DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'ASSOCIAZIONE VIGILI DEL FUOCO IN CONGEDO
Sala Clementina - Sabato, 15 giugno 1991
Cari fratelli!
1. In occasione del raduno a Roma, della vostra Associazione di Vigili del Fuoco in Congedo, avete chiesto di poter avere un incontro con il Papa. Vi ringrazio per tale gentile pensiero e vi accolgo volentieri porgendo il mio cordiale saluto a voi tutti e, in particolare, al Presidente del Sodalizio, Dottor Enzo Romano.
Mi unisco volentieri alla gioia del vostro raduno, che vi vede insieme da tante parti d’Italia e rinsalda la vostra amicizia e la vostra solidarietà.
Ormai in congedo, voi certamente ricordate con nostalgia gli anni della vostra attività a servizio della società. Ora che vivete la vostra esistenza in un’altra dimensione sociale, mantenete sempre vivo quello spirito di donazione e di altruismo che è proprio dei Vigili del Fuoco!
Allargando lo sguardo sul mondo attuale, voi vedete quanto bene c’è da compiere, quanta carità da realizzare, quanto amore da donare, quante lacrime da asciugare! Voi, che siete stati così coraggiosi e generosi nel vostro dovere civico, continuate ad esserlo nel vostro impegno umano e cristiano!
Nella mia recente Lettera Enciclica Centesimus annus ho accennato a questo aspetto, quando ho scritto che “il mondo odierno è sempre più consapevole che la soluzione dei gravi problemi nazionali e internazionali non è soltanto questione di produzione economica o di organizzazione giuridica o sociale, ma richiede precisi valori etico-religiosi, nonché cambiamento di mentalità, di comportamento e di strutture”.
La realtà della società in cui viviamo dimostra che effettivamente è necessario, insieme con l’impegno per lo sviluppo economico e sociale, anche e soprattutto quello morale, che illumini e diriga le scelte e le azioni dell’uomo.
2. Approfondite, pertanto la vostra fede cristiana in modo da essere in grado di stabilire un dialogo con gli uomini che incontrate nei vostri ambienti; non trascurate di dare spazio alla preghiera, convinti che Dio vi ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo.
Realizzate anche voi ciò che un giorno San Paolo scriveva ai cristiani di Roma: “Fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno . . . Siate ferventi nello Spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Rom. 12, 9-13).
3. Con il vivo auspicio che si mantenga sempre fervida l’amicizia tra tutti i Membri della vostra Associazione, di gran cuore vi imparto la mia benedizione, che volentieri estendo ai vostri Colleghi e ai vostri Familiari.
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