DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE SUORE PARTECIPANTI AL IX CAPITOLO GENERALE
DELLA CONGREGAZIONE MISSIONARIA
DELLE SERVE DELLO SPIRITO SANTO
Sabato, 7 luglio 1984
Carissime religiose, missionarie Serve dello Spirito Santo!
Con grande letizia vi accolgo in questa udienza speciale per voi riservata e porgo il mio saluto a voi, qui presenti, che avete partecipato al nono capitolo generale della congregazione e, per vostro tramite, a tutte le consorelle, che in numero di quattromila svolgono il loro impegno missionario in ben ventisei nazioni dei cinque continenti!
Da due mesi state intensamente lavorando e pregando per elaborare in modo definitivo le vostre costituzioni e per eleggere le nuove responsabili; e io desidero esprimervi la mia sentita partecipazione alle vostre ansie di rinnovamento strutturale, pur mantenendo le direttive del “carisma” di fondazione, e di più profondo fervore spirituale, tanto necessario specialmente nel mondo attuale. Auguro di cuore alla vostra congregazione l’abbondanza dei frutti dello Spirito Santo (cf. Gal 5, 22-23) per essere in ogni luogo lode perenne a Dio, esempio ai fratelli, strumento di salvezza e di santificazione.
Auspico specialmente che la vostra congregazione, la quale da tanti anni lavora indefessamente per l’annuncio al Vangelo e la dilatazione del regno di Dio nelle anime, perseveri con costanza e fervore nella missione intrapresa, aperta alle necessità del mondo contemporaneo, non temendo le avversità e le difficoltà, accogliendo con amore ogni fratello bisognoso, invocando incessantemente la luce e la gioia dello Spirito Santo, sempre memore di ciò che dice il Concilio Vaticano II: “La Chiesa prega e lavora insieme, affinché l’intera massa degli uomini diventi popolo di Dio, corpo mistico di Cristo, tempio dello Spirito Santo e in Cristo, centro di tutte le cose, sia reso ogni onore e gloria al Creatore e Padre dell’universo” (Lumen Gentium, 17b).
Il vostro impegno missionario acquista poi una particolare fisionomia e qualificazione dal carisma tipico della vostra congregazione di religiose “Serve dello Spirito Santo”: è un titolo di grande onore, ma anche di grande responsabilità! Voi siete al servizio del mistero dell’amore divino!
A motivo della concreta realtà del vostro speciale “carisma”, voi prima di tutto siete a servizio della verità, perché lo Spirito Santo è verità. Ricordiamo le parole di Gesù: “Quando verrà il Consolatore, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza e anche voi mi renderete testimonianza” (Gv 15, 26). Gesù parla più volte, in modo impressionante, di questo Spirito di verità (cf. Gv 14, 16-17; 16, 13-14); e le sue parole sono di un’importanza unica e fondamentale, perché ci assicurano che egli ha rivelato la verità salvifica, proveniente dal Padre stesso, e ne ha garantito la permanenza e il necessario sviluppo per opera dello Spirito Santo, affidandola alla Chiesa fondata su Pietro e gli apostoli. Il vostro primo impegno sia quindi di servire lo Spirito di verità, rimanendo strettamente unite al magistero autentico e perenne della Chiesa, che porta avanti nel tempo il messaggio illuminante e salvifico di Cristo. Dicevo recentemente durante il mio viaggio apostolico in Svizzera che “anche se il mondo attorno a noi dubita della presenza di un Dio che lo ama, della capacità di Cristo a rinnovarlo, della potenza dello Spirito Santo che prosegue la sua opera di santificazione, anche se il mondo non sente il bisogno di ricevere una tale salvezza e sembra contare solo sulle sue capacità tecniche o ridurre il suo orizzonte a una vita materialistica, la Chiesa mantiene la convinzione che non c’è altro nome all’infuori di quello di Cristo che possa salvare gli uomini: egli è la via, la verità e la vita” (Ioannis Pauli PP. II, Allocutio agentibus Cleri Helvetici personam in urbe «Einsiedeln» habita, die 15 iun. 1984: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII/1 [1984] 1793). Sant’Agostino ammoniva: “Ognuno possiede lo Spirito Santo tanto quanto ama la Chiesa di Dio” (S. Augustini, In Ioannem tract., 32, 8).
In secondo luogo sentitevi a servizio dello Spirito consolatore. Certamente è necessario “soffrire con chi soffre” (cf. Rm 12, 15), combattere il male e l’ingiustizia sociale, promuovere il progresso civile; ma senza mai dimenticare e vivere i “doni dello Spirito Santo”, che sono in noi mediante la grazia santificante e le grazie sacramentali. Le consolazioni vere, autentiche, profonde e durature sono quelle che provengono dallo Spirito Santo e ci fanno godere la presenza di Dio in noi, ci illuminano sulla prospettiva escatologica dell’esistenza e dell’intera storia umana, ci fanno accettare il progetto misterioso ma salvifico della Provvidenza, ci impegnano nella lotta al peccato e nelle esigenze dell’ascetica, ci fanno gustare l’intimità eucaristica con Cristo e la gioia della preghiera. Lo Spirito Santo ci consola con la sapienza divina: di essa perciò sentitevi a servizio nel vostro lavoro missionario!
Infine, sappiamo che lo Spirito Santo è l’amore che procede dal Padre e dal Figlio: l’amore reciproco del Padre e del Figlio è persona per sé sussistente nell’unica natura divina ed è il motivo primo e ultimo dell’intera creazione e della redenzione dell’umanità. Tutti pertanto siamo a servizio dell’amore divino. Ma per voi, che siete “serve dell’amore”, perché consacrate allo Spirito Santo, si apre un immenso campo di lavoro e di apostolato, che trova le indicazioni più chiare nei “frutti dello Spirito” enumerati, come sapete, da san Paolo: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5, 22). Camminate dunque secondo lo Spirito, anche se talvolta la strada è faticosa e difficile, perché, come soggiunge l’apostolo, “quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri” (Gal 5, 24).
Maria Santissima, che fu totalmente santificata dallo Spirito Santo, vi faccia sentire sempre la gioia del “dolce ospite dell’anima”; vi renda sempre docili alle sue ispirazioni; mantenga sempre ardente in voi l’entusiasmo di essere serve dell’amore infinito e misericordioso! E vi accompagni pure la mia benedizione apostolica, che di cuore imparto a voi e all’intera congregazione.
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