CERIMONIA DI CONGEDO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Lomé (Togo) - Sabato, 10 agosto 1985
Signor Presidente,
Cari fratelli nell’episcopato,
Signore e Signori, cari amici. Dio sia lodato!
1. Rendendo grazie a Dio, esprimo a voi tutti la mia gioia per queste due giornate trascorse insieme, all’inizio del mio terzo viaggio apostolico in Africa. Ho goduto piacevolmente della vostra ospitalità: essa è proverbiale, ma ho constatato che meritate a giusto titolo questa reputazione! Mi sono compiaciuto anche della testimonianza delle comunità cristiane che ho incontrato, della loro vitalità, della loro preghiera ardente, della semplicità calorosa della loro accoglienza. Le nostre grandi assemblee di preghiera a Lomé, a Kara e a Togoville resteranno nella memoria del cuore, come gli altri incontri. Infine, sono felice anche di vedere che la mia visita ha rafforzato la vostra gioia e la vostra speranza.
2. Partendo, vorrei esprimere la mia viva gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione di questi giorni di festa. A lei, Signor Presidente della Repubblica, che mi ha accolto personalmente con grande cortesia, che mi ha ricevuto tra voi con onore e che ha preso generosamente numerose ed eccezionali disposizioni per garantire il buono svolgimento degli incontri che avevo a cuore. Al di là della mia persona, voglio vedervi la stima che lei ha per la missione universale della Santa Sede e anche il ruolo importante della comunità cattolica in questo paese e il suo sviluppo nella libertà religiosa. La mia riconoscenza va pure a tutte le autorità pubbliche, a tutti i servizi che hanno apportato il loro contributo, amabile ed efficace, alle diverse tappe di questo viaggio.
3. La Chiesa nel Togo ha avuto anch’essa una parte importante nella preparazione del programma. Ringrazio, assieme ai vescovi, coloro che, sacerdoti, religiose e laici, hanno dedicato il loro tempo, il loro talento, la loro fatica, perché i nostri incontri fossero i più fruttuosi possibile. Ho provato una vera soddisfazione, non solo per il fervore della vostra partecipazione, ma per l’attenzione con cui avevate preparato spiritualmente la mia visita, per meglio “fare Chiesa con Pietro”. Sono certo che il rinnovamento spirituale iniziato continuerà e porterà tutti i suoi frutti.
Saluto con particolare affetto i malati, gli handicappati, tutti coloro che soffrono o che non sono potuti venire ai nostri incontri: che Dio stesso dia loro il suo conforto!
Per questa Chiesa, ho già formulato tanti voti: continuerò a raccomandarla a Dio nella preghiera. Desidero al di sopra di tutto che voi guardiate avanti. Avendo ricevuto la fede cristiana, approfonditela, traetene tutte le conseguenze, costruite con essa una civiltà cristiana originale, che attinga a quanto vi è di meglio nelle vostre tradizioni, e che si rimetta, nello stesso tempo, all’esperienza della Chiesa universale. Non è il Vangelo che deve cambiare, sono le culture che devono sforzarsi di assimilare meglio i germi di vita e di salvezza portati da Gesù Cristo. È importante perseguire questa evangelizzazione in profondità, secondo gli orientamenti del Concilio Vaticano II, alla luce e con la forza dello Spirito Santo. Sono certo che potete preparare, con la grazia di Dio, un bell’avvenire per la vostra Chiesa, se coltivate con perseveranza il seme autentico del Vangelo seminato nella vostra terra, e se vigilate sulla sua crescita. Così, la vostra comunità cattolica darà essa stessa la sua ricchezza nel concerto della Chiesa universale e, in questo Paese, in armoniosa relazione con tutti i cittadini, essa contribuirà al progresso della nazione.
Non voglio partire senza salutare i nostri fratelli protestanti e le altre comunità religiose, che mi hanno accolto con benevolenza.
4. Per tutti gli abitanti di questo Paese e i loro dirigenti, i miei auguri sono auguri di pace. Non ignoro i difficili problemi che il Togo deve risolvere, come molti Paesi di questa zona africana, per uno sviluppo autenticamente umano; questi problemi sono resi ancor più gravi da prove come quella della siccità. Ma so che il Togo è in grado di farvi fronte, anche con poveri mezzi, nella concordia e in una solidarietà rispettosa della dignità delle persone e delle comunità. Lo sviluppo spirituale, la giustizia, la pace, la prosperità - ottenuta grazie alla cooperazione di tutti con la solidarietà internazionale e ripartita equamente - tali sono le condizioni di un avvenire felice per tutto il Paese, e tali sono gli auguri che formulo in modo speciale per il Togo.
Vi ringrazio ancora. Vi assicuro che il Togo resterà vicino al mio cuore e alla mia preghiera. Dicendovi arrivederci, chiedo a Dio di colmarvi delle sue benedizioni!
Amen!
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