VISITA PASTORALE NEI PAESI BASSI
SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA POPOLAZIONE DELLA CAPITALE BELGA
Bruxelles - Giovedì, 16 maggio 1985
Cari Fratelli e Sorelle della Chiesa di Bruxelles,
cari abitanti della città,
che vi siete radunati questa sera per un primo incontro con il successore dell’Apostolo Pietro,
vi saluto con gioia.
1. Sono felice di condividere questo inizio di serata con voi, in questo quadro unico della Grand-Place di Bruxelles. Queste magnifiche facciate sono la testimonianza di un glorioso passato. Ma sono anche il pegno per l’avvenire. Bruxelles è diventata un luogo d’incontro e di dialogo nel cuore del vostro Paese e dell’Europa.
La ricchezza delle vostre culture, l’apporto dei vostri fratelli e sorelle venuti da altrove, così differenti e così vicini nelle lotte quotidiane, la presenza di studenti stranieri, l’interpellanza di tanti profughi che vedono nel Belgio una terra di accoglienza, l’insediamento di istituzioni e organismi internazionali, l’attività di numerosi organismi delle Comunità europee, sono altrettanti elementi che fanno di questa una città aperta sul mondo.
Da questo balcone dell’Hotel de Ville, saluto tutti i brussellesi, d’origine e d’adozione, venuti dalle diverse parrocchie della città, dal centro o dalla periferia, e da più lontano ancora. Saluto anche tutti i belgi che ci ascoltano o ci vedono nel cuore di questa capitale del loro Paese: essa simboleggia la ricca storia della loro nazione che ha voluto vivere il suo destino nella libertà, nella fedeltà alle sue tradizioni e nella ricerca del bene comune delle regioni che formano il Belgio.
2. Ma non posso dimenticare le nuove domande che pone l’evoluzione della vostra grande città. E, prima di tutto, come rispondere al bisogno e al diritto dell’identità personale, culturale e religiosa di ciascuno, nel seno della pluralità brussellese? Come gestire i numerosi problemi sociali che ne derivano: problemi familiari ed educativi, quelli legati all’habitat e all’ambiente, e quello della convivenza quotidiana? Io non dubito che non arriviate a risolvere insieme questi problemi. La vostra città non è stata forse sempre attenta a riconoscere le situazioni particolari e ad accogliere le persone in difficoltà? Queste vengono da ogni parte. Sono disperse nell’anonimato della città, ma esse sperano di trovarvi un’accoglienza discreta e comprensiva.
3. Molti altri aspetti caratterizzano la vostra città. Il centro è diventato, soprattutto durante il giorno, il luogo d’incontro degli impiegati e la sede di molteplici servizi. Le istituzioni più diverse vi si sono stabilite, siano esse le amministrazioni che fanno affluire un numero impressionante di “pendolari” che vengono dai dintorni, siano esse i centri commerciali, il settore alberghiero o il turismo; o ancora le istituzioni culturali e artistiche, del tempo libero e dello sport, senza dimenticare tutti i sistemi dell’insegnamento e il settore ospedaliero. Questa semplice evocazione testimonia la ricchezza e la diversità delle funzioni che si esercitano nella vostra città e in tutto l’agglomerato brussellese.
4. Ma la domanda che viene posta, a voi, cristiani e cattolici di Bruxelles, è tanto più pertinente oggi: qual è la vostra vocazione specifica nel cuore della città? So che voi cercate di rispondere lucidamente a questa domanda: i vostri consigli, le vostre comunità e le vostre diverse équipes pastorali, riuniti intorno ai vostri pastori, vi aiutano. Da parte mia vi incoraggio ad operare in una duplice direzione. In questa terra del Belgio, la fede si è radicata profondamente da molti secoli, si è sviluppata magnificamente, ha resistito a molte tempeste e tentazioni, si è affermata intorno ai vostri vescovi, in comunione con il Vescovo di Roma. Coloro che oggi accettano questa eredità, e la fanno propria, hanno la missione di essere - nel pieno rispetto degli altri - i testimoni di Cristo, raggianti di fede e di carità, capaci di rendere conto della speranza che è in loro.
Il bisogno che tutti provano di essere riconosciuti per se stessi vi invita a situare meglio la vostra identità di cristiani. Voi siete, in effetti, contemporaneamente i figli benvoluti dal nostro Padre nei cieli e i testimoni della sua tenerezza presso i vostri fratelli e sorelle. La vostra preoccupazione pastorale sarà dunque di creare nelle vostre comunità cristiane, nelle vostre parrocchie, delle oasi di pace e di accoglienza, dei luoghi di profondo richiamo spirituale, di preghiera e di animazione della fede, dei punti di scambio e di dialogo.
5. Vorrei anche sottolineare l’importanza del vostro impegno culturale e sociale. Riconoscendo l’importanza e l’interesse della vasta rete di istituzioni ufficiali e private alle quali voi partecipate, vi suggerisco di promuoverne soprattutto il carattere umano, l’utilità sociale e lo spirito di collaborazione. Vi esorto a tradurre nella vita quotidiana la domanda del Padre Nostro: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Come potrebbe il Signore non darcelo, se siamo disposti a condividerlo con gli altri?
La nostra dignità, la nostra gioia di vivere, il nostro avere, il nostro sapere, il nostro potere sono altrettanti talenti che Dio ci ha affidato per permettere a ciascuno di partecipare al bene comune, e a tutti di essere solidali in un servizio per lo sviluppo di ognuno. È così che voi potrete essere lievito della pasta e contribuire ad una convivialità nuova tra tutti i cittadini, alla formazione di una società pluriculturale dove l’identità di ciascuno possa essere riconosciuta e promossa e dove i valori dell’aiuto fraterno e della giustizia sociale vadano di pari passo con i legittimi interessi particolari. A questo riguardo la vostra città può divenire un simbolo di speranza per tutti, e la vostra Chiesa, il segno della casa di Dio tra gli uomini.
6. Cari fratelli e sorelle nella fede, cari abitanti di Bruxelles, ecco che la sera cala già sulla città. Che le tenebre della notte non oscurino i vostri cuori! Vegliate o riposatevi nella pace di Dio, affinché la sua luce sia più bella, più forte domani nei vostri cuori, che essa illumini tutte le vostre case e che rischiari i vostri passi sul cammino della vera felicità, sul cammino della salvezza piena che Dio ci prepara. È per questo che, prima di lasciarci, vi invito a ripetere tutti insieme la preghiera che Gesù ci ha lasciato in eredità, e che deve essere la preghiera quotidiana di ogni cristiano, di ogni famiglia cristiana. Noi preghiamo con Maria, che ha vegliato con gli apostoli aspettando la venuta dello Spirito Santo. [Padre Nostro . . .]
Che il Signore benedica il mio pellegrinaggio su questa terra! Che vi colmi tutti della sua pace e della sua gioia!
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