario che caratterizza la vostra suggestiva assise eucaristica, carissimi Fratelli e Sorelle, tutto converge all’unità: nelle vostre diverse provenienze è rappresentata l’Italia delle molte regioni, ciascuna con tipiche peculiarità e con propri doni armonicamente orientati ad una arricchente e sinfonica pluralità; nella vostra comune fede è evocato il cammino storico dell’intera Nazione, sintesi di molteplici esperienze ed apporti, ma profondamente segnato dalla predicazione del Vangelo.
L’Eucaristia appare qui, più che mai, non solo il grande tesoro della Chiesa, ma anche il filo d’oro che unisce le generazioni cristiane da essa incessantemente nutrite. L’Eucaristia è per tutti i credenti il punto di leva realmente saldo per la faticosa impresa della costruzione del futuro.
3. Che cosa è infatti l’Eucaristia se non la viva, seppur misteriosa, presenza di Cristo in mezzo a noi? “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Gv 6, 56). Sotto gli umili segni del pane e del vino, si cela il Figlio di Dio nato dalla Vergine a Betlemme, si rende presente l’uomo dei dolori del Golgota, il Risorto trionfatore della morte e signore della storia.
Sia, dunque, la grande preghiera un rinnovato incontro con Cristo. Lasciamo che Egli ridesti in ciascuno la fede forse un po’ sopita, l’amore tiepido, la speranza stanca e probabilmente in alcuni anche ferita. Gridiamogli l’invocazione dei discepoli di Emmaus: Resta con noi perché si fa sera! (Lc 24, 29). Resta con noi! Resta con le nostre famiglie, con i giovani, gli operai, gli ammalati. Resta con la nostra diletta Italia!
4. L’Eucaristia, carissimi, non dimentichiamolo mai, è insieme dono e compito: in essa rifulge la logica dell’amore; da essa si sprigiona il dinamismo della comunione.
Ci possiamo quest’oggi domandare: quale sarà il volto della Chiesa italiana al momento del Grande Giubileo del 2000? Come sarà l’Italia dei prossimi anni?
Il futuro è nel cuore di Dio, ma anche nelle nostre mani. Come realizzare un avvenire di rinnovata speranza? L’Eucaristia ci indica la strada maestra.
È la strada del servizio, che esclude ad ogni livello - nella società, nell’economia, nella politica - la logica perversa della sopraffazione.
È la strada della solidarietà, che pone i talenti e le risorse degli uni a vantaggio degli altri, e di tutti gli altri, tanto più preferiti quanto più bisognosi e provati.
È la strada dell’unità, di quell’unità organica che, lungi dal mortificare l’originalità e la responsabilità di ciascuno, si costruisce gettando ponti tra le diversità, cercando convergenze sempre più ampie nell’accoglienza della verità, in un orizzonte di tolleranza, di fraternità, di pace.
5. Tutto questo, carissimi Fratelli e Sorelle, ci conduce all’Eucaristia celebrata, adorata, vissuta con fede ed intima partecipazione. Nell’amore eucaristico che vibra nel vostro Congresso sfociano i mille rivoli di fede dell’Italia cattolica. Da qui, dal Sacramento eucaristico, deve quest’oggi partire un grande slancio di corale impegno, che contribuisca al progresso morale e sociale delle persone, delle famiglie, dell’intero popolo italiano.
Siena è una città che ha amato definirsi “Città di Maria”; a Siena San Bernardino ha illustrato le bellezze della Vergine Santa. A Maria affido ancora una volta l’amata Italia, mia seconda patria, e, per sua intercessione, invoco su di essa e sui suoi responsabili la benedizione di Dio.
Dal Vaticano, 4 Giugno 1994.
IOANNES PAULUS PP. II
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