DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE CALABRESE
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»
Sabato, 1° febbraio 1992
1. Siate i benvenuti, carissimi fratelli della Conferenza Episcopale Calabrese! Porgo a tutti il mio saluto cordiale, mentre ringrazio Monsignor Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, vostro Presidente, per le fraterne parole che, a vostro nome, poco fa mi ha rivolto. Invio il mio affettuoso pensiero alle Comunità cristiane della Calabria; in particolare ai Sacerdoti e ai Diaconi, ai Religiosi e alle Religiose e ai numerosi laici che, testimoniando la fede cristiana tra i fratelli, diffondono, in comunione con voi, la parola del Vangelo.
2. Siete venuti, fratelli carissimi, portando nel cuore la trepidazione per le difficoltà che ancora attraversa l’amata terra di Calabria. Voi, infatti, siete consapevoli che l’esigenza di eticità per la vita associata - di cui parlammo nella precedente visita - è tuttora viva, anzi è oggi più sentita dalle vostre Comunità. Cresce, allo stesso tempo, in voi e tra di voi la speranza, confortata certamente dalle innumerevoli risorse ideali e morali della popolazione calabrese, ma alimentata soprattutto dalla fiducia nella presenza salvifica del Signore. Il credente confida in Dio, perché sa che Egli guida la storia e le coscienze degli uomini, suscitando testimoni e apostoli. Ecco, fratelli: mentre, con vigore e senza stancarci, siamo chiamati a rinnovare costantemente l’invito alla conversione, ci sorregge la sicurezza che Dio agisce, toccando il cuore e la mente degli uomini. La conversione è sempre la promessa e il frutto del suo amore. Questa radicale consapevolezza ha accompagnato e continua a guidare anche voi, nel vostro diuturno ministero pastorale.
3. La vostra ansia apostolica vi spinge a ricercare nuove vie per l’annuncio evangelico. Esprimo, in proposito, vivo compiacimento per il Convegno ecclesiale regionale, che avete celebrato dal 29 ottobre al 1 novembre scorso a Paola, la Città del vostro Patrono San Francesco. Si è trattato del secondo Incontro di tutte le diocesi della Regione, durante il quale avete riflettuto sul tema “Nuova evangelizzazione e ministero di liberazione, con particolare riferimento alla famiglia e alla parrocchia”. Lavorando insieme, vi è stato possibile sperimentare quanto sia importante studiare programmi pastorali comuni, che nascano da riflessioni e da proposte condivise con sincero impegno da ciascuno. Ciò favorisce un clima di ampia partecipazione, dal quale scaturiscono significative convergenze di giudizio sia circa i problemi più urgenti, sia circa le iniziative idonee per tentarne la soluzione. Dal recente Congresso, in particolare, è nato il proposito di costruire e organizzare in ogni Comunità forme unitarie e solidali di presenza cristiana. Si tratta di difendere e promuovere, con interventi appropriati, i diritti fondamentali dell’uomo, quali, a esempio, il rispetto della dignità della persona umana e la difesa della vita, in vista dell’edificazione di una società giusta e fraterna. A voi preme, al di sopra di tutto, che Cristo sia conosciuto, accolto e amato dagli uomini e dalle donne della vostra Terra. Cristo “va incontro all’uomo di ogni epoca, anche della nostra epoca, con le stesse parole: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»” (Redemptor hominis, 12).
4. Si profila davanti a voi l’urgenza di una evangelizzazione nuova, capace di riproporre, in maniera attenta e precisa, il messaggio della salvezza e la speranza della liberazione. Ciò comporta un lavoro pastorale delicato e impegnativo, specialmente quando si consideri la situazione complessa della vostra Regione. In essa le vecchie generazioni, portatrici di tradizioni in parte superate, guardano con apprensione ai rapidi cambiamenti del nostro tempo. I giovani, invece, stretti, oltre che dalla crisi dell’occupazione, dalla carenza di saldi punti di riferimento ideale e di validi programmi per il futuro, sentono spesso venir meno anche il sostegno delle Istituzioni e rischiano di cedere ai fallaci richiami del consumismo e di pericolose forme di evasione. Fortunatamente non si tratta di un fenomeno generalizzato: tra di loro, infatti, non pochi scelgono un diverso stile di esistenza, improntato ai valori evangelici. Come non impensierirsi, poi, per l’estendersi dell’industria del crimine e della violenza? Come non preoccuparsi nel rilevare che la cultura della solidarietà, vanto della vostra secolare tradizione, sembra a volte sopraffatta da quella dell’interesse privato e dall’ideologia del successo senza scrupoli e senza pietà? Di fronte a problemi antichi e difficoltà nuove, si fa sentire con forza l’esigenza di un più vivo senso di legalità, da costruire però non tanto aumentando la produzione legislativa, quanto assicurando un uguale ed effettivo rispetto delle leggi da parte di tutti.
