VISITA PASTORALE NEGLI STATI UNITI D'AMERICA
SALUTO AL SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE
DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II*
New York
Martedì, 2 ottobre 1979
Signor Segretario Generale,
Signore e Signori.
Rispondo con profonda gratitudine ai saluti del Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Ho atteso con ansia questo momento fin dal giorno in cui mi ha rivolto, subito dopo l’inaugurazione del mio pontificato, l’invito a parlare alla XXXIV Assemblea Generale. La sua cortese iniziativa, che mi onora grandemente, è stata alla base del viaggio che mi ha portato dapprima in Irlanda e che continuerò negli Stati Uniti d’America.
La sua Organizzazione ha un particolare significato per tutto il mondo, perché in essa convergono i desideri e le aspirazioni di tutte le genti del nostro pianeta.
Questa suprema assise internazionale riassume gli sforzi e la determinazione di tutti gli uomini e di tutte le donne di buona volontà, che hanno deciso di mantenere l’impegno assunto trentaquattro anni fa dai fondatori delle Nazioni Unite e scritto nel primo articolo dello Statuto: lavorare insieme per armonizzare le azioni delle Nazioni nel conseguimento della pace e della sicurezza internazionali, per sviluppare relazioni amichevoli tra le Nazioni, per realizzare la cooperazione internazionale, e per promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione.
Proprio il giorno successivo al solenne inizio del mio ministero di Supremo Pastore della Chiesa cattolica, rivolgendomi ai rappresentanti degli Stati e delle Organizzazioni Internazionali, colsi l’occasione per esprimere la mia considerazione nei confronti dell’importante ruolo delle Organizzazioni Internazionali, e delle Nazioni Unite in modo particolare. Qui desidero dichiarare ancora una volta quale grande valore io attribuisca alla vostra Istituzione. Per questo, in quell’occasione, dissi: “Voi siete i primi ad essere convinti che non ci può essere vero progresso umano o pace duratura senza la coraggiosa, leale e disinteressata ricerca di una sempre più stretta cooperazione e unità tra i popoli” (Giovanni Paolo II, Allocutio ad Legatos Nationum et Consociationum, 23 ottobre 1978: AAS 70 [1978] 978).
Sì, la convinzione che ci unisce in questo comune servizio all’umanità è che, alla base di tutti gli sforzi, ci deve essere “la dignità e il valore della persona umana” (Statuto, Preambolo). Parimenti, è la persona umana – ogni individuo – che deve operare affinché gli obiettivi della vostra organizzazione si realizzino in concrete relazioni amichevoli, di tolleranza, di libertà e di armonie per tutti. Delibere e risoluzioni possono essere adottate dai rappresentanti delle Nazioni, ma la loro vera realizzazione dovrà essere opera della gente.
Nelle vostre persone, Signor Segretario Generale e illustri Signore e Signori, all’inizio della mia visita alle Nazioni Unite, rivolgo il mio saluto a tutti gli uomini, le donne e i bambini dei Paesi che sono rappresentati alle Nazioni Unite. Possano le speranze che essi ripongono negli sforzi e nella solidarietà che ci uniscono non essere mai deluse. Possano essi sperimentare, nelle imprese delle Nazioni Unite, il fatto che c’è un solo mondo, e che esso è la casa di tutti.
Grazie, e possa Iddio sostenervi nei vostri alti ideali.
*Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. II, 2 pp. 520-521.
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