VIAGGIO PASTORALE IN ANGOLA, SÃO TOMÉ E PRÍNCIPE
CERIMONIA DI CONGEDO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Aeroporto Internazionale di Luanda (Angola) - Mercoledì, 10 giugno 1992
Signor Presidente della Repubblica,
Venerati fratelli nell’Episcopato,
Illustri membri del Governo e del Corpo Diplomatico,
Cari Angolani:
1. Al termine di questa Visita pastorale, sento il dovere di esprimere la mia profonda riconoscenza a tutti coloro che si sono prodigati per renderla possibile. Esprimo la mia gratitudine in primo luogo a lei, Signor Presidente della Repubblica, per la sua ossequiosa accoglienza e per il trattamento riverente che mi ha riservato; ringrazio anche i membri del Governo e tutte le altre Autorità, per le agevolazioni offerte nei diversi luoghi, che sono servite a portare avanti il programma stabilito. Desidero manifestare particolare stima e gratitudine a tutti i miei fratelli nell’Episcopato, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e alle tante persone ed entità che, con devozione e con altruismo, hanno fortemente contribuito alla concretizzazione del mio viaggio apostolico. Manifesto la mia stima anche agli uomini e alle donne della comunicazione sociale, per l’importante contributo dato alla stampa locale e straniera, alla radio e alla televisione, i quali hanno reso partecipi sia l’insieme degli angolani che gli ascoltatori d’oltre frontiera agli eventi di questa mia Visita.
2. Al caro popolo angolano che mi ha riservato una così calorosa accoglienza, vorrei esprimere i miei più sentiti ringraziamenti. Il mio pensiero si rivolge allo stesso modo a tutti i figli di questa patria amata, di qualunque origine etnica, credenza religiosa, cultura, o posizione socio-politica essi siano. Se dovessi privilegiare qualcuno, privilegerei coloro che soffrono, le famiglie che hanno problemi e ancora quanti non hanno neppure una famiglia: il Papa non dimenticherà facilmente la sofferenza di tanti angolani! A tutti loro rivolgo, in questo momento di commiato, un pensiero di solidarietà e una benedizione particolare.
3. Porto con me grandi ricordi. Essi dovranno alimentare la mia preghiera e manterranno viva, nonostante la distanza, l’amicizia consolidata in questi giorni passati col popolo angolano. Ho potuto constatare con gioia, la speranza e la decisione che vi animano nella costruzione di un Paese riconciliato e fraterno. Il popolo angolano è deciso a prendere in mano il proprio destino. Nelle diverse celebrazioni e incontri, ho potuto presentare a Dio l’omaggio di adorazione di questo popolo credente. Ho chiesto a Cristo, “Principe della Pace”, di versare su tutto il popolo angolano, dopo tanti anni di tribolazioni, i doni più fecondi di prosperità familiare e sociale. Momento importante della mia permanenza tra voi è stata l’Eucaristia di chiusura del Giubileo del quinto centenario dell’evangelizzazione dell’Angola. Per cinque secoli il Vangelo si è radicato tra voi e oggi la Chiesa si presenta come albero foglioso, ricco di frutti e capace di adempiere la missione che Gesù Cristo le ha affidato in beneficio di questa Nazione. Cari fratelli cattolici dell’Angola, voi siete una Chiesa giovane e vigorosa. Che le vostre comunità cristiane si consolidino e guardino al futuro, guidate dai vostri pastori e dall’esempio di gloriosa testimonianza cristiana, che già onora qui la storia della trasmissione della fede. Amate la vostra Patria che ha bisogno del contributo di tutti i cittadini per seguire il suo destino nazionale e collaborare efficacemente per il futuro dell’Africa e del mondo.
4. Un altro fatto di particolare rilievo è stata l’apertura dei lavori della Seconda Riunione Preparatoria in vista dell’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa. Con essa abbiamo voluto dare inizio alla nuova tappa del cammino sinodale: la pubblicazione dell’“Instrumentum laboris”, che orienterà la prossima preparazione di questo grande e promettente evento ecclesiale. Imploro la benevola protezione di Nostra Signora su tutti i figli e le figlie dell’Africa. Imploro su tutti la benedizione di Dio. Che essa permetta loro di superare con saggezza le tribolazioni cui è sottoposto il Continente e di ricevere l’appoggio solidale da parte delle Nazioni più sviluppate le quali, al tempo stesso, devono rispettare l’iniziativa, l’indipendenza a l’identità proprie di ogni Nazione! Dio conceda all’Africa di poter conservare intatta la sua ammirevole vitalità, le sue preziose tradizioni e la ricchezza spirituale dei suoi popoli.
5. Caro Popolo dell’Angola, hai davanti a te compiti enormi. Non ti fermare e non desistere nel cammino che conduce a una riconciliazione autenticamente fraterna e all’unità. Piaccia a Dio che l’amore e l’armonia siano sempre nei vostri cuori, nelle vostre case, nelle vostre piazze e istituzioni. Così potrete superare gli ostacoli della povertà e proseguire uno sviluppo del Paese che possa assicurare un futuro migliore, non solo a voi ma anche alle generazioni future.
Il Signore faccia discendere la sua benedizione su di voi!
Dio benedica il presente e il futuro di questa cara Nazione!
Arrivederci Angola! Rimani con Dio.
Durante il viaggio di rientro a Roma dal viaggio in Africa
Qualche volta ci si domanda: “Perché il Papa ritorna sempre in Africa?”. Non posso dare la risposta in questo momento, perché ci sono tanti motivi. Ma vorrei farvi una proposta. Cercate di riflettere un po’ su quello che noi abbiamo vissuto giorno dopo giorno e che si chiama: la “Messa africana” o la “Liturgia africana”. Cercate di analizzarne tutti gli elementi. Forse la parola “inculturazione” non è sufficiente per spiegare tutta la realtà e l’esperienza vissuta di questa “Liturgia africana”. Non è una domanda, è una proposta. Per me questo è uno dei motivi per ritornare là dove nascono i valori, dove si manifesta quella che è la cultura, il suo senso, si può dire, “primitivo”, il suo senso originale. Qualche volta noi occidentali, tanto basati sul progresso scientifico-tecnico, ci allontaniamo da questi significati, da questi valori “primitivi”, sì, ma fondamentali. Cercate di riflettere un po’ su questo problema. Vi ringrazio perché ancora una volta avete sopportato questa fatica di tanti giorni in Africa.
A tutti dico: “Arrivederci” e “Sia lodato Gesù Cristo”.
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