SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINI MILANESI
Cortile di San Damaso - Sabato, 9 maggio 1987
Rivolgo il mio cordiale saluto a tutti i pellegrini venuti a Roma per la cerimonia di beatificazione di domani, che hanno voluto unirsi alla recita del rosario.
In particolare desidero rivolgere un affettuoso benvenuto ai fedeli di Milano, che insieme con l’Arcivescovo, sono venuti numerosi per onorare il Cardinale Andrea Carlo Ferrari.
Cari milanesi! Voi sapete quanto profonda ed illuminata fu sempre la devozione del Cardinal Ferrari alla Madonna, a cominciare dalla sua fanciullezza sotto la guida della piissima madre che lo consacrò alla Vergine Maria, fino agli spasimi della malattia che lo portò alla morte e che egli offri per la sua amata arcidiocesi e per la Chiesa.
Il Cardinal Ferrari aveva scelto per lo stemma episcopale l’invocazione a Maria: “Tu, fortitudo mea!”, e Maria santissima l’accompagnò per tutta la vita di pastore saggio e zelante, che ha lasciato un’impronta indelebile.
Egli durante le visite pastorali nelle parrocchie amava recitare il rosario con i fedeli. Così si legge nel “Processo ordinario di Milano”: “I suoi rosari più gustati erano quelli che recitava in mezzo alle folle che l’accompagnavano nelle lunghe e festose processioni delle visite pastorali di parrocchia in parrocchia, sulle rive dei laghi, sui sentieri delle valli... Allora spesso tra decina e decina di Ave Maria teneva lunghi commenti ai misteri della vita di Gesù . . .”. La paterna e amorevole figura del Cardinale Ferrari con la corona del rosario in mano, attorniato dai fedeli in preghiera con lui, stimoli tutti ad una sempre profonda e filiale confidenza in Maria, nostra madre celeste, convinti che - come egli scriveva nella pastorale per l’Anno Santo del 1900 - il tempo “cancella dalla faccia della terra più o meno tutte le opere dell’uomo, e rispetta sulla terra soltanto l’opera di Dio, di Cristo e della sua Chiesa” (Card. Andrea Carlo Ferrari, Lettera pastorale del 15 dicembre 1899). E sia propizia a tutti anche la mia benedizione, che di gran cuore vi imparto, a chiusura di questo incontro mariano.
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