DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PELLEGRINAGGI DELLE CHIESE LOCALI DELL’EMILIA
VISITATE NEL 1988
Sabato, 8 aprile 1988
Signori Cardinali,
venerati fratelli nell’Episcopato,
cari fedeli dell’Emilia!
1. Ricordo con tanta gioia gli incontri che ho avuto con i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi, i laici che collaborano nelle attività ecclesiali e operano nel mondo della scuola, in quello del lavoro, della economia e della promozione sociale, nella visita pastorale alle vostre singole diocesi, dal 3 al 7 giugno dello scorso anno.
Ringrazio l’Arcivescovo di Modena, monsignor Santo Quadri, per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti, e gli esprimo fervidi auguri per il venticinquesimo anniversario di Episcopato, che celebra proprio in questi giorni.
Saluto in particolare i Cardinali Silvio Oddi e Opilio Rossi, e il nunzio apostolico in Italia, monsignor Luigi Poggi. Saluto in special modo il Cardinale Agostino Casaroli, che prese parte anche lui a quella visita pastorale nelle vostre comunità diocesane e mi accompagnò nel suo paese natale Castel San Giovanni.
2. In quelle occasioni ho avuto modo di conoscere tanti aspetti positivi della situazione e della vita delle vostre comunità diocesane. Porto ancora nel mio cuore il ricordo delle manifestazioni di fede, di devozione eucaristica e di attaccamento al successore di Pietro, che caratterizzarono quelle giornate rimaste davvero indimenticabili. Ma non sono mancate le vostre e le mie sottolineature di alcuni problemi che toccano la gente dell’Emilia, come quelle di altre regioni d’Italia. Le correnti secolaristiche tendono a produrre un certo distacco tra fede e vita, facendo diminuire l’incidenza dei valori spirituali sulla vita personale, sociale e culturale, quando privilegiano l’oggetto a scapito del soggetto. In questa situazione di prevalente attenzione ai beni materiali trova facile terreno l’insorgere dell’indifferenza a riguardo dei valori morali e religiosi.
Le nuove tecnologie, dal canto loro, hanno ingenerato in qualcuno una convinzione di autosufficienza, che di fatto lo porta a trascurare la vita religiosa e le realtà trascendenti.
So che avete già celebrato nelle diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e di Fidenza, che state celebrando in quelle di Modena, Parma e Piacenza i Sinodi diocesani con la precisa finalità di favorire in modo più sistematico il rinnovamento spirituale e di sviluppare uno sforzo maggiore di evangelizzazione nelle situazioni concrete della vita, della mentalità e dei problemi dei ragazzi, degli adolescenti, dei giovani, degli adulti, delle famiglie, e di quanti sono impegnati nei diversi settori della vita umana, con particolare attenzione agli ammalati, agli handicappati, alle vittime della droga.
3. Evangelizzare oggi è il compito arduo e meraviglioso, che sta davanti alle vostre diocesi! Esso deve entusiasmare ogni cristiano, che ha posto le proprie speranze in Cristo morto e risorto, per riscattare ogni uomo e ogni donna dalla schiavitù del peccato, dall’egoismo e da ogni forma di prevaricazione, che si risolve a danno dei più deboli, degli indifesi e di quanti non hanno voce!
Si tratta di far conoscere e vivere sempre più a fondo la grande realtà di Cristo salvatore, capo della Chiesa e della umanità. Occorre vivere in maniera unitaria i tempi della salvezza cristiana che sono segnati dalla catechesi, dalla vita liturgica e dalla testimonianza cristiana. Occorre far propria, da parte di tutti, la missione della Chiesa con la disponibilità a vivere generosamente il ministero o la “diakonia” che il Signore chiede a ciascuno di noi.
In particolare si tratta di passare da una catechesi prevalentemente e quasi limitatamente pre-sacramentale ad una catechesi sistematica, in forma adatta a tutte le età della vita e a tutte le condizioni concrete nelle quali si opera. In tale quadro assumono un’importanza fondamentale lo sforzo, le iniziative e le esperienze che accompagnano i ragazzi nel cammino del dopo-Cresima, preparandoli ad una professione matura di fede al loro diciottesimo anno. Si alimenterà così una mentalità che accetta responsabilmente l’esigenza di una formazione continua e che favorirà, tra le altre cose, anche una preparazione più adeguata al sacramento e alla vita matrimoniale. Il lavoro di maturazione dei ragazzi sarà favorito dalla possibilità loro offerta di partecipare alla vita delle associazioni e dei movimenti ecclesiali. Per tutti la catechesi dovrà essere fortemente aderente alle situazioni concrete nelle quali vivono ragazzi, adolescenti, giovani e adulti. L’evangelizzazione, sviluppata con intensità e continuità, consentirà un dialogo salvifico più producente nei confronti degli indifferenti, e di coloro che esaltano come assoluti i valori terreni, di per sé effimeri.
I cristiani poi avendo assorbito profondamente i valori della vita cristiana sentiranno di più l’esigenza di testimoniarli in un servizio generoso a tutte le persone che hanno bisogno di un aiuto materiale e spirituale.
4. Ma allo scopo di sviluppare una nuova evangelizzazione è necessario coltivare le vocazioni alla vita sacerdotale, e all’azione pastorale in terra emiliana.
Occorre rendere più intensa l’opera di reperimento delle vocazioni al sacerdozio ministeriale, al diaconato permanente ed alla vita religiosa. Occorre seguire con ogni cura la formazione di coloro che saranno gli educatori e animatori dei ragazzi, degli adolescenti, dei giovani, degli adulti, delle famiglie, degli anziani, degli ammalati, e delle persone impegnate nelle attività professionali e sociali.
Siate comunità cristiane vitali, che sanno esprimere dal loro seno operatori pastorali di profonda fede, di sicura speranza e di ardente amore a Dio ed al prossimo, i quali sanno essere pure elementi preziosi per lo sviluppo civile e spirituale di tutta la popolazione.
Cari fratelli e sorelle dell’Emilia!
Coltivate con sempre maggiore impegno la vostra comunione con Cristo e tra di voi, accettando volentieri il ministero di annuncio e di guida unitaria dei vostri Vescovi. Sostenete il loro impegno apostolico nel rendere ragione della speranza cristiana, che prende luce e significato nel Cristo risorto, Signore della vita e della morte. Amate le vostre comunità diocesane: esse sono il luogo dove si attua il mistero della vostra salvezza; stringetevi attorno ai vostri Pastori, i quali hanno il compito di tener desta la vostra fede, spezzando fra di voi e con voi il pane della Parola e dell’Eucaristia, che fa di voi un unico corpo, il Corpo mistico di Cristo. Da questa realtà soprannaturale deriva per ciascuno di voi l’impegno di condividerla con tutti i fratelli vicini, vivendo nell’esperienza quotidiana, come membra di un solo Corpo, gli uni per gli altri.
5. Facendo ritorno alla vostra bella terra emiliana ed alle vostre case, che ho avuto modo di ammirare nella mia indimenticabile visita, portate questo messaggio di fede e di speranza ai vostri familiari; e dite loro che il Papa li ricorda nella preghiera e li porta nel cuore.
A tutti imparto ora la benedizione apostolica.
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