DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
AI CARDINALI, ARCIVESCOVI E VESCOVI
PARTECIPANTI ALLA III RIUNIONE DEL
«CONSIGLIO EPISCOPALE LATINO-AMERICANO»*
Sabato, 15 novembre 1958
Ringraziamo di vero cuore la Provvidenza Divina che con amoroso disegno Ci ha riservato, come uno dei primi atti dell'universale ministero imposto alla Nostra debolezza, di ricevere alla Nostra presenza e di rivolgere la Nostra parola alla eletta rappresentanza della Gerarchia dell'America Latina, convenuta nella Città patria di tutte le genti cattoliche, per tenervi la III riunione del « Consiglio Episcopale latino-americano ».
Atto che Si era proposto di compiere l'immediato Nostro Predecessore di imm. memoria, il Quale, come autorizzò la costituzione del vostro Consiglio, così aveva disposto che, ad un triennio dalla sua approvazione, quasi a tirare le somme del primo periodo della sua attività ed a riprendere animo e forze per quelli futuri, esso si riunisse in quest'anno, in cui ricorre il centenario di fondazione del Pontificio Collegio Pio Latino Americano, nel Centro stesso della Cristianità, sotto lo sguardo e vicino al cuore dell'« Episcopus Episcoporum ».
É dato invece a Noi di fare quanto Egli avrebbe fatto; di dirvi quanto Egli senza dubbio avrebbe desiderato dirvi: come per segnare la continuità ininterrotta delle affettuosissime premure del Vicario di Cristo per le vostre Nazioni, della particolarissima sollecitudine con cui Egli segue le vostre preoccupazioni, i vostri sforzi diretti a conservare e ad accrescere in esse ciò che forma il loro più grande titolo di gloria: la Fede cristiana.
IMPORTANZA DELLA AMERICA LATINA
E DEI SUOI PROBLEMI
Affettuosissime premure, abbiamo detto; particolarissima sollecitudine. E vorremmo insistere su questi superlativi, perché essi rispondono alla realtà.
Né potrebbe essere altrimenti. Il posto, infatti, che l'America Latina ed i suoi problemi tengono nella Chiesa, non possono non occuparlo anche nel cuore di colui che, per divino mandato, della Chiesa e delle sue sorti ha la temibile, se pur dolce, responsabilità.
Come non ricordare, a questo proposito, che nelle vaste regioni del Continente americano a sud del Rio Grande vivono oggi oltre 160 milioni di cattolici — la quasi totalità delle popolazioni latino-americane —, che costituiscono poco meno di un terzo del mondo cattolico e che per la continuità geografica delle Nazioni ove abitano, per l'unità o somiglianza dell'idioma, per la comunanza di sangue, di tradizioni, di storia, sembrano davvero costituire un blocco compatto sul quale brilla — segno e fattore di più intima e profonda unità — il vessillo della Croce che sopra di esso ha da secoli inalberato la Chiesa Cattolica Apostolica Romana?
Il loro numero, sempre crescente, questa loro compattezza, unita al tradizionale amore alla religione degli avi fanno del cattolicesimo latino-americano elemento di grandissimo peso per la vita della Chiesa intera e le sue sorti future.
Non è certo a dire quale importanza abbia, a questo rispetto, che nell'America Latina, lungi dal vacillare, rifulga di sempre più vivida luce la fiaccola di fede che fin dai primordi ne illumina la storia; che questa nobile famiglia di Nazioni, la quale, con mirabile sviluppo demografico, civile, culturale ed economico, sempre più si va ingrandendo e sembra urgere alle soglie dei destini del mondo per assumervi una parte decisiva, si presenti profondamente animata da uno spirito e da propositi dettati dalla Verità che, sola, fa liberi gli uomini e grandi le Nazioni.
RESPONSABILITÀ DELL'EPISCOPATO
Vostra, Venerabili Fratelli — ed in voi intendiamo riferirci a tutto il diletto Episcopato dell'America Latina — vostra è la responsabilità di far sì che tutto questo divenga una felice realtà: di voi che lo Spirito Santo, attraverso la determinazione della Sede Apostolica, ha posto a reggere, ciascuno nella propria diocesi, la Chiesa Santa di Dio.
