DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI UFFICIALI DELL'ESERCITO ITALIANO
Lunedì, 9 luglio 1984
Illustrissimi signori.
1. Sono lieto di accogliervi e di manifestarvi la mia sincera gratitudine per il pensiero gentile e per i sentimenti che vi hanno portato qui.
Rivolgo il mio cordiale saluto a monsignor Gaetano Bonicelli, al capo di Stato maggiore generale Capuzzo, e a voi, signori ufficiali, che avete partecipato al “Corso di scienze umanistiche nel filone della filosofia cristiana” presso l’istituto patristico Augustinianum, qui rappresentato dai suoi degni responsabili.
Ho accolto volentieri il desiderio espresso dal vostro ordinario di una speciale udienza a conclusione della suddetta interessante iniziativa, perché questo incontro mi offre l’occasione di dirvi una parola di lode e di incoraggiamento a perseverare nel nobile impegno di approfondire la vostra cultura alla luce della fede cristiana, per un servizio alla diletta nazione italiana sempre più ispirato a valori autenticamente umani, perché genuinamente cristiani.
2. Una delle dimensioni fondamentali della cultura - e insieme una delle condizioni per la sua esistenza e per il suo sviluppo - è la libertà, intesa come autodeterminazione ai valori.
Infatti la cultura è l’espressione della personalità umana nel suo aspetto più profondo e più radicale e ne porta la caratteristica fondamentale: la libertà, cioè la capacità di portare autonomamente la responsabilità delle proprie scelte. Se l’uomo è libero - e il suo essere a immagine e somiglianza di Dio dice il fondamento di questa libertà come essere ed esistere di fronte a Dio - la cultura, che è l’impresa in cui si esprime in modo significativo la personalità umana, è libera e deve essere difesa nella sua libertà. “L’autentica cultura umana è cultura della libertà che sgorga dalla profondità dello spirito, dalla lucidità del pensiero e dal generoso disinteresse dell’amore. Fuori della libertà non può esserci cultura” (Ioannis Pauli PP. II, Allocutio ad homines culturae deditos in urbe S. Sebastiani Fluminis Ianuarii, die 1 iul. 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/2 [1980] 19).
È per questo che la vera cultura di un popolo, la sua piena umanizzazione non possono svilupparsi dentro la costrizione del potere politico o economico, ma devono essere aiutate dall’uno e dall’altro in tutte quelle forme di pubblica e privata iniziativa che sono conformi al vero umanesimo, alla tradizione e allo spirito autentico di un popolo. La cultura che nasce dalla libertà deve quindi diffondersi in un regime di libertà, quale la vostra opera, la vostra dedizione, la vostra professionalità sono costantemente impegnate a tutelare.
3. Tuttavia l’uomo non può essere autenticamente libero, non può realizzare totalmente la sua umanità, se non riconosce e non vive la trascendenza del proprio essere sul mondo e il suo rapporto con Dio. All’elevazione dell’uomo appartengono non solo la promozione della sua umanità, ma anche l’apertura della sua umanità a Dio.
Fare cultura è dare all’uomo, a ogni uomo e alla comunità degli uomini, una dimensione umana e divina, “è offrire e comunicare all’uomo quell’umanità e quella divinità che sgorgano dall’uomo perfetto, dal Redentore dell’uomo, Gesù Cristo” (Ivi, 21). L’opposizione fra religione e cultura è artificiosa: le ideologie che l’hanno sostenuta hanno preteso di combattere una battaglia per l’emancipazione dell’uomo dalla dimensione religiosa ma, di fatto, hanno contribuito alla nascita di sistemi ideologici, economici e politici totalitari nei quali l’uomo si è come dissolto, costretto a essere “o un frammento della materia o cittadino anonimo della città terrena” (Eiusdem, Allocutio in urbe Puebla ad Episcopos Americae Latinae, occasione oblata III generalis coetus aperitionis, habita, I, 9, die 28 ian. 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II [1979] 199).
Mi è caro auspicare che, avendo voi approfondito come l’uomo sia un essere con una dignità incomparabile, perché capace di trascendenza, possiate diventare maggiormente sensibili agli insopprimibili valori dello spirito e, al tempo stesso, sempre più idonei al compito di difendere, con generosità e intelligenza, il Paese e i valori su cui esso si fonda.
Mentre invoco per voi e per le vostre famiglie da Dio, per intercessione della Vergine santissima, la continua assistenza e l’abbondanza dei celesti favori, di cuore tutti benedico.
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