DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI ASSISTENTI ECCLESIASTICI DELL’AZIONE
CATTOLICA ITALIANA RIUNITI IN CONVEGNO
Martedì, 23 giugno 1987
Carissimi!
1. Sono lieto di potermi incontrare oggi con voi, Assistenti Ecclesiastici dell’Azione Cattolica Italiana, riuniti a Roma in occasione del vostro Convegno Nazionale per riflettere sul tema “Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo”, nella prospettiva dell’ormai imminente Sinodo dei Vescovi. Non poteva mancare una meditazione in comune su tale impegnativo argomento da parte dell’Azione Cattolica e, in Particolare, da parte di coloro che, per mandato dei Vescovi. svolgono in essa, come sacerdoti, il loro compito ministeriale.
Desidero esprimere il mio sincero affetto per voi qui presenti, per i vostri confratelli e per tutta l’Azione Cattolica Italiana, la quale nei più di cento anni della sua storia ha vissuto con generosità la sua specifica vocazione a collaborare con l’apostolato proprio della Gerarchia.
Un saluto particolarmente cordiale rivolgo al nuovo Assistente Generale, Mons. Antonio Bianchin, e gli porgo i miei auguri per il suo lavoro in seno all’Azione Cattolica.
2. In questo incontro sento il dovere di rivolgervi una parola di apprezzamento e di stima per la delicata missione che voi, come Assistenti Ecclesiastici, svolgete nei vari rami dell’Azione Cattolica a livello diocesano e parrocchiale. Voi siete chiamati a rendere presente ed operante nelle associazioni la sollecitudine pastorale del Vescovo e a garantire la piena ed effettiva comunione di pensieri e di intenti dei Soci con lui. La missione dell’Assistente ecclesiastico è anzitutto sacerdotale e. perciò, diretta ad educare alla fede ed a far crescere nella vita interiore, giustamente definita “anima di ogni apostolato”. Vostro compito precipuo è di portare a vivere il primato dello spirituale, cioè della preghiera, del religioso ascolto della Parola di Dio, in modo che i laici di Azione Cattolica rispondano con letizia e generosità alla chiamata alla santità ed alla loro missione specifica secondo il Vangelo. “Tutti i fedeli . . . saranno ogni giorno più santificati nelle loro condizioni di vita, nei loro doveri o circostanze, se accettano tutto con fede dalla mano del Padre celeste e cooperano con la volontà divina, manifestando a tutti, nello stesso servizio temporale, la carità con la quale Dio ha amato il mondo” (Lumen Gentium, 41). Chiamati come siete ad essere educatori qualificati alla vita di fede, alla preghiera personale e comunitaria, alla partecipazione attiva e consapevole all’Eucaristia e alla vita sacramentaria, siate perciò attenti nell’accompagnare ciascun Socio nel cammino verso la “maturità cristiana”; siate guide sicure, da cui i Laici sappiano di poter ricevere luce e forza spirituale per la formazione all’apostolato loro proprio. Per questo voi avete un particolare dovere di esprimere con tutta la vostra vita la proposta evangelica che offrite loro. Essi vi chiedono che nelle vostre persone e nel vostro comportamento ci sia una autentica e trasparente presenza di Cristo Pastore e Sacerdote delle anime. Siate pertanto appassionati e gioiosi testimoni della vostra vocazione presbiterale e del vostro ministero, vissuto e realizzato in piena comunione con i vostri Pastori e i vostri Confratelli, e in leale adesione col Magistero della Chiesa!