E permettete qui al Padre, Che sente sue le gioie come le angustie di ciascuno dei suoi figli, e che ad essi può apertamente manifestare le sue speranze e i suoi timori, di dirvi una parola chiara, che è insieme di conforto e di incitamento.
Di conforto, veramente, dev'essere per voi — come lo è per il Capo della Chiesa — considerare l'attaccamento delle vostre popolazioni alla Fede cattolica: attaccamento che né penose vicende nazionali, né insidia di dottrine e di movimenti contrari all'insegnamento o ai diritti della Chiesa, né violenza di lotte o di persecuzioni sono riuscite a indebolire.
Riempiono l'animo di santo gaudio le grandiose manifestazioni religiose che di continuo si ripetono nell'una o nell'altra parte del Continente: Congressi Eucaristici internazionali, nazionali, diocesani; Congressi e pellegrinaggi mariani: segno di quella filiale devozione alla Vergine Santissima che dell'America sembra fare la terra di Maria; solenni assise di Azione Cattolica e di altri benefici movimenti di apostolato dei laici.
E come potrebbe non rallegrarsi il Nostro cuore, ammirando il continuo sviluppo dell'organizzazione ecclesiastica nei vostri Paesi, l'apertura di nuovi Seminari e di scuole cattoliche, il fervore di iniziative nei più diversi campi dell'apostolato?
Quanto lontani dal vero appariscono — a chi consideri tutto ciò — coloro che si chiedono, trepidi o con giubilo non nascosto : « É ancora l'America Latina un continente cattolico? »!
Mancheremmo tuttavia a quel dovere di obiettiva: sincerità. che si addice al Nostro ministero pastorale, se trascurassimo l'altro aspetto della situazione, che al vostro vigile sguardo di Pastori non sfugge di certo e non può non riempire di pena e di ansia il vostro animo.
È infatti osservazione da tante parti e da voi stessi ripetuta che alla: tenacia, alla sincerità, alla vivacità della fede radicata nei popoli dell'America Latina e che in mille modi mirabilmente traluce non corrisponda sempre, come si converrebbe, la pratica della fede stessa, nella. vita privata come in quella familiare e sociale. E vien rilevata con particolare preoccupazione la insufficienza davvero notevole degli operai evangelici in rapporto alle necessità ognora più grandi delle vostre Nazioni.
Di fronte a questo stato di cose non è certo il caso di abbandonarsi ad uno scoraggiamento ingiustificato; ma non meno pericoloso, d'altra parte, sarebbe cullarsi in illusioni che intorpidiscano l'energia dell'azione.
Noi siamo sicuri che lo spirito e la vita cattolica nelle regioni dell'America Latina hanno in sé forze sufficienti per consentire le più liete speranze per l'avvenire. Affinché esse possano felicemente realizzarsi è, però, indispensabile — oltre all'aiuto della Grazia celeste, ardentemente ed insistentemente implorata — che i sacri Pastori sappiano impiegare i mezzi particolari che la particolare situazione richiede.
I MEZZI
A tale scopo sono necessarie:
1. Una chiara visione della realtà delle cose, in tutti i suoi aspetti, nei suoi progressi e nei suoi eventuali regressi; dei fini da proporsi; delle possibilità, delle difficoltà, delle vie più indicate per conseguirli. Se la prudenza pastorale sempre lo esige, tanto maggiormente si impone la necessità d'un simile studio quando si tratta di situazioni complicate e difficoltose, per le quali ogni ostacolo deve esser tenuto in conto e di ogni possibilità bisogna saper saggiamente avvalersi.
