VISITA PASTORALE AD ASTI
INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA CITTADINANZA IN PIAZZA SAN SECONDO
Asti - Sabato, 25 settembre 1993
Signor Sindaco e Signor Presidente della Provincia,
ignor Ministro ed Autorità presenti,
Venerato Pastore della Diocesi astense,
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Ringrazio Iddio che mi offre l’opportunità di rendere visita a questa vostra Città, in compagnia del mio primo collaboratore il Cardinale Angelo Sodano, figlio di questa terra. Sono grato a Lei, Signor Sindaco, a Lei, Signor Ministro, ed a Lei, Signor Presidente della Provincia, per il cordiale benvenuto che avete voluto rivolgermi a nome dell’intera popolazione. Ricambio volentieri i sentimenti manifestatimi ed esprimo a tutti il mio saluto affettuoso in questa piazza, che costituisce il cuore della Città e della diocesi di Asti.
Mi incontro oggi con una Comunità viva, che vanta una lunga storia, ricca di eventi memorabili in ambito civile, economico, artistico e culturale; una storia caratterizzata soprattutto dall’indelebile impronta cristiana.
Qui, ad Asti, si sono da sempre intrecciate la dimensione religiosa e quella civile e non venne mai meno, tra Chiesa e autorità locali, il clima di dialogo e di collaborazione, che ha resistito negli ultimi due secoli anche a difficili momenti di tensione ideologica e politica.
2. Come non augurare che tale tradizione si rafforzi e si sviluppi ulteriormente, nella prospettiva del nuovo millennio che tutti desideriamo più umano e più cristiano? All’importante appuntamento del 2000 la gente di Asti – sono certo – recherà il contributo di una fede più matura, capace di permeare la cultura, le istituzioni, in certo senso il suo stesso “temperamento”.
Quando si legge la vostra storia, si resta infatti colpiti dal “temperamento” astigiano che si caratterizza soprattutto per una spiccata tendenza alla libera iniziativa. Non a caso la vostra Città si sottrasse prima di altre, al dominio signorile di tipo feudale, favorendo lo sviluppo del libero artigianato e della libera mercatura.
È questo un aspetto del vostro carattere, che, se non cede alla tentazione di un particolarismo chiuso e diffidente, rappresenta senz’altro un significativo valore da coltivare. A voi oggi è domandata una nuova capacità di iniziativa in tutti i campi, non escluso quello economico, al fine di assicurare un futuro migliore non soltanto agli astigiani, ma anche a quanti sono venuti a vivere tra di voi, diventando parte viva e integrante della vostra medesima comunità cittadina.
Continuate in questa lodevole tradizione dell’accoglienza, propria della vostra terra! So che la Città e le campagne hanno aperto le porte a connazionali di altre regioni e anche a stranieri, in un clima di responsabile condivisione e attenta fraternità. Non è forse prova di tale vostra attitudine lo sforzo recentemente dispiegato per ospitare in modo degno numerosi fratelli albanesi, venendo incontro generosamente alle loro esigenze? Questa tradizione di tolleranza, ispirata alla cultura dell’accoglienza, grandemente vi onora. Conservatela! Possa essa costituire anche in futuro un segno distintivo della vostra popolazione.
3. Attraversiamo, oggi, momenti complessi con non poche incertezze sociali ed economiche. Pure ad Asti la crisi fa sentire il suo peso. Penso alla disoccupazione industriale, alle difficoltà crescenti nel settore agricolo ed artigianale, al fenomeno della droga e al recupero dei tossicodipendenti, ai tanti rischi a cui sono esposti i giovani, specialmente se privi di occupazione ed emarginati.
Sono problemi seri, certo. Non sono però insolubili. Siatene persuasi: è possibile costruire un futuro migliore per tutti! È possibile, specie se al senso di responsabilità morale e civile di ciascuno si unisce un solido e costante riferimento alla fede.
Occorre dunque la forza di un impegno responsabile e solidale. Trovino questa forza, in modo particolare, quanti a vari livelli sono investiti di autorità. Essi sono chiamati a rendere alla Comunità un servizio che giustamente la gente vuole ispirato ad una testimonianza di sincera dedizione e di ineccepibile trasparenza.
La risposta alla crisi di valori che segna l’odierna società è anzitutto un urgente e profondo rinnovamento delle persone, che spinga ogni coscienza retta e ben formata a cogliere ed onorare concretamente quei principi che costituiscono la trama essenziale del progetto di Dio sull’uomo e sulla società.
4. Coerenza ed onestà, apertura d’animo e disponibilità al servizio: ecco quanto è necessario per costruire una Città accogliente e rispettosa della dignità di ogni persona. Quanti, poi, assumono pubbliche responsabilità non possono non essere i primi in questo sforzo di rinnovamento morale.
Non si tratta, certo, di partire da zero. Molto di positivo già esiste; molto è stato fatto. Occorre però continuare a dare credito a tutte le forze positive, che esistono tra voi: forze vive, silenziose ma efficienti, che rappresentano i germogli promettenti della secolare tradizione cristiana della vostra terra. È importante aprire loro spazi di crescita sia mediante un’adeguata formazione culturale e spirituale, sia assicurandone il graduale inserimento nei posti di responsabilità.
Carissimi Astigiani! Gloriosa è la vostra storia: siatene fieri! L’eredità tramandata dai vostri padri costituisce uno stimolo importante per affrontare coraggiosamente le sfide dell’attuale momento storico. Nel quotidiano impegno immettete il lievito della fede e della speranza evangelica.
Mentre vi ringrazio per la calorosa accoglienza, affido la vostra Città e la vostra provincia all’intercessione del patrono San Secondo. Affido tutti voi alla Vergine Santa, la cui immagine gli antenati dipinsero sulla porta sud della Città e che oggi voi invocate col nome di “Madonna del Portone”, trasposizione confidenziale del bel titolo di “Porta Paradisi”, con cui nei secoli è stata onorata.
Dio vi benedica e la sua grazia assicuri libertà, pace, concordia e vero progresso per tutti!
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