DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
A VARI GRUPPI DI LAVORATORI,
IMPIEGATI E DIRIGENTI
PROVENIENTI DA DIVERSE
REGIONI D'ITALIA
Domenica, 31 maggio 1959
La vostra presenza attorno a Noi offre una occasione di particolare compiacenza al Nostro cuore, che è sempre aperto ad accogliere il saluto affettuoso dei figli. Essa infatti non soltanto Ci manifesta in modo eloquente la vostra fede, che vi ha spinti a venire a ricevere la Benedizione del Vicario di Cristo; ma suscita al tempo stesso echi mai sopiti nella Nostra memoria, ricordi amabili della Nostra vita, di cui amiamo vedere in ogni fatto, in ogni avvenimento, anche il più remoto, una luce di commoventi coincidenze, volute dal Signore a Nostro conforto.
LA « FIAT » IN ROMA
1. Ecco dunque davanti a Noi anzitutto il pellegrinaggio della Filiale di Roma della Fiat: Fabbrica Italiana Automobili di Torino, che Ci porta il saluto affettuoso e quasi il battito del cuore della grande famiglia di dirigenti e di operai di quella industria rinomata in tutto il mondo. Ebbene, o cari figlioli, nel vedervi qui il Nostro pensiero vola con una sfumatura di gioia, e anche — lasciatecelo dire — di nostalgia verso Lourdes, alla dimora privilegiata di Maria Santissima: là, nei giorni d'incanto spirituale che accompagnarono la consacrazione da Noi compiuta della Basilica sotterranea di S. Pio X, C'incontrammo col numeroso pellegrinaggio della Fiat di Torino, ed avemmo occasione di esprimere pubblicamente la Nostra stima per l'esempio dato allora, come già in precedenza, dalla pietà, dalla compattezza, dal fervore di quegli operai tra i quali c'era forse qualcuno anche di Roma in visita a Lourdes.
Questo ricordo Ci offre lo spunto per dirvi ancora una volta la Nostra grande soddisfazione per tale pubblico attestato di amore alla Vergine Santa, dato senza timori e senza rispetto umano: preziosa testimonianza di apostolato, perchè trascinò sulla vostra scia, sulle strade luminose irradiate dalla Vergine di Lourdes, tanti e tanti altri gruppi di operai, che ne ritornarono trasfigurati e trasformati. Voi, Romani, fatelo sapere ai vostri fratelli di Torino, che il Papa li ha sempre presenti; li rivede in voi, e li saluta.
LA « RIV » DI TORINO
2. Ecco poi il numeroso gruppo della « Rìv » di Torino, la Ditta che prende nome da un modesto e geniale artigiano di Villar Perosa, Roberto Incerti. La vostra presenza solleva nel Nostro animo una folla di pensieri altrettanto graditi. Avemmo infatti già occasione di incontrarCi coi vostri colleghi di lavoro alcuni anni fa, in quella Venezia che tanto abbiamo amata, e continuiamo ad amare: li accogliemmo in S. Marco, nella Basilica d'oro, tripudio d'arte e di pietà, tempio di sante memorie legate insieme da un'unica corrente di grandezza spirituale, dalle spoglie dell'Evangelista Marco ai ricordi di S. Pío X, tuttora profumati come da una invisibile sua presenza in mezzo ai figli.
E Ci sovviene come, in quel giorno, essi vollero farCi dono di un orologio, che Noi destinammo con gioia paterna ad un Nostro caro e prezioso collaboratore nella Nunziatura Apostolica di Parigi, senza pensare — e non lo potevamo, e neppure lui avrebbe immaginato — che quell'orologio gli avrebbe scandito col Nostro ricordo, gli ultimi giorni della sua breve vita terrena.
Esprimemmo allora ai vostri amici la Nostra soddisfazione per il pensiero avuto verso il Pastore della città che li ospitava; e li incoraggiammo a proseguire, con carità e con fedele senso del dovere nel loro lavoro al servizio della società, lavoro fatto di precisione, di pazienza, di sacrificio. Questi ricordi Ci inducono ora a ripetervi le stesse esortazioni, che sono dettate dal vivo affetto che abbiamo per le vostre anime, e anche per la vostra umana prosperità.
L'« EVEREST »
E GLI ALTRI OPERAI DI CREMA
3. Ecco infine il gruppo della « Everest » di Crema, anche esso messaggero di devoto omaggio da parte di tutti i componenti la grande fabbrica costruttrice di macchine per scrivere. La vostra attenta assemblea Ci ricorda amabilmente fatti e luoghi a Noi cari, fin dal tempo delle primizie del Nostro sacerdozio: a cominciare da quel Santuario di Santa Croce, in Crema, monumento insigne di pietà e di arte religiosa, al quale abbiamo ora voluto dare un attestato tutto speciale della Nostra benevolenza, elevandolo alla dignità di Basilica Minore.
E come non ricordare, o Cremaschi, la vostra Cattedrale, che parve decrepita, e fu richiamata per lo zelo di due venerabili Vescovi, Monsignor Piazzi e Monsignor Cambiaghi, e per lo slancio fervoroso di un popolo ad una giovinezza incantevole?
