VIAGGIO PASTORALE IN ANGOLA, SÃO TOMÉ E PRÍNCIPE
CERIMONIA DI BENVENUTO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Aeroporto Internazionale di São Tomé - Sabato, 6 giugno 1992
Eccellentissimo Signor Presidente,
Illustri autorità civili e militari,
Venerato fratello Dom Abílio Ribas,
Amato popolo di São Tomé e Principe:
1. Nel toccare la terra benedetta di questa Nazione amata ho voluto baciarla in segno della cordiale stima e della fratellanza che mi legano a tutti voi, e in omaggio a quanti qui hanno testimoniato con parole di verità e con la vita guidata dalla fede, il potere del Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo. Saluto tutta la popolazione di queste Isole, nella persona di Sua Eccellenza, il Signor Presidente, al quale esprimo sincera riconoscenza per le parole di benvenuto che mi ha appena indirizzato e per l’invito, rivoltomi al momento opportuno, a visitare questo popolo cristiano e amico. Rivolgo l’espressione della mia deferente e grata stima al Signor Primo Ministro, ai Membri del Governo e alle altre Autorità, così come al Corpo Diplomatico accreditato in questa Nazione: grazie per essere cordialmente venuti ad accogliermi. Saluto tutti, sia i presenti sia coloro che ci sono vicini grazie ai mezzi di comunicazione sociale. Abbraccio tutti nella mia preghiera e nei voti che elevo a Dio per la migliore felicità di ciascuno e per il benessere del popolo di São Tomé. Un pensiero e una benedizione particolare vanno ai poveri e a coloro che soffrono, agli anziani e agli emarginati. Sappiate che la Chiesa e il Papa sono solidali con voi, che egli vi ama e vi accompagna nelle vostre sofferenze e tribolazioni.
2. Nel visitare il vostro paese, rispondo all’invito rivoltomi sia da Sua Eccellenza il Presidente, sia dal carissimo fratello Dom Abilio Ribas, al quale, in questo momento, va il mio abbraccio felice e affettuoso, che estendo a tutti quanti – sacerdoti, religiosi e laici – lo accompagnano da vicino alla guida di questa Chiesa di São Tomé e Príncipe. So che, già da molto tempo, desideravate di vedermi nella vostra terra; posso confidarvi che mi animavano identici sentimenti; per tale motivo nasce, nel mio cuore, una spontanea e intensa azione di grazie al Padre del Cielo per aver reso finalmente possibile la realizzazione dei nostri sogni comuni. La mia visita a questo Paese – desidero sottolinearlo – riveste un carattere eminentemente pastorale. Come Vescovo di Roma, mi sento felice di venire incontro a questa Comunità ecclesiale, la più antica diocesi dell’Africa Sub-sahariana, costituita dal mio predecessore Papa Paolo III, con una bolla emanata il 3 novembre 1534. Il mio primo dovere verso questa Chiesa locale è quello che Gesù affidò a Pietro. Confermare nella fede i propri fratelli (cf. Lc 22, 32).
Desidero confermare i miei fratelli nella fede ricevuta dagli Apostoli, in modo che, attraverso la loro testimonianza, la luce di Cristo brilli sempre più intensa e ferma nella città degli uomini. Amati abitanti di São Tomé, voi sarete forti grazie alla vostra fede, una fede già messa alla prova da tante vicissitudini nel passare dei secoli e che, grazie a Dio, siete stati capaci di preservare e che ora vi caratterizza come popolo. Voglio, in questo momento, manifestarvi il profondo rispetto e l’apprezzamento che nutro verso il bel mosaico di genti che, in questo arcipelago di São Tomé e Príncipe, convivono e crescono, fedeli al patrimonio ricevuto, ricco di storia, di tradizioni e di religiosità. Possa lo Spirito Santo compiere in mezzo a voi quella unione di Cristiani in un cuore solo e in un’anima sola (cf. At 4, 32), che caratterizza i credenti nel Signore Gesù!
3. Signor Presidente: come un fratello-pellegrino di tutta la famiglia umana, la mia visita vuole essere una espressione di profonda solidarietà e fiducia della Chiesa nel presente e nel futuro di questa giovane Nazione. Mi rallegro nel vederla determinata a vincere le grandi sfide della società di São Tomé, tra le quali risalta oggi quella di favorire, nel proprio tessuto sociale, una profonda comprensione dei diritti umani e delle corrispondenti responsabilità personali e sociali di ogni cittadino, che divenga l’anima della Nazione. Certo che questo sia il vostro momento, incoraggio tutto il popolo di São Tomé a unirsi e aiutarsi vicendevolmente nella costruzione di una società giusta e solidale, fraterna e libera, luogo di pace e di progresso integrale per tutti i cittadini.
4. Che tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà, indipendentemente dal loro credo religioso, sentano nella mia breve permanenza in mezzo a loro, un appello a promuovere la “cultura del bene comune”. La Chiesa, solidale con il popolo di São Tomé, è impegnata nel prestare la sua collaborazione specifica, in questa opera. Affido i buoni propositi di ognuno alla custodia e all’intercessione di Nostra Signora delle Grazie, Madre comune di tutti noi. Che aiuti il popolo di São Tomé e Príncipe ad essere una vera famiglia di fratelli. Con questi voti, benedico tutti di cuore.
Sia lodato Nostro Signore Gesù Cristo!
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