VISITA ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SAN MATTIA APOSTOLO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 14 marzo 1999
Al Consiglio Pastorale:
Penso che l'esempio e il modello di tutti i Consigli Pastorali nella Chiesa rimanga sempre il Concilio Vaticano II, grande «Consiglio» e «Concilio» della Chiesa universale, che poi ha aperto la strada a tutte le Chiese particolari, a tutte le diocesi, a tutte le parrocchie, a tutte le comunità, indicando loro come camminare verso il futuro. I Consigli Pastorali esistevano nella Chiesa prima del Concilio, ma avevano piuttosto un carattere amministrativo. Dopo il Concilio, i Consigli sono stati insigniti di un carattere pastorale. Tutti i Consigli sono diventati Consigli Pastorali.
La vostra parrocchia esiste da 35 anni e sono convinto che la sua esistenza e la sua continuità pastorale meriti di essere elogiata. Ma soprattutto questa esistenza, questa continuità deve tanto al Consiglio Pastorale. Certamente diverse iniziative sono anche di tipo amministrativo, ma soprattutto quelle di tipo pastorale si incentrano e trovano fondamento nel Consiglio Pastorale.
Vi ringrazio per la vostra disponibilità, per tutti i buoni consigli che i vostri predecessori e voi stessi avete dato ai Pastori della vostra parrocchia di san Mattia apostolo. Anche lui era un frutto del consiglio: del consiglio degli apostoli dopo la risurrezione e l'ascensione di Gesù. Essi erano chiamati a decidere chi dovesse succedere a Giuda: non era una buona successione, ma egli era un buon apostolo!
Grazie a tutti. Auguro a tutti una buona Quaresima, specialmente nel periodo della Passione, e poi buona Pasqua.
Ai bambini:
Certamente voi sapete parlare latino . . . Oggi è la Domenica «Laetare». Che cosa vuol dire? Vuol dire «gioire». È interessante, perché ci troviamo nel periodo penitenziale della Quaresima, quaranta giorni. Oggi è già la quarta Domenica di Quaresima ed è la Domenica detta «Laetare». Significa che dobbiamo essere già gioiosi aspettando la Pasqua. La Risurrezione è una grandissima gioia per tutti i cristiani. Vedo che con il latino siete molto forti!... Voi vi preparate alla Pasqua anche facendo catechesi qui nella chiesa, incontrandovi e aspettando quel grande giorno della Risurrezione, che giungerà fra tre settimane. La vostra parrocchia è dedicata a san Mattia. E chi era san Mattia? Era un apostolo che è stato cooptato nel collegio apostolico dopo la morte e la risurrezione di Gesù. Allora, avete anche una parrocchia «apostolica», così come tutta la Chiesa è Santa e Apostolica perché è fondata sugli apostoli. Erano dodici gli apostoli e su questi dodici è stata fondata la Chiesa. E chi è stato il primo Vescovo di Roma? San Pietro, che con gli altri undici apostoli costituisce il fondamento della Chiesa.
Voi della parrocchia di san Mattia appartenete alla Chiesa di Roma, alla diocesi di Roma, che adesso si prepara a celebrare la fine del secondo millennio con il Grande Giubileo della nascita di Gesù, avvenuta duemila anni fa. Questo anno 1999 è l'ultimo del secondo millennio. Con l'anno seguente, il 2000, entreremo già nel terzo millennio della fede, della Chiesa, del cristianesimo.
Voi siete tutti giovani. So che nella vostra assemblea parrocchiale la persona più giovane ha 16 giorni e la più anziana ha 102 anni. È nata nel 1897. Oggi siamo nel 1999: sono trascorsi 102 anni, mentre per l'altro appena 16 giorni. Così scorre la vita! E si deve viverla bene, si deve imparare come viverla dai primi giorni, dai primi anni, fino agli ultimi, per poter arrivare . . . dove? Al Paradiso! Bene! Io vi auguro di camminare bene in questa vostra vita, ancora giovane - non come quella del bambino di 16 giorni, un po' di più, ma ancora molto giovane -, per arrivare a quello che è il fine ultimo della nostra esistenza: il Regno dei Cieli.
Auguro ancora buona domenica a tutti i presenti, ai genitori, ai catechisti, alle catechiste. Molte grazie per la vostra accoglienza!
Ai giovani:
So che dobbiamo incontrarci nell'Aula Paolo VI il 25 marzo, con tutti i giovani di Roma, per prepararci alla Domenica delle Palme e poi per preparare il raduno mondiale della gioventù a Roma per l'anno prossimo. Qui abbiamo toccato i punti più importanti della pastorale dei giovani. C'è una tradizione di incontri che comincia da Roma e torna adesso di nuovo a Roma. Questa tradizione da Roma si è trasferita prima in America Latina, a Buenos Aires; poi in Spagna, a Santiago de Compostela; dopo due anni, in Polonia, a Czêstochowa; dopo due anni, negli Stati Uniti, a Denver; dopo due anni a Manila, nelle Filippine; dopo due anni, a Parigi; e di nuovo, dopo due anni, deve tornare a Roma per l'anno 2000.
C'è una grande preparazione in tutte le parrocchie di Roma, anche in tutte le diocesi dell'Italia. Una volta i giovani, cominciando questo itinerario, hanno preso la Croce e con questa Croce camminano attraverso il mondo, portano la Croce insieme con Cristo, portano la Croce di Cristo. Ho visto sabato scorso - dopo il Rosario recitato nell'Aula Paolo VI - che i giovani romani hanno preso la Croce per andare in diversi ambienti della Città. È la Missione Cittadina che passa attraverso gli ambienti. E in protagonisti, in un certo senso, sono i giovani.
Voglio lasciarvi queste indicazioni perché in esse c'è anche un contenuto di fondo. Se i giovani hanno preso la Croce sulle loro spalle e portano questa Croce in diversi ambienti della Città, della vita cittadina, questo vuol dire che sono pronti a camminare con Cristo. Vi auguro di avere questa prontezza, questa disponibilità a camminare con Cristo, non solamente in senso simbolico, ma anche in modo personale, profondo, conoscendo sempre meglio il suo Vangelo e cercando di formare la propria vita secondo i principi che Cristo ci ha lasciato nel suo Vangelo. Questo è l'augurio che vi lascio per la Quaresima e poi per la Pasqua. Buona Quaresima e buona Pasqua a voi giovani!
Al termine dell'incontro con i giovani, rispondendo al Parroco il quale gli aveva indicato alcune coppie di fidanzati impegnate nel cammino di preparazione al matrimonio, Giovanni Paolo II ha detto:
«I fidanzati hanno un posto privilegiato nella Chiesa e nel mio cuore».
Ai tantissimi fedeli che ancora lo attendevano all'esterno della chiesa al termine della visita pastorale il Papa ha rivolto questo saluto:
Grazie per questa buona, anzi, più che buona accoglienza! Un'ottima accoglienza! Auguro a tutti i parrocchiani della comunità di san Mattia apostolo una buona continuazione durante la Quaresima e poi una buona Pasqua!
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