VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
NELLA CATTEDRALE DEDICATA A «MARY OUR QUEEN»
Baltimora (USA) - Domenica, 8 ottobre 1995
Caro Cardinale Keeler,
Caro Arcivescovo Borders e cari fratelli Vescovi,
Cari amici,
1. In questa Cattedrale di Mary Our Queen, durante le ultime ore della mia visita, affido gli esiti della mia presenza presso le Nazioni Unite e del mio pellegrinaggio alla Chiesa in Newark, Brooklyn, New York e Baltimore all’intercessione della Madre del Redentore. Porgo un caloroso saluto a tutti voi, in particolare al Cardinale Keeler, Pastore di questa Chiesa locale. Attraverso i rappresentanti delle centosessantadue parrocchie e delle varie organizzazioni e agenzie arcidiocesane saluto l’intera comunità cattolica. Tendo la mano in amicizia ai membri delle altre comunità cristiane e agli ospiti ebrei e musulmani oltre che ai rappresentanti delle università e dei college della zona di Baltimore e alle autorità pubbliche statali, federali e locali presenti.
2. Il Maryland occupa un posto speciale nella storia del cattolicesimo americano, e di fatto nella storia religiosa della Nazione. È stato qui che la libertà religiosa e la tolleranza civica sono state custodite nell’esperienza americana, così come in tempi recenti il Maryland ha svolto un ruolo pioneristico nel dialogo ecumenico e interreligioso.
Oggi, la tolleranza e la cooperazione religiose tra gli americani non possono essere solo un’impresa pragmatica o utilitaristica, un semplice adattamento all’esistenza della diversità. No, la fonte del vostro impegno per la libertà religiosa è di per se stessa una profonda convinzione religiosa. La tolleranza religiosa si basa sulla convinzione che Dio desidera essere adorato da persone libere: una convinzione che ci chiede di rispettare e onorare il santuario interiore della coscienza nel quale ogni persona incontra Dio. La Chiesa cattolica sostiene totalmente questa convinzione, come i Padri del Concilio Vaticano II hanno proclamato nella storica Dichiarazione sulla libertà religiosa.
La sfida che avete di fronte, cari amici, consiste nell’accrescere la consapevolezza delle persone circa l’importanza che riveste per la società la libertà religiosa e nel difendere questa libertà da coloro che vorrebbero escludere la religione dalla sfera pubblica e stabilire il secolarismo come fede ufficiale d’America. È inoltre di vitale importanza, per la stessa sopravvivenza dell’esperienza americana, trasmettere alla prossima generazione la preziosa eredità della libertà religiosa e le convinzioni sulle quali essa si fonda.
3. L’educazione cattolica ha lasciato un’impronta duratura sulla vostra comunità, dai giorni di Santa Elizabeth Ann Seton fino a oggi. Sono certo che tutti voi, Vescovi, sacerdoti e fedeli dell’Arcidiocesi di Baltimore, comprendete l’importanza di continuare, anzi, di ampliare, questa eminente tradizione dell’educazione cattolica, nelle vostre parrocchie, nelle scuole secondarie, nei vostri college e nelle università. Le scuole cattoliche, per tradizione e per dovere, hanno offerto un contributo importante alla società rivolgendo particolare attenzione ai suoi settori economicamente svantaggiati. Spero che continuiate a cercare modi per assicurare il proseguimento di questo servizio essenziale, nonostante gli oneri finanziari che comporta. L’educazione cattolica serve il futuro di tutti gli americani insegnando e comunicando quelle stesse virtù sulle quali si fonda la democrazia americana.
Altre forme di educazione cattolica sono diventate una caratteristica degna di nota della vita di questa Chiesa locale: i programmi estensivi di educazione religiosa per i bambini nelle scuole pubbliche; il vostro impegno nella catechesi per gli adulti, come nel programma “Renew”, il programma “Emmaus” e altri programmi di formazione permanente dei sacerdoti. Vi incoraggio in tutti questi sforzi e vi esorto a guardare al Catechismo della Chiesa Cattolica come a una guida sicura per conformare tali programmi alla fede una, santa, cattolica e apostolica.
4. Ai membri delle varie denominazioni cristiane qui presenti vorrei dire che, avvicinandoci al terzo millennio e al Grande Giubileo dell’anno 2000, dobbiamo cercare, con sempre maggior impegno, di sanare le ferite del passato. Incoraggio tutti a intensificare e ad estendere il dialogo ecumenico che da tanto tempo è una caratteristica di questa comunità. Dobbiamo scoprire insieme come presentarci al cospetto di Dio come un popolo in cammino sulla via dell’unità per la quale Cristo ha pregato la notte prima di dare la sua vita per la nostra salvezza (cf. Gv 17, 21).
A tutti i credenti nell’Unico Vero Dio esprimo il rispetto e la stima della Chiesa cattolica. Come ho detto presso le Nazioni Unite, il mondo deve imparare a vivere con la “diversità” se ad un secolo di coercizione deve seguire un secolo di persuasione. Vi assicuro, cari amici, che la Chiesa cattolica è impegnata lungo il cammino del dialogo nei suoi rapporti con l’Ebraismo e l’Islam, e prego affinché, attraverso questo dialogo, si possa giungere a una nuova intesa, in grado di assicurare la pace nel mondo.
Avete dimostrato in questa comunità come il dialogo e la cooperazione possano apportare dei miglioramenti nella vita civica: nell’opera che avete svolto insieme per promuovere l’insegnamento dei valori morali nelle scuole pubbliche, e per fornire abitazioni ai poveri. Che questa opera sia benedetta e possa crescere con l’approfondirsi del vostro dialogo di fede negli anni futuri.
5. Nel Vangelo Gesù presenta se stesso come colui che serve (cf. Mt 20, 28). Anche la Chiesa, che è il Corpo di Cristo, è una Chiesa serva, che accompagna l’umanità sofferente nel suo pellegrinare attraverso il tempo. L’opera del Catholic Relief Services e del Catholic Charities qui a Baltimore testimonia questo impegno di servizio. Desidero ringraziare queste organizzazioni per il loro lavoro e le incoraggio a estendere la loro azione, approfondendo la loro identità cattolica, formata dalla dottrina sociale cattolica.
Il nostro impegno a favore della dignità e del valore di tutti gli esseri umani è il motivo per cui la comunità ecclesiale crea strutture quali le mense per i poveri, fornisce riparo ai senzatetto e assistenza medica ai poveri, offre consulenza ai tossicodipendenti e agli alcolisti e aiuta la gente a partecipare maggiormente alla vita della società. Quando il Cardinale Lawrence Shehan di Baltimore difendeva pubblicamente i diritti civili degli afroamericani quasi trent’anni fa, egli esprimeva una verità morale circa l’uguale dignità di tutti gli esseri umani di fronte a Dio. La stessa convinzione guida i suoi successori e dovrebbe spingere tutti voi oggi a difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, ad assistere e tutelare i nascituri e tutti coloro che altri potrebbero ritenere “scomodi” o “indesiderabili”. Questo principio morale non è estraneo all’America, bensì si rivolge alle origini stesse di questa Nazione!
6. Cari amici: il mondo guarda all’America nella speranza di trovarvi un modello di società libera e virtuosa. Rendere questa terra di libertà una casa ospitale per tutto il suo popolo rimane sempre, e sempre più, una grande sfida. È importante per i popoli nel mondo che voi, cittadini degli Stati Uniti, riusciate a rendere la società americana una più perfetta incarnazione del suo impegno a favore della libertà e della giustizia per tutti.
Che Dio benedica tutti voi. Dio benedica l’America.
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