LETTERA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI XXIII
AL CARDINAL MAURILIO FOSSATI,
ARCIVESCOVO DI TORINO,
IN OCCASIONE DEL PRIMO CENTENARIO DEL TRANSITO DI S. GIUSEPPE CAFASSO
Diletto Figlio,
Ci sta sommamente a cuore che i Sacerdoti coltivino la Santità. Per tale motivo Ci è stata di grande gioia la notizia che tu, diletto Figlio Nostro, hai indetto costì solenni celebrazioni per onorare degnamente, con opportune manifestazioni, la santa vita e l'illustre memoria di S. Giuseppe Cafasso, in occasione del I Centenario della Sua santa morte, che si compie l'anno prossimo.
Egli si distinse e rifulse talmente, per pietà, operosità instancabile, e dottrina, da poter esser veramente stimato gemma splendida del clero torinese, sì che i Suoi esempi e la Sua dottrina possano ritenersi in ogni tempo incitamento efficace a santificarsi con fermissima volontà e sincera coscienza.
Non è Nostra intenzione richiamare qui minutamente tutto ciò che si dovrebbe ricordare della Sua vita. Non possiamo però omettere di indicare quali luci su aureo candelabro, alcune esimie virtù, di cui Egli fu in modo eccezionale ornato e soffuso.
Egli possedette infatti alacrità nell'operare, prudenza nel decidere, prontezza nell'eseguire, energia nel sostenere le difficoltà, e carità ardente nel dedicarsi ai doveri del sacro ministero e nell'aiutare indefessamente il prossimo. Chi ha l'animo traboccante di amore, ha infatti sempre di che donare agli altri.
Egli fu invero egregio formatore di anime sacerdotali, illuminando le intelligenze con sana dottrina e forgiando i costumi con norme di rinnovata perfezione. Fu anche ricercato consolatore tanto più soave e vigilante quanto più tormentosa era la miseria, soprattutto per i carcerati e i condannati a morte.
S. Giuseppe Cafasso, della cui morte ricorre il centenario, iniziò e incrementò con ardente zelo il Convitto Ecclesiastico che diede invero tanti fulgidi frutti a Torino e al Piemonte; tu, che per questa circostanza chiedi paterne esortazioni, provieni dal Collegio degli Oblati di S. Gaudenzio e Carlo, ricco di fama e di merito: e Noi, come membro esterno fummo aggregati alla Congregazione Sacerdotale del Sacro Cuore di Gesù, in Bergamo, che quest'anno celebra il cinquantenario della sua operosa attività.
Da tali circostanze, che la commemorazione del Santo ci invita a ricordare, nasce occasione a che sempre più fioriscano, vigoreggino e s'estendano, per Nostro impulso e sotto guida e cura dei Vescovi, tali istituti ecclesiastici; e se per provvidenziale incremento questo si realizzerà, ciò sarà di grande vantaggio alla pietà e alla dottrina dei Sacerdoti, e offrirà ai Vescovi un aiuto di inestimabile valore, di cui potranno avvalersi in modo tempestivo e immediato.
Stimiamo degne di approvazione le varie iniziative opportunamente preparate per richiamare a memoria e celebrare con degne lodi le virtù e gli esempi di S. Giuseppe Cafasso. In virtù di tali celebrazioni saranno stimolati gli animi, nei difficili tempi in cui viviamo, alla costanza, alla pazienza, alla operosità, e si contribuirà non poco ad affrettare il tempo in cui la legge e l'amore di Cristo proteggano i singoli individui e l'umana società. Ciò augurando di gran cuore, desideriamo successo grandioso ed effetti duraturi alle celebrazioni che costì terrete in onore di S. Giuseppe Cafasso, e impartiamo paternamente, in pegno dei celesti favori, l'Apostolica Benedizione a te, diletto Figlio, e a tutti quelli che promuoveranno codesti convegni e vi parteciperanno.
Roma, presso S. Pietro, il 16 dicembre 1959, secondo del Nostro Pontificato.
IOANNES PP. XXIII
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