GENETLIACO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Mercoledì, 17 maggio 1995
“Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia” (Sal 118, 1).
Al termine dell’Udienza vorrei ricollegarmi a queste parole del Salmista. Domani cade il mio 75 compleanno: sono infatti nato il 18 maggio del 1920. In un giorno così importante per ogni uomo, voglio rivolgermi con la memoria ai miei genitori scomparsi da tanto tempo. Desidero ricordare con gratitudine mio padre e mia madre, che mi hanno dato la vita. Pensando ai miei genitori voglio in modo particolare ringraziare Dio, Signore e Fonte della vita, per questo suo primo e fondamentale dono. “Deum cui omnia vivunt, venite adoremus” – canta la Chiesa. La vita è dono di Dio, un dono nel quale Dio riceve anche una particolare lode. Tutto ciò che vive, vive per Lui (cf. Gen 14, 7-9).
Allo stesso tempo, desidero ringraziare oggi per il dono della vita divina ricevuta al fonte battesimale, nella chiesa parrocchiale di Wadowice. Con il sacramento della rinascita dall’acqua nello Spirito Santo è iniziata in me questa vita nuova, soprannaturale, che è dono di Dio stesso – dono che trascende la dimensione dell’esistenza naturale. Oggi mi sento particolarmente obbligato a rendere grazie per il dono della vita terrena, ma ancor più, per il dono della vita soprannaturale, grazie al quale sono diventato figlio adottivo di Dio. “Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3, 5). In virtù del sacramento del Battesimo, questa eredità, divenuta mia, si è successivamente consolidata nel sacramento della Confermazione. Da qui scaturì anche il dono della vocazione: cristiana, sacerdotale ed episcopale. Oggi mi è dato di vivere il 75 compleanno come Vescovo di Roma: questo dono trae origine da quello del Battesimo, ricevuto all’inizio della mia vita.
Rendo grazie a Dio per essere nato e per essere stato chiamato a questa mia particolare missione. Voglio ringraziare per il dono del sacramento del sacerdozio e dell’episcopato e prego incessantemente lo Spirito Santo di aiutarmi a rimanervi fedele fino alla morte.
Rendo grazie a Dio perché la mia vita e il mio ministero sacerdotale, episcopale e petrino, cadono in un momento di svolta epocale per l’Europa, per il mondo e per la Chiesa. Come non ringraziare oggi per i vent’anni di ministero episcopale nella diletta Chiesa di Cracovia? Come non rendere grazie per il dono della partecipazione al Concilio Vaticano II, che tracciò le vie della Chiesa verso il terzo millennio cristiano? Come non ricordare oggi, con la trepidazione nel cuore, la data del 16 ottobre 1978, quando, per il tramite della chiamata del Conclave, udii quella di Cristo: “Pasci i miei agnelli!” (Gv 21, 15)?
Abbraccio col pensiero gli anni di servizio nella Sede Romana, consapevole delle mie debolezze umane e, allo stesso tempo, con un’enorme fiducia nella grandezza della Divina Misericordia. E, prima di tutto, rinnovo davanti a Cristo l’offerta della mia disponibilità a servire la Chiesa quanto a lungo egli vorrà, abbandonandomi completamente alla sua santa volontà. Lascio a Lui la decisione sul come e quando vorrà sollevarmi da questo servizio.
Non cesso di invocare l’intercessione di Maria, Madre di Cristo e nostra Madre e Regina – Colei che mi è stata guida sin dai primissimi anni della fanciullezza. È a Lei, Madre della Chiesa, che desidero affidare in modo particolare tutta la mia vita e il mio servizio alla Chiesa universale oggi e nel futuro: “Totus tuus ego sum et omnia mea tua sunt. Praebe mihi Cor tuum, Maria!”.
Nella ricorrenza del compleanno, da tutto il mondo mi giungono numerose espressioni di benevolenza e assicurazioni di preghiera. Le apprezzo molto e a tutti coloro che le hanno inviate esprimo un vivo grazie dal profondo del cuore. Desidero, allo stesso tempo, chiedere a tutti i fratelli e sorelle nella fede, e, in particolare, ai miei fratelli nel sacerdozio e nell’episcopato, come pure alle famiglie religiose maschili e femminili, di continuare a sostenere con la preghiera il mio servizio alla santa Chiesa. Ho tanto bisogno delle vostre preghiere, carissimi fratelli e sorelle, e conto tanto su di esse! In questo giorno così speciale per me, con cuore colmo di gratitudine, vi benedico tutti: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!
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