VIAGGIO APOSTOLICO A CITTÀ DEL MESSICO
E A SAINT LOUIS (22-28 GENNAIO 1999)
CERIMONIA DI BENVENUTO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
«Lambert International Airport» (Saint Louis) - Martedì, 26 gennaio 1999
Signor Presidente,
Caro popolo di St. Louis, caro popolo degli Stati Uniti,
1. È una grande gioia per me tornare negli Stati Uniti e sperimentare ancora una volta la vostra affettuosa ospitalità.
Come sapete, mi sono recato in Messico, per celebrare la conclusione dell'Assemblea speciale per l'America del Sinodo dei Vescovi. Questo importante incontro ha avuto lo scopo di preparare la Chiesa a entrare nel nuovo millennio e di suscitare un nuovo senso di solidarietà fra i popoli del continente. Ora, sono lieto di poter portare questo messaggio nel Mid-America, sulle rive del Mississippi, nella storica città di St. Louis, accesso all'Occidente.
Le sono grato, signor Presidente, per avermi cortesemente ricevuto al mio arrivo. Parimenti, saluto il Governatore e le autorità dello Stato del Missouri, così come il Sindaco di St. Louis e gli altri funzionari della città e delle aree limitrofe. Così tante persone hanno offerto la loro generosa cooperazione in preparazione a questa visita e sono grato a tutte loro.
2. In quanto Pastore della Chiesa universale, sono particolarmente lieto di salutare la comunità cattolica dell'Arcidiocesi di St.Louis con la sua ricca eredità spirituale e le sue dinamiche tradizioni di servizio ai bisognosi. Desidero dire una particolare parola di apprezzamento all'Arcivescovo Justin Rigali, che mi è stato vicino fin dalla mia elezione al Pontificato, venti anni fa. Attendo con ansia di essere con i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e i laici di questa Chiesa locale che ha esercitato tanta influenza sulla storia del Midwest.
Ringraziandoli di cuore, saluto i Cardinali e i Vescovi. La loro presenza mi offre l'opportunità di inviare i miei migliori auguri a tutta la Provincia di St.Louis, alla sua regione ecclesiastica e a tutte le Diocesi di questo Paese. Sebbene St. Louis sia l'unico posto che sono in grado d visitare questa volta, mi sento vicino a tutti i cattolici degli Stati Uniti.
Esprimo la mia amicizia e la mia stima ai miei fratelli cristiani, alla comunità ebraica in America, alle nostre sorelle e ai nostri fratelli musulmani. Esprimo il mio rispetto cordiale ai popoli di tutte le religioni e a ogni persona di buona volontà.
3. Nella narrazione storica, il nome di St. Louis sarà per sempre legato al primo volo transatlantico e allo sforzo e al coraggio immensi da parte dell'uomo che si nascondono dietro il nome: lo «Spirito di St. Louis».
Vi state preparando al bicentenario della Louisiana Purchase del 1804 da parte del Presidente Thomas Jefferson. L'anniversario rappresenta una sfida al rinnovamento religioso e civile per tutta la comunità. Sarà un'opportunità per riaffermare lo «Spirito di St. Louis» e le verità e i valori autentici dell'esperienza americana.
Ci sono tempi di prove, prove di carattere nazionale, nella storia di ogni Paese. L'America non ne è stata immune. Uno di questi momenti difficili è strettamente collegato a St. Louis. Qui, venne discussa la celebre causa Dred Scott, in seguito alla quale la Corte Suprema degli Stati Uniti escluse un'intera classe di esseri umani, persone di discendenza africana, dalla comunità nazionale e dalla tutela della Costituzione.
Dopo indicibili sofferenze e con enormi sforzi, tale situazione si è, almeno in parte, modificata.
Oggi l'America si trova di fronte a un simile tempo di prova. Oggi esiste un conflitto fra una cultura che afferma, custodisce e celebra il dono della vita e una cultura che tenta di escludere interi gruppi di esseri umani, i nascituri, i malati allo stadio terminale, i disabili e altri considerati «inutili», dalla tutela legale. A causa della gravità delle questioni implicate, e a motivo del grande impatto che l'America ha su tutto il mondo, l'esito di questo nuovo tempo di prova avrà profonde conseguenze per il secolo la cui soglia ci accingiamo a varcare. È mia fervente preghiera che attraverso la grazia di Dio all'opera nella vita degli Americani di ogni razza, gruppo etnico, condizione economica e credo, l'America resista alla cultura della morte e scelga di stare saldamente dalla parte della vita. Scegliere la vita, come ho scritto nel Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, implica il rifiuto di qualsiasi forma di violenza: la violenza della povertà e della fame, che opprime così tanti esseri umani; la violenza del conflitto armato che non risolve, bensì incrementa, le divisioni e le tensioni; la violenza di armi particolarmente ripugnanti come le mine anti-uomo; la violenza del narcotraffico; la violenza del razzismo e la violenza del danno sconsiderato all'ambiente naturale.
Soltanto una più elevata visione morale può motivare la scelta della vita. E i valori che sono alla base di questa visione dipenderanno in grande misura dalla volontà della nazione di continuare a onorare e riverire la famiglia in quanto cellula primaria della società: la famiglia, maestra d'amore, di servizio, di comprensione e di perdono; la famiglia, generosa e aperta alle necessità degli altri; la famiglia, grande fonte di felicità umana.
4. Signor Presidente, cari amici, sono lieto di avere un'altra opportunità di ringraziare il popolo americano per le innumerevoli opere di bontà e di solidarietà umane che, fin dall'inizio, sono state parte considerevole della storia del vostro Paese. Al contempo, so che ascolterete la mia supplica affinché apriate i vostri cuori alla situazione sempre più difficile e ai bisogni urgenti delle nostre sorelle e dei nostri fratelli meno fortunati nel mondo.
Anche questo, lo spirito di compassione, sollecitudine e generosa condivisione, deve essere parte dello «Spirito di St. Louis» . Inoltre, esso deve essere lo spirito rinnovato di questa «unica nazione, sotto Dio, con libertà e giustizia per tutti». Dio vi benedica tutti! Dio benedica l'America!
© Copyright 1999 - Libreria Editrice Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana