DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL TERMINE DEL CONCERTO SINFONICO OFFERTO DALLA RAI
Sabato, 11 novembre 1989
Nel clima di spirituale elevazione, in cui tutti siamo stati posti dall’ascolto della sinfonia numero 2 in do minore “La Risurrezione”, desidero esprimere il mio vivo compiacimento per l’esecuzione della nota opera di Gustav Mahler, com’è stata interpretata dal maestro direttore Gabriele Ferro, dal maestro dei cori Fulvio Angius, dai solisti il soprano Gabriela Benackova e il mezzo-soprano Hanna Schwarz, dai componenti dell’orchestra sinfonica e coro di Roma e dal coro da camera della RAI.
Mentre manifesto a voi, illustri e cari artisti, la mia gratitudine, rivolgo la mia parola di saluto al dottore Biagio Agnes, che sentitamente ringrazio per l’omaggio di questo concerto.
Nel gesto vostro e della radiotelevisione italiana ravviso non solamente un pensiero di attenzione alla mia persona, ma anche di deferenza verso la Santa Sede e la Chiesa, che il Signore mi ha chiamato a presiedere nella carità e nella verità.
È proprio per amore del vero e del bene che la Chiesa ha avuto ed ha sempre un’attenta premura nei confronti dell’arte, in tutte le sue espressioni. L’arte genuina, infatti, è sempre un’esperienza di verità non solo da parte di chi ne fruisce, ma anche e soprattutto di chi la realizza, poiché l’uomo intende fissare nel segno artistico la percezione della bellezza e del dramma dell’esistenza umana.
Anche la sinfonia, che abbiamo or ora ascoltato, è di ciò una significativa testimonianza. In essa è stato riproposto il grido dell’uomo, che, pur in una condizione di morte, chiede di vivere, rivelando il suo potente ed incoercibile anelito verso una risurrezione ed una luce, che lo illumini sino alla beatitudine eterna.
Noi sappiamo che la speranza dell’uomo ha una risposta in Cristo, il Figlio di Dio, nella cui Risurrezione ogni uomo è risorto.
Auspico che il desiderio di immortalità, in tutti vivo e presente, possa essere confortato anche da questa pregevole esecuzione. Elevo poi la mia preghiera perché la risposta del Vangelo a questa istanza fondamentale sia accolta da quanti si interrogano sul futuro definitivo dell’uomo.
Su tutti invoco la benedizione di Dio.
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