MESSAGGIO URBI ET ORBI
DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
NATALE 1987
1. “E il Verbo era presso Dio . . .
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita . . .” (Gv 1, 1.3-4).
E “il Verbo era Dio” (Gv 1,1).
Oggi, giorno di Natale,
la Chiesa guarda con l’occhio d’aquila del quarto Evangelista
nel mistero imperscrutabile di Dio.
Oggi la vista e l’udito della nostra fede
si aprono profondamente.
Ascoltiamo, insieme all’Apostolo,
le parole dall’Alto:
“Mio figlio sei tu,
oggi ti ho generato” (At 13, 33; Eb 1, 5).
Questo “oggi” è il “giorno” dell’Eternità divina,
E la Chiesa intera grida con esultanza:
“Dio da Dio, Luce da Luce.
Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”.
“Oggi ti ho generato,
mio figlio sei tu”.
E dal Generante e dal Generato procede lo Spirito:
il Soffio del Padre e del Figlio.
L’Amore, il Dono increato.
L’insondabile vincolo della Trinità.
2. Dio e il mondo.
Il mondo, pur non eterno in se stesso,
è eternamente in Dio.
Ed è in te, Figlio-Verbo: “generato prima di ogni creatura” (Col 1, 15).
Il Padre ti introduce oggi nel mondo.
Introduce te, Verbo,
che sei “irradiazione della sua gloria /
e impronta della sua sostanza” (Eb 1, 3).
Te, Figlio,
che sostieni tutto con la potenza della tua parola (cf. Eb 1, 3).
Oggi il Padre ti introduce nel mondo.
Oggi “il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14)
affinché i pastori di Betlemme vedessero
un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia,
poiché non c’era posto per lui nell’albergo . . .
E così “noi vedemmo la sua gloria”.
Vedemmo la sua gloria “come di unigenito del Padre” (Gv 1, 14)
durante tutti i giorni della sua vita in terra
mediante l’intera verità del Vangelo: parole e opere,
e mediante il Getsemani e la croce sul Golgota,
e poi mediante la tomba vuota
e le successive apparizioni,
testimonianza che egli era risorto.
Vedemmo la sua gloria “come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità” (Gv 1, 14).
“Mio figlio sei tu,
oggi ti ho generato”.
L’“oggi” dell’eternità divina si fa presente
nell’“oggi” quotidiano del Figlio di Dio in terra.
3. Figlio, eterna Sapienza, che hai compiuto fino alla fine
il tuo desiderio di stare con i figli dell’uomo
e “ricrearti sul globo terrestre” (cf. Pr 8, 31),
divenendo l’“Emanuele”: Dio con noi (cf. Mt 1, 23).
Verbo, che ti sei fatto carne
e venisti ad abitare in mezzo a noi.
Figlio nato da Donna come ciascuno di noi,
oggi la Chiesa ti guarda con gli occhi dell’anima e del corpo,
con gli occhi della fede e del cuore. E questo è il nostro “oggi” umano.
L’“oggi” del mondo che passa.
L’“oggi” della storia.
Oggi la Chiesa guarda a te,
Bambino tra le braccia di Maria.
“Oggi” qui in terra hai la Madre!
O incontenibile, consustanziale al Padre,
che - per opera dell’Eterno Spirito - ti sei lasciato contenere
dal grembo materno della Vergine
nel momento dell’annunciazione.
Che ti lasci, oggi, stringere
dalle sue mani, dalle sue braccia
e succhi al materno seno, come ogni bambino umano! O incontenibile,
sul quale si china l’Eterno Padre e dice:
“Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato”,
e così ti abbraccia eternamente,
nel mistero imperscrutabile della Divinità.
O incontenibile,
sul quale si china la Madre terrena
e dice: Tu sei il mio Figlio.
Io, povera, ti ho dato alla luce
mediante l’ubbidienza allo Spirito Santo.
Il tuo nome è Gesù . . . Dio che salva.
4. Mediante la Madre tu entri nel nostro mondo,
entri nella storia dell’uomo.
Questa Madre è la Figlia di Sion,
porta in sé l’eredità di Israele, del suo popolo,
realizza in sé i desideri di tante madri di quel popolo.
