VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(1°-9 GIUGNO 1991)
CERIMONIA DI CONGEDO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Aeroporto di Okęcie (Varsavia)
Domenica, 9 giugno 1991
1. “Rendete grazie a Dio . . . Non spegnete lo Spirito” (cf. 1 Ts 5, 18-19).
Queste parole della Lettera di San Paolo sono state scelte come motto del quarto pellegrinaggio in Patria di Giovanni Paolo II. Voglio ricollegarmi ad esse nel momento in cui devo congedarmi dai miei Connazionali.
Rendo grazie a Dio per il vostro invito - e vi ringrazio tutti. Ringrazio il Presidente della Repubblica e le Autorità dello Stato per il laborioso impegno che si sono assunti per la preparazione e l’attuazione di questa visita. Rivolgo lo stesso ringraziamento a tutti i Rappresentanti delle Autorità locali e a tutti i loro collaboratori, che si sono prodigati con generosità nelle singole tappe della mia visita. Indirizzo gli stessi ringraziamenti ai rappresentanti delle Autorità locali ed a tutti i loro collaboratori, che hanno intrapreso questo lavoro durante le singole tappe della mia visita.
Ringrazio i servizi d’ordine. Ringrazio la Radio e televisione e tutti coloro che hanno trasmesso alla società informazioni solide. Ringrazio anche coloro che hanno messo il cuore in una organizzazione molto buona del mio pellegrinaggio ed a favore del suo svolgimento. Sono lieto di aver potuto rispondere agli inviti, pervenuti da varie parti del nostro Paese, che finora non mi era stato possibile visitare.
Tutti quei luoghi mi sono cari e suscitano in me molti ricordi e sentimenti. Ringrazio tutta la società, la Nazione, alla quale appartengo, i cui problemi, sempre vicini al mio cuore, seguo sempre con partecipazione. L’anno corrente ha offerto particolari motivi per questa visita in Patria; è difficile non ricordare il bicentenario della Costituzione del 3 maggio, la quale vive ancora dopo due secoli e ci chiama ad una vita nuova alle soglie della III Repubblica.
2. “Rendete grazie a Dio”. Ci sono motivi per tale ringraziamento, nonostante tutto quello che è passato da tale data di due secoli fa, che è gravato sulla storia della Repubblica - prima nel secolo scorso, e poi nel ventesimo secolo. Dio ci ha concesso, per intercessione della Regina della Polonia, di superare queste prove della storia.
La Polonia non soltanto è ritornata a scrivere il suo nome sulla carta d’Europa dall’anno 1918; i Polacchi hanno anche contribuito alla liberazione dell’Europa da due crudeli sistemi di totalitarismo disumano, così che davanti alle nazioni del nostro continente si è aperta la possibilità di costruire una casa comune, abitata da società riconciliate e in amicizia tra loro, consapevoli della propria responsabilità di fronte al mondo, nella prospettiva del Terzo Millennio.
3. “Rendete grazie a Dio . . .”. Sì. Bisogna ringraziare Dio. Questa è la condizione essenziale per “non spegnere lo Spirito”. Le parole dell’Apostolo sono un’esortazione e allo stesso tempo un ammonimento. Se Dio ci ha dato le forze dello spirito necessarie “per il passaggio attraverso il Mar Rosso” (ancora una volta ricorro a questo paragone del Cardinal Primate), non possiamo ora, camminando verso il futuro, scoraggiarci per le difficoltà. Queste difficoltà sono inevitabili. Appartengono in un certo senso all’essenza stessa delle trasformazioni che devono compiersi. Il passaggio da una società “resa schiava”, ad una società di cittadini, sovrana, a una “res-publica”, pone a ciascuno responsabilità nuove. A questo nuovo impegno si oppongono le vecchie abitudini, e in parte anche le strutture precedenti, che non è possibile cambiare da un giorno all’altro.
“Non spegnete lo Spirito” vuol dire non permettete di rendervi schiavi delle diverse forme di materialismo, che diminuisce la percezione dei valori - e sminuisce anche l’uomo stesso. Lo Spirito di verità, portatoci da Cristo, è fonte di vera libertà, e della vera dignità dell’uomo. Nel giorno dell’inaugurazione del mio pontificato in Piazza San Pietro ho detto parole che desidero ancora qui oggi ripetere: “Non abbiate paura di accogliere Cristo . . . Aprite anzi spalancate le porte a Cristo. Alla Sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo Lui lo sa!”. “Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore . . . Permettete quindi - vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia - permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo Lui ha parole, di vita, sì! di vita eterna”.
Ho già ringraziato la Chiesa in Polonia nell’incontro con la Conferenza dei Vescovi. Ora, rinnovo soltanto i sentimenti che ho espresso in quella circostanza, nelle mani del Card. Primate.
4. E li rinnovo con il pensiero rivolto all’incontro che ci attende entro breve tempo, e che in qualche modo supera la dimensione di questa visita di giugno. A Jasna Gora sono stati invitati i giovani di diversi Paesi - non solo della Polonia. Dopo gli eventi del 1989 tutti sentivano che quest’incontro (Giornata Mondiale della Gioventù) si sarebbe dovuto tenere proprio a Jasna Gora, in Polonia.
Perdonatemi ancora per il nuovo impegno richiesto. Che anch’esso ci aiuti ad incarnare nella vita la verità contenuta nelle parole che hanno condotto questo pellegrinaggio: “Rendete grazie a Dio . . . Non spegnete lo Spirito”.
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