2. Un piano di azione aderente alla realtà, avveduto nei propositi, razionale nella scelta dei mezzi da impiegare.
È noto che la Chiesa — edotta dall'esperienza di secoli — preferisce lasciare ai suoi figli ed alle organizzazioni che in essa fioriscono, salve sempre le ragioni dell'Autorità gerarchica da Dio stesso stabilita e il principio della disciplina ecclesiastica, quella ragionevole libertà di movimento che, anche nella società umana, è fonte di ricchezza d'energie e d'iniziative. Ma è altresì vero che quanto più i pericoli urgono, quanto più alta ed ardua è la meta alla quale occorre tendere, tanto più necessario è stringere saldamente le fila per raggiungere il comune difficile scopo. Spetta allora a chi ha la responsabilità dell'esito dell'impresa — questa Sede Apostolica e, in unione con Essa, i Pastori delle diocesi — procurare la coesione e il coordinamento delle forze, perchè ogni spreco venga evitato e sia possibile ottenere, viribus unitis, quei risultati ché la volenterosa ma disgregata generosità dei singoli giammai riuscirebbe a conseguire.3. La coraggiosa esecuzione del piano tracciato dopo lungo studio: senza lasciarsi disarmare dalle difficoltà; senza perdersi d'animo per la lentezza della riuscita o per le parziali disillusioni; pronti a riesaminare i programmi per adattarli a mutate situazioni o correggere eventuali difetti; forti nel comando, paterni nel sostenere il coraggio delle proprie schiere; fidenti in Dio il Quale saprà, dando ai Suoi servi le forze e la sapienza necessarie, vincere le proprie battaglie.
4. Una larga e cordiale collaborazione: non solo fra coloro che, comuni avendo preoccupazioni e problemi, possono approfondirne meglio, insieme, gli aspetti e rafforzare, almeno in parte, le vicendevoli possibilità di soluzione; ma anche con quanti siano in grado e mostrino la volontà di prestare un aiuto fraterno, oggi così indispensabile per l'America Latina.
LA CONFERENZA GENERALE
DI RIO DE JANEIRO
Mosso appunto da simili considerazioni l'indimenticabile Nostro Predecessore Pio XII di v. m., del Quale riecheggiano per tanta parte. in queste Nostre parole, le ansie e le speranze, volle or sono pochi anni che l'intero Episcopato latino-americano radunasse le proprie esperienze ed energie per esaminare a fondo, nella Conferenza Generale di Rio de Janeiro, la situazione religiosa delle rispettive Nazioni, ed in modo specialissimo la questione del Clero e di coloro che al sacerdote prestano collaborazione ed aiuto nell'apostolato, studiando quindi accuratamente quali mezzi fossero da adottare per porre rimedio alla loro presente insufficienza.
IL C.E.L.AM.
Per continuare poi l'opera della Conferenza di Rio de Janeiro — che offrì magnifico esempio di cordiale collaborazione fra i Vescovi dell'intero continente, ed alla quale non mancò la partecipazione di rappresentanti dell'Episcopato di altri Paesi ad esso fraternamente legati, in particolare delle due Nazioni iberiche — e per tradurre in atto le conclusioni in essa approvate, sorse il « Consiglio Episcopale latino-americano », con lo scopo di esser « organo di contatto e di collaborazione fra le Conferenze Episcopali dell'America Latina »; proseguendo cioè lo studio di problemi che a tutte interessano ed agevolandone così l'esame più particolareggiato da parte di ciascuna di esse; dando maggiore impulso ed efficacia alle attività cattoliche nel continente, mediante un opportuno loro coordinamento; promovendo e sostenendo iniziative ed opere che, almeno in maniera indiretta, tornino di comune interesse per i popoli dell'America Latina.
Sarebbe superfluo rilevare che il Consiglio — come del resto neppure le Conferenze Episcopali — nulla toglie alla autorità ed alle responsabilità che, per la divina costituzione della Chiesa, spettano, in ciascuna diocesi, al legittimo Pastore. Esso rappresenta tuttavia, senza alcun dubbio, un mezzo di intesa e di scambievole aiuto che le speciali circostanze nell'America Latina rendono oggi particolarmente utile.