5. Voi siete i Pastori di una Comunità in cammino, una Comunità “composta da uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre, e hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti” (Gaudium et spes, 1). Forti del mandato ricevuto, sentite il dovere di indicare le vie di una rinascita delle coscienze e di proporre iniziative atte a ridestare in esse una rinnovata energia autopropulsiva e missionaria. Avete individuato nel concetto cristiano di liberazione il termine guida del vostro impegno comune. Una liberazione autentica - come voi stessi osservate - trascendente, frutto dell’iniziativa di Dio, continua e dinamica, radicale, che parta cioè dalla radice del cuore umano, intimamente legata alle vicende della storia, ma proiettata verso il pieno compimento escatologico. Non servono al vero sviluppo della Calabria progetti contingenti, parziali o particolaristici. Se l’idolatria del denaro ha alimentato i mali della Regione, incentivando, purtroppo, i fenomeni della criminalità organizzata, degli omicidi e sequestri di persona, è anche vero che mai si è spenta nel cuore dei Calabresi la consapevolezza di dover rispondere a tali sfide con la forza dell’etica cristiana, ispirata al perdono e all’amore, al rispetto dell’uomo e all’osservanza della legge divina. Occorre proseguire senza cedimenti su tale cammino. Questa piaga, che compromette alla radice il progresso integrale della vostra gente e priva in maniera sempre più grave le persone, soprattutto i giovani, della libertà autentica, sarà vinta, con l’aiuto di Dio, grazie alla mobilitazione responsabile di ogni uomo di buona volontà e all’impegno evangelico dei cristiani, da voi incessantemente sorretti e incoraggiati.
6. Venerati fratelli nell’Episcopato! La vostra opera di evangelizzazione sarà ardita se confiderete nella potenza dello Spirito Santo, che vivifica la Chiesa, e se insieme vi sforzerete di servire soltanto Cristo e il gregge che Egli vi ha consegnato. In questo itinerario pastorale, l’attenzione prioritaria sia per i Presbiteri, vostri stretti collaboratori nel ministero apostolico. Sostenendoli con affetto e sincera amicizia, non mancherete di ricordare loro che la Chiesa ha bisogno di Sacerdoti santi, i quali vivano con gioia il proprio nobile ufficio e siano pronti, in comunione gerarchica con l’Episcopato, a porsi al servizio del popolo cristiano con generosa e disinteressata dedizione. Non dimentichi mai il Presbitero che egli si santifica vivendo come fratello tra fratelli, fedele a Cristo che l’ha chiamato, perseverante nella preghiera e assiduo ricercatore della volontà divina. È compito vostro, inoltre, promuovere e favorire la vita consacrata nelle sue multiformi espressioni carismatiche, come pure non trascurare mai le autentiche esigenze spirituali dei fedeli, andando incontro alla loro sete di verità e di santità, grazie a una adeguata catechesi, che parta da un nuovo annuncio del Vangelo. La catechesi sia tra i vostri obiettivi principali. Una Chiesa che non catechizza non ha futuro. Se non si proclama la verità che salva, come potrà nascere nella gente, specialmente nei giovani, la disponibilità al servizio di Cristo e dei fratelli? Date vita, perciò, a un movimento catechetico che raggiunga tutti: bambini, giovani e adulti. Rivolgetevi, in primo luogo, alle famiglie, che sono chiamate a essere “scuola di vita” e fondamentali soggetti attivi della Chiesa e della società. Bisogna partire dalle famiglie, se si vuole costruire nella vostra Regione, come altrove, una mentalità autenticamente cristiana.
7. A tale fine, si rende indispensabile una qualificata azione educativa e formativa, che aiuti i credenti a superare la frattura, spesso avvertita, tra fede e coerenti scelte di vita. Per un lavoro di così ampio respiro utilizzate al meglio, come è già vostro intendimento, le strutture esistenti: i Seminari, gli Istituti di cultura religiosa, e le scuole di formazione socio-politica. Vi sarà, poi, di aiuto, nella programmazione del lavoro pastorale, il “Consiglio Ecclesiale Regionale”, da voi istituito per coordinare le attività religiose e apostoliche, che vanno moltiplicandosi nella vostra Regione. Proseguite su questa strada, crescendo nella comunione, nella verità, nella testimonianza. Proclamate senza tentennamenti il Vangelo. Fedeli ai poveri e a quanti sono nel bisogno, cercate di individuare le loro esigenze reali, giovandovi dell’apporto dell’“Osservatorio” regionale sull’uomo calabrese e sulle sue necessità. Adoperatevi con ogni mezzo perché i cristiani comprendano che solo la verità di Cristo può condurre l’uomo all’autentica libertà. La verità di Cristo è liberante e carica di speranza, perché non riduce l’uomo alla terra, ma lo apre alle realtà trascendenti.
8. A conclusione di questo nostro incontro, desidero ancora esortarvi alla fiducia in Dio, pur tra le difficoltà del presente. Il Signore cammina con noi verso il compimento del suo Regno. Alimentate in voi questa certezza. La forza liberante della fede è nelle vostre mani, cioè nei mezzi di grazia che sono affidati al vostro ministero. Diffondete attorno a voi la speranza che nasce dalla fede e si nutre dell’amore divino. Possano ad essa attingere quanti collaborano con voi - nelle Parrocchie, nelle Associazioni e Movimenti apostolici, in ogni articolazione della Chiesa di Calabria - all’opera della nuova evangelizzazione.
La Vergine Maria, venerata in molte località della vostra Regione, vi ottenga dal Signore conforto e gaudio spirituale. Intercedano per voi i Santi Patroni delle vostre Diocesi e i Santi e i Beati originari della Calabria. Con questi auspici vi imparto la benedizione apostolica, che estendo ai Presbiteri, ai Religiosi, alle Suore e a tutti i Laici delle vostre Chiese particolari.
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