SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI
DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
A CONCLUSIONE DELLA
PROCESSIONE EUCARISTICA DI ROMA
SVOLTASI DALL'ARA COELI AL COLOSSEO
Arco di Costantino
Giovedì, 28 maggio 1959
Dilettissimi figli di Roma!
Nobiscum Deus. Lo spettacolo che i Nostri occhi contemplano, e che è esultanza dei nostri cuori dopo la grande processione e benedizione Eucaristica, segna il punto più armonioso e vibrante della nostra vita religiosa e sociale.
Nella luce e nella grazia che ci educarono cristiani e cattolici questa è la frase più espressiva, che determina e consacra la unione intima tra Dio e l'uomo, tra il cielo e la terra: Nobiscum Deus. Dio è con noi. Signore dell'universo, egli ha diffuso il suo spirito su tutto il creato, e ne ha fatto balzare come capolavoro l'uomo configurato alla immagine del suo volto divino.
Grande cosa, diletti figli, il volto di Dio impresso sopra tutto il creato: reso splendente nelle sembianze umane: Signore, Principio, Verbo, il Verbo Divino preso di amore per l'uomo, così da voler abitare in sua compagnia sulla terra: come fratello con i fratelli: Verbum caro factum est, et habitavit in nobis.
E poiché questa natura nostra umana era ferita ed umiliata, ecco che egli la redime a prezzo del sangue suo: la penetra dei meriti del suo sacrificio, ai quali perciò stesso la associa, pur rispettando la libertà di ciascun uomo di accettarne o di rifiutarne il beneficio e l'onore.
Ma il colmo del nobiscum Deus è questo Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, di cui tutta risuona la odierna solennità, che qui ci aduna; ed aduna spiritualmente con noi tutti i cattolici del mondo intero.
Nel Corpus Domini non solo v'è un richiamo al Figlio di Dio come creatore, redentore e fratello nostro; ma è richiamo a Gesù per la virtù del grande mistero Eucaristico divenuto il nutrimento spirituale più prezioso della vita umana.
Oh! canta, canta, grande dottore e vate nostro Tommaso d'Aquino: Ecce panis Angelorum factus cibus viatorum: vere panis filiorum. Sì, questo il pane degli Angeli divenuto cibo dei viandanti, esso è il pane dei figlioli.
Magnifica in realtà è la ricchezza dei templi dedicati in tutto il mondo alla gloria del Signore. Specialmente imponente il culto Eucaristico penetrante di tanta dolcezza i cuori, ma ciò che più conta a servizio della buona comunità cristiana, e come a termometro di vero fervore spirituale, è l'amore a Gesù nel suo Sacramento, la familiarità con il Tabernacolo, la graziosa compagnia preparata a consolarne la solitudine misteriosa e benedicente.
Osservando le manifestazioni innocenti ed accurate che si offrono agli occhi qua e là, — questa grande manifestazione di oggi particolarmente — è piacevole constatare piuttosto un aumento di fervore intorno al culto Eucaristico, alla sua intensificazione, specialmente negli istituti di educazione e di addestramento all'apostolato religioso.
Grande motivo di edificazione è questo, nel ricordo delle sollecitudini pastorali del Santo Padre Pio X, il passaggio recente della cui Salma nelle regioni delle Terre Venete si risolse in un felice trasalimento di memorie sante e incoraggianti.
Il Nostro spirito inteso piuttosto a cercare motivi di incoraggiamento, che ad esagerare quelli di sconforto, non cessa di ringraziare il Signore perchè continua a dare segni non dubbi di protezione celeste su tutta la Chiesa.
In questo confluire della folla devota e pia in atto di omaggio al Corpus Domini, come non pensare che una processione Eucaristica è un compendio della storia della Chiesa, che amiamo ammirare sempre come in pellegrinaggio attraverso i secoli? Un pellegrinaggio in vero non è sempre un trionfo, come se per aver superato tanti nemici nel passato la Chiesa si senta vittoriosa dei nemici presenti. Anche dei nemici presenti essa ha la sicurezza di divenire vittoriosa, ma affida tutto all'aiuto immanchevole del suo Fondatore e continua il suo pacifico combattimento e santifica le sue sofferenze.
Questa processione Eucaristica, dall'Aracoeli al Colosseo, richiama il primo gesto di un Papa recante il Santissimo Sacramento in processione nella festa del Corpus Domini. E fu Papa Nicola V — Tommaso Parentucelli — che nel primo anno del suo Pontificato, giusto 1'8 giugno del 1447, introdusse questo uso, recando, lui stesso, a piedi, il Santo Ostensorio con le sue mani, accompagnato dai Cardinali, Arcivescovi e Vescovi e da tutto il clero Romano lungo il tratto da S. Pietro fino alla porta di Castello, che era una delle sette porte chiuse di Roma.
Grande Papa questo Nicola V che aprì il varco al Rinascimento cristiano in Italia, moderando e correggendo le pericolose e dannose deviazioni del Rinascimento pagano. L'anno dopo richiamò la celebrazione del Corpus Domini al Laterano con una successione varia di riti e di onoranze al Ss.mo Sacramento di cui è cosparsa la storia di cinque secoli del Pontificato Romano che corse da lui: dal 1448 all'epoca attuale.
Dilettissimi figli di Roma! Le memorie del passato destano le fervorose emulazioni del presente. Siamo tutti e sempre in cammino. Lungo la via la buona Provvidenza del Signore prepara a chi procede, con fede e con umiltà, alla ricerca del Regno di Cristo, le sue benedizioni preziose, sovente inattese. Abbiamo fede nel Cristo.
Questa commovente cerimonia che tenne in esaltazione i nostri cuori e che reca il suggello della grande benedizione di Cristo in Sacramento, prende termine presso questo maestoso arco di Costantino, che è il meglio conservato degli antichi monumenti di Roma.
Qui abbiamo a breve distanza i ricordi più solenni delle battaglie per la fede in Cristo, fatte di lacrime, di persecuzione, di sangue, di cui il Colosseo fu il teatro e il testimonio: e qui sotto l'Arco, che è tutto un poema, il trionfo della Croce, assicurato alla civiltà cristiana, che dal secolo IV prese deciso avviamento e ardimento per l'affermazione della verità e della libertà di Cristo e della Chiesa sua nel mondo.
O Gesù benedetto, adorato, santo! Accogli dal trono della tua Eucaristica dimora, dal mistero del tuo grande Sacramento, l'omaggio dei figli di Roma, l'omaggio di tutti i figli della Chiesa cattolica. Benedici a questa città, a tutti gli ordini che la compongono nel triplice orizzonte religioso, civico, sociale: come tu la volesti nelle tue provvidenziali disposizioni.
Ecco. Secondo le parole del Salmo 19: Noi tutti ci allietiamo in te. Mantieni in tutti noi il triplice dono della unità, della libertà e della pace: mantienilo alla felicità ed alla prosperità del mondo intero. A te, Gesù Eucaristico, noi leviamo ancora e sempre i nostri cuori, le nostre braccia, le nostre bandiere. Sii dunque sempre luce, soavità e benedizione per tutti. La tua Madre benedetta, che ci lasciasti come Madre nostra, a noi si unisce nella invocazione e nel canto.
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