Vi è in lei il mondo che attende il suo Dio.
Vi è in lei la creatura aperta fino in fondo, dinanzi al suo Creatore.
Vi è in lei la storia dell’uomo in tutti i luoghi della terra.
La storia dell’uomo incomincia sempre di nuovo
dal grembo di ciascuna delle madri,
in mezzo a tutta la ricchezza delle lingue, delle culture e delle razze.
La storia dell’uomo, nella maternità di quest’unica Madre,
raggiunge il vertice del mistero divino,
collegato eternamente con il Verbo
che si fece carne: figlio di Maria.
5. Sì. Il vertice del mistero divino.
che nessun progresso umano può raggiungere,
nessuna misura della perfezione umana eguagliare.
Il vertice del mistero divino:
“Ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome” (Gv 1, 12).
Ha dato loro potere affinché
né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio siano generati (cf. Gv 1, 13).
Un tale potere ha dato loro
colui al quale il Padre dice eternamente:
“Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato”.
Colui che per noi e per la nostra salvezza
“discese” dal Padre, si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto Uomo.
Ha dato un tale potere a noi uomini.
E questo è il potere del Natale.
6. Sapranno gli uomini avvalersi di tale potere?
Sapranno accogliere la straordinaria possibilità,
loro offerta nel Bimbo di Betlemme,
di trascendere i limiti della loro finitezza,
l’opacità greve dei loro egoismi,
per accedere alla realtà meravigliosa della vita di Dio,
che è pienezza di luce, di gioia, di amore?
L’interrogativo si è posto per ogni generazione della storia.
Ma ritorna con intensità particolare in questo nostro tempo,
nell’era tecnologica;
perché mai come oggi l’uomo è stato tentato
di credersi autosufficiente,
capace di costruire con le proprie mani la propria salvezza.
7. Ecco perché la Chiesa in questo Natale,
ancora una volta e con più forza che mai,
leva la sua voce per annunciare l’inaudito mistero
e riproporre all’uomo contemporaneo l’“ammirabile scambio”
tra ciò che egli è nella sua finitezza
e il tutto di un Dio, venutogli incontro
nella fragile carne di un Bimbo avvolto in poveri panni
e deposto in una mangiatoia dalle mani premurose della Madre.
La Chiesa leva la sua voce
e invita anche gli uomini di oggi
a muovere i propri passi verso Betlemme
per incontrare quel Bambino e scoprire sul suo volto
il sorriso di un Dio che vuole fare di ogni nato di donna
un figlio suo nel Figlio, Verbo eterno
per mezzo del quale è stato fatto tutto ciò che esiste.
Tutti figli nel Figlio,
tutti fratelli nell’unica famiglia di Dio.
È questa la verità del Natale,
questo il perenne suo messaggio:
Tutti figli nel Figlio. Così sia!
Dopo il messaggio “Urbi et Orbi” il Santo Padre rivolge gli auguri per il Santo Natale nelle seguenti espressioni linguistiche.
A quanti mi ascoltano
Buon Natale, nella gioia e nella grazia di Cristo Salvatore.
Joyeuses Fêtes de Noël, dans la joie et la paix du Christ Sauveur.
Happy Christmas! May the peace of Jesus Christ, the Saviour of the world, be ever with you.
Feliz Navidad! La paz de Cristo reine en vuestros corazones y en vuestras familias.
Boas-Festas de Natal no amor e na paz de Cristo!
Ihnen allen ein gnadenreiches und frohes Weihnachtsfest.
Wszystkim moim Braciom i Siostrom na ojczystej Ziemi i na, całym świecie,
i tu, w Rzymie, i w Italii,
Dzieciom - to przede wszystkim ich święto,
Młodzieży,
Dorosłym,
Osobom w podeszłym już wieku, składam na Boże Narodzenie gorące życzenia.
Idąc śladami Dziewicy z Nazaret, szczególnej patronki tych Dni i tego Roku Maryjnego, mówimy:
“raduje się duch mój w Bogu, moim Zbawcy”.
Raduje się dzisiaj duch ludzki, bo w swoim Zbaw
Wesołych Świąt i szczęśliwego Nowego Roku.
Christus natus est nobis! Venite, adoremus!
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