La filiale devozione, poi, dell'Episcopato latino-americano verso la Cattedra di Pietro, capo e centro dell'orbe cattolico, Ci rende sicuri che ogni Nostro desiderio, ogni Nostra indicazione troveranno sempre in esso un'eco amorevole e fedele.
PATERNI SUGGERIMENTI
Al vostro Consiglio, alle Conferenze Episcopali in esso rappresentate, agli Eccellentissimi Ordinari tutti dell'America Latina, Noi vorremmo ora dare alcuni suggerimenti che possano servire di guida e di indirizzo, per la parte che ciascuno riguarda:
1. E, in primo luogo, nell'affrontare i vostri problemi, sappiate sempre distinguere ciò che più è essenziale da ciò che lo è meno; sul primo concentrate in modo particolarissimo la vostra attenzione ed i vostri sforzi, di maniera che veramente solido ed efficiente riesca il lavoro da voi compiuto.
2. Siate lungimiranti!
In un momento che è ancora di costruzione e di conquista, sappiate porre salde le basi per un più splendido avvenire religioso dei vostri popoli; ricordando che, se pur dovrà verificarsi anche per voi che « alius est qui seminat, et alius est qui metit » (1), non sarà negata al seminatore la sua parte di letizia e di ricompensa; che anzi, egli potrà già pregustarla sin d'ora contemplando, col pensiero, biondeggianti di messi i campi che irriga del suo sudore e delle sue lacrime.3. Abbiate quell'ampiezza di visione che nella ricerca del bene comune vi faccia scorgere, non solo un dovere da compiere, ma un mezzo, fra i più efficaci, per assicurare gli interessi spirituali delle singole vostre diocesi.
Passando poi al concreto, sembra a Noi che i Vescovi dell'America Latina debbano con chiarezza e decisione proporsi un duplice programma: uno che potremmo chiamare a lungo termine, l'altro di più immediata realizzazione.
PROGRAMMA
A LUNGO TERMINE
Non è, a dir vero, che quello che abbiamo detto « programma a lungo termine » non esiga realizzazioni anch'esse immediate. Ma queste sono dirette e viste, come in funzione d'un futuro che non può esser così prossimo; della meta grandiosa la quale, anche da lontano, dà senso e valore unitario alle differenti azioni che ad essa debbono condurre.
Quale sia questa meta, è appena il caso di dirlo: un tale organico rafforzamento — cioè — delle strutture basilari della vita ecclesiastica nelle vostre Nazioni, che permetta ad essa di espandersi in tutta la sua benefica ricchezza a vantaggio dei vostri popoli, in tutti i campi ai quali la Chiesa ha il diritto e il dovere di estendere la propria opera: da quello più strettamente spirituale al settore della carità, dell'insegnamento, al retto ordinamento della vita sociale in conformità della Legge divina e dei veri interessi della collettività umana. Ciò significa — innanzitutto e fondamentalmente — raggiungere la sufficienza, anche numerica, delle forze apostoliche, in particolare dei Sacerdoti.
Si ripresenta così alla vostra considerazione, in tutta la sua preminente importanza, la questione che costituì già il centro delle preoccupazioni e dello studio della Conferenza di Rio de Janeiro e che continuamente ricorre quando si tratta del problema religioso dell'America Latina.
Molti sforzi generosi — Ci è caro riconoscerlo ad elogio vostro e dei vostri Predecessori nell'episcopato — sono stati compiuti per affrettarne la soluzione. Ma molto, molto più resta ancora da fare e, con l'aiuto di Dio, può esser fatto. Occorre però procedere animosamente, sapientemente, pazientemente: vedendo, per rimediarvi, quali siano le cause profonde della scarsità di vocazioni fra le vostre genti o della loro perdita; curando con le più amorevoli premure i vostri Seminari; tutelando contro ogni pericolo i vostri Sacerdoti, specialmente i più giovani, e ispirando in loro l'amore alla santità sacerdotale, vero segreto di fecondità nell'azione apostolica, il cui frutto più prezioso sarà appunto lo sbocciare di nuove vocazioni e la formazione di solide coscienze cristiane, pronte a collaborare volonterosamente all'avvento del Regno di Dio.