3. La missione dell’Assistente ecclesiastico è, poi, finalizzata a promuovere negli aderenti all’Associazione la loro tipica vocazione laicale nelle sue implicazioni e nella sua specificità di collaborazione organizzata all’apostolato proprio della Gerarchia. Prodigatevi pertanto nelle diocesi e nelle vostre Associazioni per il riconoscimento della dignità e della responsabilità dei Laici e del loro ruolo specifico nell’ambito della missione della Chiesa: uomini, donne, giovani, adolescenti, ragazzi, i quali, in quanto battezzati, intendono rispondere all’invito di Cristo, che li chiama, e intendono condividere la vita e la missione della Chiesa mediante un’esistenza inserita nei compiti e nelle attività della vita familiare, professionale, sociale, scolastica. Ciò comporta, per voi, l’impegno ad educarli a stimare le diverse vocazioni cristiane, secondo le articolazioni del Corpo Mistico di Cristo; come coinvolgendoli come corresponsabili nelle opere parrocchiali, come animatori della Liturgia, come catechisti, come evangelizzatori del mondo della politica, della cultura, dell’economia, della famiglia, delle professioni, del lavoro. Sono necessarie figure laicali cristiane autentiche che veramente “si impegnano in forma vocazionale alla diffusione del Vangelo, per farlo risuonare nei vari ambienti, per riproporne esplicitamente le superiori ragioni; per rivendicarne l’irriducibile determinazione a pro dell’uomo, e permeare del Vangelo le diverse espressioni culturali, le manifestazioni di costume, la mentalità corrente” (Giovanni Paolo II, Ai membri del Consiglio nazionale dell'Azione Cattolica italiana, 12 feb.1983, Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI/1 [1983] 405).
4. La vostra missione è orientata a costruire la comunione. Il Sacerdote Assistente è nell’Associazione “quale partecipe della missione del Vescovo, segno della sua presenza e membro del presbiterio” (Statuto, art. 10); perciò, egli deve promuovere il senso e la dimensione ecclesiale dell’Associazione, che è costituzionalmente inserita nella realtà quotidiana della diocesi e delle sue articolazioni parrocchiali. aprendola tuttavia ed indirizzandola alla visione ed alla condivisione delle attese e dei problemi della Chiesa universale.
Se gli Assistenti - in stretta comunione con l’Assistente Generale - opereranno con impegno e fedeltà, l’Azione Cattolica diventerà:
- palestra di comunione apostolica e scuola di generosa risposta alla vocazione personale
- luogo di approfondita riflessione e di autentica sperimentazione di un corretto rapporto fra vita di fede e impegno nella storia degli uomini perché si compia il Mistero della salvezza
- ambiente appropriato per lo stimolo ed il sostegno di tutto il laicato verso l’ulteriore sviluppo di una corretta teologia del laicato, per un più incisivo apporto al vissuto dei laici cristiani nella comunità ecclesiale e nella società civile in questo momento di prospettive particolarmente impegnative per il futuro del Paese.
Carissimi Confratelli nel Sacerdozio, ho voluto sottolineare alcuni elementi della vostra missione “sacerdotale” nell’ambito dell’Azione Cattolica. Voi partecipate alla vita dell’Associazione e delle sue articolazioni “per contribuire ad alimentare la vita spirituale ed il suo senso apostolico ed a promuovere l’unità” (Ivi, art. 10). La vostra azione, il vostro apostolato specifico, la vostra missione di “padri spirituali” e di educatori nella fede per le singole persone sono elementi fondamentali per la formazione dei Soci, per la preparazione dei Responsabili e degli Animatori. Questo vi chiede il Papa, questo vi chiedono i Vescovi, questo vi chiede l’Azione Cattolica, questo vi chiedono soprattutto i Soci dell’Azione Cattolica, che intendono gioiosamente e responsabilmente offrire la loro “diretta collaborazione con la Gerarchia per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa” (Statuto, art. 1)!
Molti di voi conservano indubbiamente nel cuore il ricordo grato e commosso di tanti Sacerdoti che, silenziosi e prudenti, umili e forti, lieti e generosi, hanno lasciato un’orma indelebile nelle anime di intere generazioni di ragazzi e di giovani, di uomini e di donne, da essi formati alla vita spirituale e all’apostolato nell’Azione Cattolica. Il Signore, che ce li ha dati a nostra edificazione e conforto, li ricompensi come solo Lui sa fare.
La Madonna Santissima guidi maternamente i vostri passi in particolare in quest’Anno Mariano.
Con questi voti, la mia benedizione apostolica vi accompagni nel vostro ministero sacerdotale.
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