DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
PER LA CELEBRAZIONE DEL SESSANTESIMO
ANNIVERSARIO DI ATTIVITÀ DELLA RADIO VATICANA
Sabato, 15 Giugno 1991
Cari fratelli e sorelle!
1. Un saluto cordiale a tutti voi che prendete parte all'odierna visita del Papa al Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, in occasione del LX anniversario di attività della Radio Vaticana. Mi è gradito incontrare oggi qui, insieme con alcuni membri di Dicasteri della Santa Sede, quanti a diverso titolo offrono la loro competente e preziosa collaborazione per il buon funzionamento di questo Centro. Saluto, innanzitutto, il Direttore Generale della Radio Vaticana, P. Pasquale Borgomeo, al quale va il mio più vivo ringraziamento per i sentimenti espressi nell'indirizzo di omaggio poc'anzi pronunciato. Saluto poi e ringrazio i Padri Gesuiti, alla cui opera intelligente e solerte la Radio Vaticana tanto deve. Mi è caro confermare loro, in questa circostanza, la fiducia che il mio Predecessore Pio XI di v.m. concesse alla Compagnia, affidandole la «radio del Papa».
Saluto, inoltre, il personale che qui lavora ed i rappresentanti degli Enti che si occupano dei vari aspetti tecnico-organizzativi di questa emittente. Rivolgo, infine, il mio pensiero anche a tutti coloro che, nelle varie parti della terra, sono con noi collegati sulle onde della Radio Vaticana.
2. Mi è gradito rievocare, in questo momento, le solenni parole del primo Radiomessaggio, trasmesso il 12 febbraio 1931 dal Papa Pio XI, di v.m.: «Audite caeli . . ., audiat terra . . ., audite . . . omnes qui habitatis orbem». Udite tutti! Da allora l'invito all'ascolto non ha smesso di risonare all'orecchio dei singoli e dei popoli, portando a tutti la viva voce del Papa e della Chiesa. Come non ripetere anche oggi, col mio Predecessore, l'inno di ringraziamento elevato dagli angeli nel cielo di Betlem: «Gloria in altissimis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis»?
Gloria a Dio, che ha dato agli uomini di oggi un così meraviglioso potere!
A Dio, di cui siamo ambasciatori, inviati ad evangelizzare la pace!
A Dio, che ci invita a partecipare alla sua stessa vita, purificando nel sangue del Figlio suo le genti di ogni lingua e di ogni continente!
E' motivo di costante stupore e di trepida speranza lo sviluppo di strumenti di comunicazione sempre più potenti, capaci di ridurre le distanze nel tempo e nello spazio in modo così sorprendente. Cielo e terra, giorno e notte, uomini e cose sono chiamati all'unità dell'ascolto e della lode, segno nuovo di quella comunione nell'essere che avvolge tutto il creato e tutta la storia.
3. In questi 60 anni la Radio Vaticana, nata anche come espressione della sovranità e dell'indipendenza della Santa Sede, ha continuato a rendere sempre più percepibile - in diversi linguaggi della terra - la voce libera dei Sommi Pontefici e della Chiesa, per l'annuncio del Vangelo e la difesa dei popoli e dei diritti umani.
Dai primi passi, nella sede storica sul Colle Vaticano, alla nascita di questo centro di Santa Maria di Galeria - che i miei Predecessori Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI hanno visitato con attenta sollecitudine - è stato un lungo cammino di crescita e di maturazione. Sotto la direzione lungimirante dei Padri della Compagnia di Gesù, la Radio del Papa ha saputo parlare al cuore di tanta gente con il linguaggio della fede umile, quotidiana, suscitatrice di cristiana consolazione e saggezza. Nello stesso tempo la Radio Vaticana ha seguito avvenimenti culturali e sociali, suggerendone un'equilibrata valutazione nell'ottica della fede.
Noi oggi ringraziamo il Signore per tutto questo, ripetendo insieme il «Laudate Dominum, omnes gentes», con cui Giovanni XXIII, poco dopo l'inizio del Concilio, si rivolgeva per la prima volta ai fedeli dell'Australia e della Nuova Zelanda, varcando con nuovi programmi «le soglie della casa» e abbracciando tutti con «paterna carità».
4. Ora, di fronte alle nuove sfide del presente, si rende necessario che quanti operano presso l'emittente vaticana, unitamente all'indispensabile competenza e professionalità, si impegnino ad approfondire le loro convinzioni cristiane. La fede in Gesù Risorto, il quale «ci ha liberati perché restassimo liberi», deve spingerci ad utilizzare i mezzi della comunicazione sociale per trasmettere su raggio sempre più vasto la «lieta Notizia», offrendone una traduzione chiara ed incisiva, che ne favorisca l'accoglimento e la fruttificazione nella vita di ciascuno. Per l'efficace raggiungimento di tale fine, è necessario che la Radio Vaticana, accanto alle informazioni sulla vita della Chiesa sparsa nel mondo intero, intensifichi l'elaborazione di specifici programmi comprendenti catechesi appropriate e illustrazioni dei Documenti conciliari, come pure del Magistero pontificio e dell'insegnamento dei Padri della Chiesa. In questo spirito potranno trovare adeguato spazio corsi di esegesi, di teologia e di storia della Chiesa.
Inoltre, la ricchezza culturale portata nell'emittente vaticana da operatori provenienti da varie Nazioni della terra, potrà far sì che la diffusione della fede nel mondo intero si attui mediante una sempre più profonda saldatura con le differenti culture, valorizzandone gli elementi positivi e stimolandone al tempo stesso l'avanzamento verso nuove e più ampie sintesi.
5. Alla fine del secondo Millennio, si affacciano alla nostra mente nuove speranze e nuovi compiti. Il fine specifico della Radio Vaticana - l'evangelizzazione attraverso la diffusione radiofonica del messaggio cristiano - ha lodevolmente impegnato l'emittente della Santa Sede in tutti questi anni; il presente la impegna ancora di più, come originale interprete di quella sollecitudine missionaria che, sin dall'inizio del pontificato, mi ha portato a viaggiare fino agli estremi confini della terra. La Radio favorisce lo sviluppo e la maturazione dei frutti di verità e di bontà, di rinnovamento e di donazione che si rivelano nelle singole Chiese locali e nei diversi Paesi in occasione dell'incontro col Successore di Pietro. In questo modo, facendosi pellegrina col Papa pellegrino, l'emittente vaticana è strumento del Ministero petrino: con mezzi certamente poveri ed uno stile davvero essenziale, essa si fa memoria viva e stimolante dei semi gettati in ogni incontro del Papa col popolo cristiano.
A tutti voi qui presenti e ai vostri cari, come a tutti coloro che ci seguono per Radio, specialmente alle persone sole o malate, imparto di cuore la mia Benedizione.
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