VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA DELLA FIDUCIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 21 ottobre 1990
Alla popolazione del quartiere
Giovanni Paolo II si rivolge ai fedeli della parrocchia di Santa Maria della Fiducia a Via Casilina, dove si reca in visita pastorale nel pomeriggio. Il Papa è accolto, tra gli altri, dal Cardinale Vicario Ugo Poletti, dal Vescovo ausiliare del Settore Est, Monsignor Giuseppe Mani, e dal Parroco, Don Pasquale Cipriani, degli Oblati Figli della Madonna del Divino Amore. Dopo essersi soffermato a salutare le tante persone radunate nel cortile della parrocchia e lungo la Via Casilina, che attraversa il territorio di Santa Maria della Fiducia, il Papa ascolta dinanzi alla chiesa le parole di benvenuto rivoltegli dal parroco alle quali risponde con il seguente discorso.
Ringrazio il vostro parroco per queste parole di benvenuto, e saluto tutti coloro che sono qui riuniti e tutti quelli che appartengono a questa comunità dedicata alla Madonna della Fiducia. Questo titolo è quasi trasferito dal Seminario Romano, dove si preparano i futuri sacerdoti della diocesi di Roma e anche di altre diocesi e di altri Paesi. Vi saluto nel nome della Madonna della Fiducia. Vi saluto nel nome della fiducia, perché la fiducia viene dalla speranza, che contraddistingue ciascuno dei cristiani. Noi siamo “figli della fiducia”, che ci ha creati attraverso la missione evangelizzatrice, la missione redentrice del Figlio di Dio, Gesù Cristo. Siamo anche chiamati a riprendere questa missione e questa fiducia per portarla dovunque: in questo ambiente, come ha detto il vostro parroco, in questa parrocchia, ma anche in tutto il mondo. Questo ci ricorda la domenica di oggi che si celebra in tutta la Chiesa come Giornata missionaria. Salutandovi tutti esprimo la gioia di sentirmi in mezzo a voi. Fate parte di questa Chiesa di Roma di cui il Papa, vescovo di Roma, è il successore di Pietro. Ringrazio il card. vicario che mi aiuta ogni giorno, ringrazio mons. Mani, vescovo di questo settore, che mi aiuta specialmente in questa zona di Roma. Tutti insieme ci riuniremo intorno alla santissima Eucaristia, celebrandola, partecipandola, e attraverso questa Eucaristia, riconfermando, ritrovando, approfondendo la vostra fiducia. Nel nome della Madonna della Fiducia saluto tutti e vi benedico.
Ai ragazzi dell’Oratorio
A porgere al Papa il primo gioioso saluto della comunità parrocchiale sono come di consueto i bambini. Radunati in gran numero all’interno della chiesa, i ragazzi e le ragazze dell’Oratorio accolgono Giovanni Paolo II cantando e facendo festa insieme. Il saluto e il benvenuto dei piccoli presenti è quindi rivolto al Papa da due bambine con una breve poesia. Poi, una terza legge una “letterina” scritta da tutti i ragazzi dell’Oratorio. Alle parole dei bambini, il Santo Padre così risponde.
Grazie alla Provvidenza di Dio e grazie anche all’invito del vostro parroco, sono arrivato qui e sono entrato in questa chiesa. E cosa vedo? Vedo bambini, ragazzi e ragazze. E la mia impressione è che tutti sono fiduciosi, sono gioiosi, esprimono questa gioia anche un po’ con il chiasso, soprattutto con i canti, con tutti questi disegni. Perché sono gioiosi? Sono gioiosi perché sono fiduciosi. E mi domando: perché sono fiduciosi? Certamente sono fiduciosi perché ci troviamo nella parrocchia della Madonna della Fiducia e i bambini sono fiduciosi, devono essere fiduciosi, devono avere fiducia nelle altre persone, soprattutto nei loro genitori, fiducia anche nei loro fratelli e sorelle, nei loro coetanei e imparano ad avere la più grande fiducia in Gesù Cristo attraverso sua Madre. Allora, carissimi bambini, io vi auguro di mantenere questa fiducia, di crescere in questa fiducia. Questo è un segno buono, un segno del vostro cuore che è puro e della vostra fanciullezza che è serena. A Gesù Cristo vi avvicinano i vostri cari, i vostri educatori, soprattutto i vostri catechisti e le vostre catechiste. Io ringrazio tutte queste persone per il loro impegno catechistico, apostolico, come anche ringrazio di cuore i vostri sacerdoti che hanno sollecitudine pastorale per la comunità di questa parrocchia della Madonna della Fiducia. E vi auguro di amare Gesù, di amare la sua Madre, di amare la sua Chiesa. Vi auguro di prepararvi bene ai sacramenti, soprattutto alla santissima Eucaristia, poi, con gli anni, alla Cresima e poi ancora agli altri sacramenti come il matrimonio e anche al sacerdozio: la vocazione sacerdotale e la vocazione religiosa. Tutto questo in nome della fiducia. Maria sia per voi la prima educatrice alla fiducia, vi guidi attraverso tutta la vostra vita.
