DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI
AL XVIII CONGRESSO MONDIALE DI OPTOMETRIA
Lunedì, 15 novembre 1982
Egregi Signori.
1. Sono lieto di accogliere in questo Cortile di san Damaso voi, Partecipanti al XVIII Congresso Mondiale di Optometria, che si sta svolgendo in questi giorni a Roma. Saluto voi tutti qui presenti e, in voi, amo salutare le migliaia e migliaia di Ottici ed Optometrici, che voi rappresentate da tutto il mondo.
La vostra numerosa e significativa presenza dice chiaramente non solo quali siano le disposizioni con cui avete voluto compiere questa visita al successore di Pietro, ma anche con quale impegno volete compiere il vostro servizio in favore di tanti fratelli che soffrono menomazioni nel campo, così delicato, della vista.
Senza entrare nella considerazione delle caratteristiche strettamente professionali e tecniche della vostra attività, che esulano dalla mia specifica competenza, non posso però non rivolgervi una parola di incoraggiamento a ben continuare il vostro sforzo per la ricerca di un servizio sempre più qualificato e rispondente alle esigenze dei tempi ed ai ritrovati della tecnica moderna. È un lavoro, il vostro, talora ingrato, perché nascosto nei laboratori dei vostri Istituti, ma meritevole di vivo apprezzamento, specialmente quand’esso è ispirato, al di là di ogni considerazione di ordine finanziario e commerciale, da sincero amore per le persone che faranno ricorso alle vostre prestazioni.
2. Un altro aspetto, per il quale la vostra Federazione si è fatta apprezzare, è il senso della solidarietà. Non sono mancati da parte vostra, in questi ultimi tempi, gesti umanitari, che le varie organizzazioni della Federottica hanno compiuto in favore dei meno abbienti. Vanno ricordate le collette che, in occasione della festa di santa Lucia, vostra celeste patrona, sono promosse tra i vostri membri allo scopo di donare cani da guida ai non vedenti e di offrire ai sofferenti di menomazione visiva il servizio gratuito dell’analisi della vista e dei necessari occhiali. Altrettanti gesti così benemeriti sono stati ripetuti in occasione di calamità naturali, quali il disastroso terremoto nel Friuli e quello, ancor più grave, nell’Irpinia. Né posso dimenticare il singolare gesto da voi compiuto due anni or sono, allorché avete voluto mettere a mia disposizione un cospicuo quantitativo di occhiali da destinare ai Paesi del Terzo Mondo.
3. Il Signore assista sempre la vostra attività e ve ne renda merito. “Possa egli illuminare gli occhi della vostra mente” (Ef 1, 18), affinché sappiate dare alla vostra attività di ottici ed optometristi un carattere di generosa dedizione ai colleghi di lavoro e ai fratelli che attendono da voi qualificati interventi al fine di correggere e migliorare la capacità visiva. Con tale disposizione d’animo certamente saprete sempre rigenerarvi dall’interno al contatto con motivi ed ispirazioni superiori, attinti alla forza della fede cristiana. A tutti la mia speciale benedizione apostolica.
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