GIOVANNI XXIII
UDIENZA GENERALE
Basilica Vaticana
Mercoledì, 18 novembre 1959
Fra i numerosi gruppi, che anche questa sera sono venuti a portarCi la testimonianza della loro fede e del loro affetto, e a rallegrarCi il cuore, desideriamo particolarmente ricordare i partecipanti al II Raduno Nazionale degli Agricoltori, indetto dalla Confederazione Generale dell'Agricoltura Italiana.
Vi ringraziamo, diletti figli e figlie, per la prova di devozione, di cui avete voluto improntare il vostro Convegno, desiderando la presente Udienza. Ci è tanto gradito vedervi qui, perchè scorgiamo in ciascuno di voi come altrettante persone care. Quando infatti Ci troviamo in mezzo a coloro che, lavorando la terra, impiegano così i talenti loro affidati da Dio, e adempiono la loro missione e vocazione, il Nostro pensiero va a quel mondo rurale, che per Noi racchiude tanti ricordi buoni ed amabili.
L'affetto che nutriamo per voi trae la sua origine da questa ragione naturale e umana; ma esso si ingrandisce e riveste sfumature di più intensa carità, quando pensiamo all'amore e all'attenzione che il Signore nutre per voi. Le pagine della Bibbia, e specialmente del Vangelo, sono profumate di sereni quadri campestri, di messi e di vendemmie, di fiori e di frutti. Tra le immagini più belle vi sono quelle offerte a Gesù dalla vita rurale, ed alcune fra le sue parabole ne hanno fissato con sublime efficacia i particolari aspetti. Che dire poi della predilezione con cui la Chiesa ha sempre seguito le buone genti della campagna, per lei sempre prodighe delle loro più belle energie, dei più gelosi tesori? Grandi Santi, eroici Sacerdoti, ferventi religiosi e innumerevoli religiose hanno trovato nella loro famiglia rurale il terreno propizio per lo sbocciare di un'alta vocazione.
Per tutte queste ragioni siamo lieti di dirvi tutta la soddisfazione, che l'odierno incontro con voi Ci ha procurata.
Diletti figli e figlie! Siate sempre degni della predilezione di Dio e della Chiesa!
Sappiamo che, con lodevole sforzo, si cerca in tutti i modi di elevare sempre di più la condizione civile e sociale degli agricoltori, e di renderne più proficuo il lavoro, in vista delle mutate condizioni dei tempi; e, a questo proposito, ogni sforzo fatto per una maggiore applicazione della giustizia e della carità va non soltanto approvato, ma incoraggiato e benedetto.
Tuttavia, mentre questo processo di miglioramento economico e sociale prosegue con passo sicuro, è necessario che ad esso non vada disgiunta una ascesa continua nella vita spirituale e religiosa. Viviamo sulla terra, ma siamo stati creati per il Cielo: o, per usare le parole così semplici e sapienti del Catechismo di S. Pio X: « Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra in paradiso ». Nessuno più di voi — che vivete a contatto con la maestosa grandezza della natura, in cui più facilmente l'animo attento avverte la presenza di Dio — nessuno, ripetiamo, meglio di voi può comprendere il significato di questa frase. Ebbene, sappiate vivere costantemente alla luce e nella forza del Vangelo, fedeli a Gesù Cristo e alla sua Chiesa: rimanete saldamente attaccati ai grandi valori dello spirito, che soli possono assicurare la vera felicità e prosperità anche alle cose umane.
Noi vi siamo vicini, partecipi dei vostri desideri e delle vostre pene, perchè, secondo l'esempio di S. Paolo, amiamo « gioire con chi gioisce, e piangere con chi piange » [1]. Noi offriamo a Dio le vostre fatiche e il vostro lavoro, affinché Egli li fecondi con ogni desiderata grazia.
In pegno delle celesti consolazioni, impartiamo a voi, ai Dirigenti della vostra Confederazione, ai vostri cari lontani, in special modo ai bambini, ai giovani, ai sofferenti, la Nostra paterna Benedizione Apostolica.
[1] Rom. 12, 15.
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