Ai bambini della scuola materna
La spontaneità e la tenerezza dei piccoli alunni della scuola materna “Don Umberto Terenzi”, delle Figlie della Madonna del Divino Amore, lasciano un segno indelebile sulla intera giornata trascorsa dal Papa a Santa Maria della Fiducia. Insieme con i genitori e con gli insegnanti, i fanciulli accolgono Giovanni Paolo II nel salone parrocchiale. Dopo alcune parole del parroco, un rappresentante delle famiglie rivolge al Santo Padre un breve saluto. Mentre il genitore parla, due bambini si avvicinano al Papa e gli porgono un fascio di fiori bianchi e gialli. Poi, a poco a poco, tutti i fanciulli accovacciati per terra dinanzi a Giovanni Paolo II si alzano e si stringono attorno a lui per manifestargli la loro gioia. Per qualche minuto il Papa è letteralmente preso d’assalto dall’entusiasmo e dal calore dei bambini. Toccato dalla loro accoglienza, Giovanni Paolo II si rivolge così ai fanciulli presenti.
Voglio farvi una domanda. Se questi bambini sanno qualche cosa di Gesù, sanno certamente che Gesù amava i bambini, che Gesù li avvicinava, li abbracciava. E questo hanno voluto manifestare subito. Hanno fatto un esame della “catechesi dei piccoli”. Sanno che i bambini devono essere abbracciati, baciati, e vedendo il Papa hanno detto: come, tu non ci hai abbracciato, non ci hai baciato; allora veniamo a te come una volta a Gesù. Essi conoscono il Vangelo. Auguro a questi bambini di crescere come cresceva Gesù; di crescere negli anni, anche nella sapienza e soprattutto nella grazia di Dio e di diventare una gioia, una consolazione per i loro genitori, per le famiglie di questa parrocchia e di tutta la società.
L’incontro con i sacerdoti della XVIII Prefettura
Al termine della celebrazione eucaristica Giovanni Paolo II, dopo aver salutato i rappresentanti della Circoscrizione, si incontra con i sacerdoti della XVIII Prefettura, nel cui territorio sorge la parrocchia di Santa Maria della Fiducia. È il Parroco-Prefetto, P. Bernardino Pinciaroli, a presentare al Santo Padre la realtà religiosa, umana e sociale della Prefettura. Rispondendo alle parole del Parroco-Prefetto, il Papa pronuncia le seguenti parole.
Bisogna dire che il prefetto ha fatto un’analisi molto accurata e ha offerto un quadro direi non troppo luminoso. Ma mi è venuto in mente un ricordo di quando ero ancora giovane sacerdote, all’inizio del mio itinerario. Ero viceparroco in una parrocchia della campagna, molto estesa, con molti villaggi. Spesso, tra noi sacerdoti, si diceva che i migliori sono i sacerdoti della periferia. Forse questo può essere una consolazione per voi che lavorate nella periferia di Roma. Forse questa constatazione, anche se di un tempo e di un Paese diverso, si potrebbe riferire anche alla vostra parrocchia.
Al consiglio pastorale
L’esortazione ad ispirare il proprio impegno al dono divino del “consiglio” è rivolta da Giovanni Paolo II ai membri del Consiglio Pastorale di Santa Maria della Fiducia. A presentargli l’attività e il contributo dell’organismo alla vita della parrocchia è uno dei componenti. Alle sue parole il Santo Padre così risponde.
