DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI COMPONENTI
DELLA DELEGAZIONE DELLA REPUBBLICA ELLENICA
PER LE CELEBRAZIONI IN ONORE DEI SANTI CIRILLO E METODIO
Giovedì, 21 maggio 1992
Signora,
Sono felice di ricevere in Vaticano la Delegazione ufficiale del governo greco guidata da Sua Eccellenza, venuta a Roma in qualità di rappresentante della Grecia in occasione delle celebrazioni in onore dei Santi Cirillo e Metodio, che si svolgono, come di consueto, nella basilica paleocristiana di San Clemente. Noi apprezziamo profondamente questa partecipazione che dà forza e significato all’omaggio reso a questi santi: nati in Grecia, a Salonicco, essi hanno portato la buona novella di Cristo al di là delle frontiere del loro paese, in particolare ai popoli slavi. Nell’Enciclica Slavorum apostoli ho voluto sottolineare il loro contributo “alla causa della riconciliazione, della amichevole convivenza, dello sviluppo umano e del rispetto dell’intrinseca dignità di ogni Nazione” (n. 1). È dunque a buon diritto che essi sono i patroni dell’Europa, di questa Europa che deve ispirarsi al loro messaggio così da rafforzare la sua anima cristiana e la sua identità spirituale e trovarvi le radici della sua unità.
La Grecia è sensibile a questo messaggio e ne dà prova con la sua presenza attiva nell’ambito della comunità europea e degli organismi di questo continente. Essa manifesta, inoltre, la sua fedeltà ai principi fondamentali che hanno ispirato le concezioni filosofiche e culturali di cui l’antica Grecia ha saputo far beneficiare i popoli, gettando le basi di una pacifica convivenza e una collaborazione reciproca. Le verità proclamate da tutti i cristiani devono dare a queste concezioni un contenuto e una dimensione più spirituale. Mi auguro che la testimonianza di fede e il messaggio dei fratelli Cirillo e Metodio siano l’anima dello sviluppo umano e sociale della Grecia e di tutto il continente.
Essi sono i santi Patroni e gli ispiratori degli sforzi ecumenici di tutte le Chiese del mondo cristiano che, superando incomprensioni e difficoltà transitorie, contribuiscono alla costruzione di una Europa radicata nella giustizia e nella solidarietà. I cattolici greci possono essere giustamente orgogliosi di essere fedeli a questi ideali e ai principi ispiratori della vita civile del loro paese.
Ringraziandola della sua visita, signora, vorrei esprimerle i miei più calorosi auguri per la prosperità e il bene spirituale e sociale del caro popolo greco. Invoco su di esso e su coloro che lo governano la ricchezza delle benedizioni divine.
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