DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
AI CARABINIERI
APPARTENENTI ALLA SCUOLA UFFICIALI
DELLE LEGIONI ROMA, LAZIO E ALLIEVI
Lunedì 23 marzo 1959
Vi diamo il Nostro paterno benvenuto, diletti figli dell'Arma dei Carabinieri, che, accompagnati dai vostri Superiori militari ed ecclesiastici e da Rappresentanze delle amate famiglie lontane, avete desiderato di essere da Noi ricevuti.
Siamo veramente lieti di accogliervi, ed una grande soddisfazione riempie l'animo Nostro: Ci siete, infatti, tanto cari, ed amiamo dirvelo in questa occasione, la prima che Ci viene offerta dal giorno in cui il Signore Ci ha chiamati alle responsabilità di Padre Comune di tutti i fedeli.
Ci siete carissimi, figliuoli, e il Nostro pensiero vi segue con stima e anche con commozione, fin dai tempi della Nostra ormai lontana infanzia. I Nostri ricordi, infatti, — sia che risalgano alla serena quiete del paese natio, sia che si riferiscano ai vari luoghi ove si sviluppò la Nostra sacerdotale vocazione e si esercitò il ministero affidatoCi dalla Santa Chiesa — rappresentano alla Nostra mente la figura ideale del Carabiniere. Sempre, invero, abbiamo conosciuto i Carabinieri come uomini della legge, e pertanto profondamente consapevoli di quest'alta vocazione, che li rende rappresentanti e custodi della legge; li abbiamo apprezzati come uomini veramente rispettosi, sempre pronti al sacrificio, devoti alla patria terrena e capaci di imporsi le più grandi privazioni pur di proteggere e soccorrere le popolazioni per le quali sono sempre stati il simbolo dell'ordine, della sicurezza, della tranquillità, anche della difesa da ogni minaccia e perturbazione.
Ma ciò che sempre li ha resi altamente degni della Nostra ammirazione è stato il conoscerli come anime oneste, e soprattutto religiose : e come non potrebbero essere intimamente retti e coscienziosi i tutori della legge, e come non potrebbero profondamente rispettare, amare, servire Iddio coloro che rappresentano la giustizia, l'ordine, la pace, di cui solo Dio è supremo garante e rimuneratore?
Per questo siamo lieti di accogliervi qui, diletti figli, col più grande affetto.
La storia della vostra Arma, gloriosa e silenziosa, — la Benemerita e la Fedelissima, come amabilmente l'ha tratteggiata il vostro solerte Cappellano Capo — è lunga ed onusta di meriti, davanti agli uomini e davanti a Dio: è una storia intessuta di atti eroici, fino alla perdita della vita nel compimento del dovere, come attestano i vostri annali, monumento prezioso che rimane a vostro onore e ad edificazione della società italiana.
Con voi, pertanto, riceviamo ed abbracciamo tutti i vostri fratelli d'arme, i quali, depositari di sì illustre ed eroica eredità, vegliano in tutta Italia a tutela del pubblico ordine, nelle grandi metropoli come nei borghi sperduti dei monti e delle campagne. Dite loro che il Papa li ama con affetto paterno; li stima per il loro arduo dovere, eseguito con una disciplina sempre esemplare; li apprezza perchè sa che essi, oculatamente scelti e provati, provengono da famiglie sane, buone, laboriose, rispettose di Dio e della sua legge, cioè da quelle care famiglie italiane, che tanto spesso nascondono tesori di vera virtù, a Dio solo noti.
A voi, e a tutti i vostri fratelli d'arme, va dunque, col Nostro plauso, anche l'incoraggiamento paterno: continuate, diletti figli, nella via che avete scelta, con quell'impegno, con quell'amore, con quello spirito di sacrificio che sempre vi ha distinti. La vostra fedeltà, che è un simbolo prezioso della vostra Arma, sia modellata costantemente sugli esempi perfetti e silenziosi della Madonna, che voi onorate col titolo di « Virgo Fidelis », costituita vostra principale celeste Patrona per volontà del Nostro Predecessore Pio XII di v. m. La sua festa, a voi cara, ha pure per Noi un particolare profumo di soavi ricordi, perchè in quel giorno il popolo Veneziano con Noi si recava alla Basilica della Salute, per sciogliere annualmente il suo voto.
Che l'immagine della Madonna santa, che si offre a Dio conscia dei suoi doveri e fedele fin nelle piccole cose, sia sempre davanti ai vostri occhi. « Respice stellam, voca Mariam! » quando il vostro dovere diventa particolarmente duro e affannoso, quando le voci dello scoraggiamento, del dubbio, della tentazione cercano di sopraffare la voce di Dio, quando il mare procelloso delle passioni e del disordine si gonfia ed infuria, guardate la stella, invocate Maria! Essa, qual Madre tenera, vi sarà accanto per sostenervi, consolarvi, guidarvi; col suo aiuto la vostra fedeltà sarà sempre più pura e precisa, come sempre più ricco sarà il vostro merito, non soltanto davanti alla società ma davanti al Signore, a cui nulla sfugge di quanto è fatto per amor suo.
A Lui eleviamo, pertanto, una fervida preghiera affinché per la intercessione della sua Madre santissima, vi conceda tutto quanto il vostro cuore desidera, per voi, per la vostra vita umile e piena di sacrifici, per le vostre famiglie lontane.
Avete fatto la Santa Pasqua, cari figliuoli, come Ci è stato testé riferito: e allora siate sicuri, il Signore è con voi, sarà sempre con voi, con la gioia e la pace della sua Risurrezione.
Con questi voti, che sgorgano dal Nostro cuore, vi lasciamo, diletti figli; ed a conferma della Nostra benevolenza, siamo lieti di impartire al vostro Comandante Generale, ai Comandanti di Corpo, agli Ufficiali subalterni, ai Sottufficiali, a tutti i Carabinieri d'Italia, ai giovani Allievi, unitamente alle persone a voi care per i legami di famiglia e di amicizia, la Nostra Apostolica Benedizione.
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