Consentite al Vicario di Cristo di valersi d'una circostanza così cara al suo cuore per impegnare solennemente ciascuno di voi, tutti coloro che qui rappresentate, quanti si propongono di esservi di fraterno aiuto nel vostro impegno pastorale, a questa nobilissima, fondamentale impresa.
PROGRAMMI IMMEDIATI
Mentre, tuttavia, starete in tal modo provvedendo ad un miglior futuro, sarà naturalmente indispensabile che vi preoccupiate anche di attendere, nella maniera più completa possibile, alle presenti necessità spirituali delle vostre diocesi e delle vostre Nazioni.
Occorrerà pertanto stabilire altresì programmi di interesse più immediato e che potranno talvolta presentare quasi carattere di emergenza.
Preparate anche questi con ogni cura, dando la preferenza alle iniziative più urgenti, alle opere di più vitale importanza.
Studiate come si possano utilizzare nella maniera maggiormente efficace l'azione dei vostri Sacerdoti, quella così preziosa dei Religiosi e delle Religiose, l'apporto apostolico di ausiliari laici ben preparati, senza trascurare il prezioso sussidio offerto dalla stampa e dalle altre moderne forme di diffusione del pensiero: pensiamo, ad esempio, a quanto potrebbe servire anche per la diffusione dell'insegnamento catechistico e della predicazione evangelica tra i fedeli sparsi lontani dai centri parrocchiali, per la stessa, pur ridotta, loro partecipazione a funzioni e cerimonie religiose, l'impiego appropriato di servizi radiofonici. già in talune parti soddisfacentemente sperimentati.
Dove poi l'organizzazione parrocchiale rimane ancora inadeguata, particolarmente desiderabile è il ricorso ad iniziative straordinarie atte a risvegliare le coscienze ed a ristabilire periodicamente i contatti con le fonti sacramentali della Grazia, come le grandi Missioni che già in alcuni dei vostri Paesi hanno provocato magnifiche rifioriture di fede e di vita cristiana.
Per l'attuazione di tutti questi vostri programmi siamo sicuri che voi potrete trovare largo e generoso aiuto da parte degli Ordini e delle Congregazioni religiose, come pure di Nazioni più favorite di Clero o che in qualsiasi modo possano prestarvi un'utile collaborazione. Ad essi vogliamo ripetere, con tutto il calore del Nostro cuore paterno, il pressante appello già rivolto dall'immediato Nostro Predecessore di s. m.. in favore della Chiesa nell'America Latina. Sappiano che quanto essi faranno in tal senso tornerà di particolare gradimento per Noi e che sin d'ora il Vicario di Cristo benedice i loro sforzi e chiede a Dio di largamente ricompensarli.
Lungo, e non sempre facile, è il cammino che dovrete percorrere, Venerabili Fratelli. Affrontatelo « corde magno et animo volenti »!
La vostra unione fraterna, nelle sollecitudini pastorali, nello studio e nell'azione, vi sarà d'incoraggiamento e di sostegno.
Accanto a voi, oltre all'aiuto di Dio Che nei Suoi provvidenziali disegni sembra aver riservato alle vostre regioni così alti destini e tanto nobili responsabilità, sentirete — costante e materna — la presenza di questa Sede Apostolica, la quale conta in modo particolare sull'apporto prezioso che alla causa benefica della Chiesa è in grado di dare l'America Latina.
Affinché le speranze che in essa Noi riponiamo abbiano al più presto a realizzarsi, impartiamo di cuore a voi tutti, ai degnissimi Vescovi da voi rappresentati, ai vostri Sacerdoti, ai Religiosi e alle Religiose che prestano la loro opera nel continente latino-americano, ai vostri fedeli. specialmente a quelli che militano nelle schiere dell'apostolato dei laici, la Nostra particolare Apostolica. Benedizione.
* AAS. vol. L, 1958, pp. 997-1005.
(1) Io. 4, 37.
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