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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI ROMA

Venerdì, 14 febbraio 1992

 

Onorevole Presidente,
Illustri Signori della Giunta e del Consiglio Provinciale di Roma,
Signori tutti, qui presenti!

1. L’appuntamento per gli auguri dell’Inizio dell’Anno mi offre ancora una volta l’occasione di incontrarmi con voi, Responsabili dell’Amministrazione provinciale di Roma. Esprimo la mia riconoscenza all’On. Presidente per le parole significative e cortesi che mi ha rivolto a nome di tutti. Ringrazio tutti i presenti per questa visita, che è motivo di riflessione e di propositi. Gli stretti rapporti tra il Vaticano e la Provincia determinano quelle buone relazioni di vicinato e di collaborazione costantemente attestate in innumerevoli occasioni. Ricambio ogni felice augurio per l’anno da poco incominciato, mentre invoco da Dio i doni della saggezza, della prudenza e del coraggio, che vi aiutano a compiere le scelte che via via si richiedono per favorire un cammino spedito verso l’ulteriore sviluppo dell’intera Provincia.

2. La somma dei problemi, che costantemente fanno appello alla vostra dedizione e al vostro diligente servizio, sembra concentrarsi sempre più insistentemente sul complesso rapporto tra Roma città e territorio provinciale. Roma, questa nostra “communis patria”, è una Città in rapida espansione, che dilaga nel territorio mediante uno sviluppo edilizio, spesso carico di incognite riguardanti l’organizzazione e la disposizione di servizi pubblici essenziali e urgenti; è una Città che nella sua crescita sembra talvolta compromettere quel tenore di vita corrispondente alla dignità dell’uomo. Un territorio, per contro, quello della Provincia, che rivela, a ben guardare, la ricchezza dei doni, che natura e storia gli hanno elargito: un panorama vario e pittoresco; il verde della campagna, delle colline e delle zone boschive costituisce un polmone indispensabile per la vita della Città. Un territorio, inoltre, che conserva tracce di una storia di interesse universale: dai monumenti della civiltà romana a quelli della cultura cristiana. Si tratta di originalissime e stupende memorie che sono conosciute e altamente apprezzate. Esistono, dunque, queste due realtà: Roma e territorio provinciale. Due espressioni diverse, che si confrontano, e delineano i compiti che attendono la vostra premurosa sollecitudine.

3. Occorre riconoscere con onestà quanto è stato fatto per dare una risoluzione ottimale ai diversi problemi. Se la Città cresce, anche i posti di lavoro devono aumentare. A questo proposito, è con soddisfazione che si nota lo sviluppo delle zone industriali, che assicurano e garantiscono una vitale attività alla popolazione. Tuttavia non è senza preoccupazione che si nota un confluire di numerosi nuclei familiari verso la Città a scapito del territorio, dove alcune occupazioni, specialmente quelle legate al mondo agricolo, sono lasciate in abbandono. L’afflusso verso il centro cittadino sembra talora un fenomeno febbrile e inarrestabile, mentre suscita emozione e sorpresa vedere tanti paesi, i quali vanno progressivamente spopolandosi e svuotandosi. Ci si chiede se si può fare qualcosa per ridare vita a uno spazio così prezioso, affinché nulla si perda di ciò che appartiene alla storia e alle sane tradizioni. Si può pensare a un’articolazione diversa del rapporto Città-Provincia, così che l’una e l’altra trovino un modo di integrarsi e di assicurare una più ordinata crescita e una più consona partecipazione ai comuni beni.

4. Con tali pensieri, mentre rinnovo il mio grato animo per la vostra cortese visita, invoco dal Signore, che si è fatto partecipe della nostra condizione umana, divenendo solidale con noi, l’aiuto che a tutti voi occorre per promuovere il bene comune. Siano le vostre scelte sempre degne di Amministratori saggi e premurosi.

Per tutti voi, per i vostri collaboratori, per le vostre famiglie e per tutta la cara popolazione della Provincia imploro abbondanti grazie di prosperità e di pace.

 

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