Quando si sente la parola “consiglio” si può pensare a diverse istituzioni umane; ma soprattutto si può pensare e si deve pensare a un’istituzione divina che è dono dello Spirito Santo. Uno dei doni, uno dei sette doni classici, possiamo dire biblici, dello Spirito Santo è il dono del consiglio. C’è anche la Madonna del Buon Consiglio, che è certamente legata a questo mistero dello Spirito Santo e al suo dono. Allora, ringraziamo per questo dono che è offerto a ciascuno di noi con la grazia santificante, con la cresima, con tutti i sacramenti, con la preghiera. Ma ringraziamo anche per questo dono umano che è il consiglio pastorale.
Io vedo un legame strettissimo, sostanziale tra il dono dello Spirito Santo che è il “consiglio” e questo consiglio parrocchiale, che deve appoggiarsi, deve ispirarsi a questo dono divino, per poi “consigliare” bene il parroco, i suoi stessi componenti, tutti i vostri parrocchiani, i vostri concittadini di questo quartiere. Questa è la mia risposta alla bella introduzione del vostro rappresentante e anche il mio augurio. Allo stesso tempo faccio voti di bene a ciascuno di voi e alle vostre famiglie.
Alle comunità neocatecumenali
Da dodici anni sono presenti ed operano a Santa Maria della Fiducia le comunità neocatecumenali. Attualmente ve ne sono quattro, che offrono un contributo alla vita della parrocchia soprattutto nel settore della catechesi e della liturgia. È un catechista a presentare a Giovanni Paolo II la realtà delle quattro comunità. Queste le parole rivolte dal Papa ai presenti.
Vorrei sottolineare due cose. La prima è questa: voi amate tanto cantare canzoni alla Madonna, a Maria che, secondo le parole di Elisabetta, ha creduto alla parola del Signore. E questa, possiamo dire, è una parola, un testo emblematico per il vostro movimento, per il vostro cammino, perché non si dice movimento . . . Certo, quando si cammina ci si muove anche . . . Allora, partendo da questa parola che è veramente ispiratrice, che ha ispirato anche tutta l’enciclica Redemptoris Mater, vi auguro di camminare sempre nella fede e di far camminare nella fede gli altri a cui siete inviati, vicini e lontani. Poi, vi offro una seconda osservazione. Io so che i neocatecumenali amano i bambini. Anche il Papa ama i bambini, e così ci incontriamo sempre.
Agli ospiti della Casa di Cura
Particolarmente toccante è l’incontro che il Papa riserva agli ospiti della Casa di cura delle Figlie della Madonna del Divino Amore, che dal 1942 offrono assistenza agli anziani non autosufficienti e ai lungodegenti. Nel salone dell’edificio, che sorge alle spalle della chiesa, Giovanni Paolo II si sofferma a lungo tra gli ammalati, offrendo ad ognuno un gesto di conforto ed una parola di incoraggiamento. All’incontro sono presenti anche le suore e il personale medico che lavora nella Casa. All’inizio, una rappresentante dei medici impegnati nell’assistenza ai degenti, rivolge al Papa un breve saluto. Prima di congedarsi dai presenti, Giovanni Paolo II firma una pergamena che rimarrà a ricordo della sua visita ed alcune foto che andranno alla missione delle Figlie della Madonna del Divino Amore nella diocesi di Palmares, in Brasile. Queste le parole pronunciate dal Santo Padre.
Carissimi, tutto ciò che si trova qui, tutti noi veniamo dall’amore di Dio che è riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo. Questo amore di Dio è una realtà nascosta, è una realtà, la realtà che trasforma la vita umana, la vita di ciascuno di noi. Noi partecipiamo di questo amore. Auguro a tutte voi e a tutti voi qui presenti, malati, anziani, affaticati dalla vita, di avere questa partecipazione sempre più piena all’amore di Dio. E lo auguro, nello stesso tempo, a tutti quelli che vi assistono, ai medici, agli infermieri, alle infermiere, alle suore che portano il nome dell’Amore di Dio. Vi ringrazio per la vostra accoglienza e mi raccomando alle vostre preghiere perché anche io possa partecipare dell’amore divino per quanto mi è dato dallo Spirito Santo.
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