Ripensiamo inoltre con particolare tenerezza al Santuario Mariano di Caravaggio, non molto lontano dalla vostra terra, essa pure sotto il raggio benefico della protezione e dell'incanto della Santa Vergine.
Quante volte quel Santuario fu meta delle Nostre visite devote: e sempre fummo edificati dalla pietà dei sacerdoti e dei fedeli, dal loro fervore, dal loro entusiasmo.
Vedete, diletti figli, a quante cose Ci riconduce la vostra gradita presenza davanti a Noi: la maggior parte di esse dolcemente si collega con la soave figura della Vergine Maria, che oggi tutta la Chiesa saluta ed esalta nella luminosa prerogativa di Regina del Cielo e della terra.
A Lei, potente Signora e Madre amatissima, affidiamo la Nostra preghiera per ciascuno di voi: a Lei raccomandiamo le vostre persone e le vostre città, il vostro lavoro, le vostre famiglie, in special modo i vostri bambini e i vostri anziani.
Anch'essa, Maria, la gran Madre e Regina universale, ha lavorato e sofferto in questa vita, ma sempre in silenzio, nel sacrificio, nell'adempimento lieto e generoso della volontà di Dio: ed il Signore la ha esaltata: ha fatto per Lei cose grandi: fecit magna: l'ha incoronata Regina su tutti i cori degli Angeli: super choros Angelorum ad coelestia regna.
Quale invito è questo a fare ciascuno della propria esistenza un atto di amore: perchè non conta nella vita fare cose grandi o piccole, vistose o insignificanti, ma soltanto conta l'amore con cui esse si effettuano, cercando la volontà di Dio anche nella sofferenza e nella prova.
Con questi voti vi lasciamo, diletti figli, per passare ad altri, che pure Ci attendono con filiale entusiasmo: e nel confidare i Nostri voti alla intercessione di Maria, li vogliamo confermare con la Benedizione Apostolica, che di cuore impartiamo a voi, ai vostri dirigenti, alle vostre famiglie, ai colleghi lontani, affinché il Signore tutti e sempre riempia della grazia sua. Amen.
Successivamente il Santo Padre si porta alla Basilica Vaticana, ove sono riunite molte altre migliaia di lavoratori e di pellegrini.
Tra quanti sono oggi venuti a ricevere la Nostra Benedizione — ai quali rivolgiamo il più affettuoso saluto — suscitano particolare compiacimento nel Nostro animo, senza nulla togliere alla tenerezza che nutriamo per tutti i Nostri figli, alcuni dei quasi cinquanta Gruppi qui presenti, di cui abbiamo udito con viva gioia la enumerazione, sottolineata più volte da espressioni di consenso così vibrante, che diviene incoraggiamento ed edificazione per tutti.
PER L'A.C.E.A. DI ROMA
I. - Ecco il Gruppo dei cinquemila Dirigenti e Maestranze, con le loro famiglie, della Azienda Comunale per la elettricità ed Acque di Roma.
Al compiersi del primo Cinquantesimo di fondazione della vostra Azienda, diletti figli, oltre alle varie manifestazioni indette per tale fausta circostanza, avete voluto che non mancasse l'omaggio al Vicario di Cristo, per attirare le divine benevolenze sull'opera, da voi quotidianamente svolta. Di questo vi ringraziamo: e vi assicuriamo che la Nostra preghiera vi segue con paterna premura.
Sappiamo infatti che il vostro lavoro è tra i più preziosi, per l'utilità di una grande città. Noi stessi, come tutti i Nostri figli di Roma, partecipiamo ai benefici, veramente grandi, procurati dalla vostra provvida attività: e siamo lieti di cogliere la presente occasione, per manifestarvi di cuore viva soddisfazione.
Luce ed acqua! Che è quanto dire cose indispensabili alla vita. Ritornano alla mente le parole estasiate di S. Francesco d'Assisi, che chiama sorelle tutte le creature: frate Sole, sorella acqua « humile, pretiosa et casta ». Voi portate la luce nelle chiese e nelle case, negli ospedali e nelle scuole, ovunque vi siano creature che pregano, che lavorano, che soffrono; mandate l'energia misteriosa e potente, nelle abitazioni, nelle officine, nei laboratori, ad animare le macchine, le più semplici come le più gigantesche, inventate dalla mente dell'uomo per il servizio dei fratelli; essa si cambia in forza e calore, in suono ed immagine, in un'applicazione sempre varia e benefica. Voi inoltre incanalate in possenti ramificazioni sotterranee il dono dell'acqua, e lo spargete dappertutto, nelle case, nelle strade, nelle fontane garrule e maestose, a portarvi ristoro, freschezza, gioia.
Vi esortiamo pertanto a considerare sempre il vostro lavoro come un servizio, da compiersi nella più schietta ed ardente carità, secondo le parole di S. Giovanni Apostolo: « Figlioletti miei, non amiamo a parole, e con la lingua, ma con l'opera e la lealtà » [1]. Sempre pronti a donarvi per il bene degli altri, che da voi talora attendono improrogabile aiuto: generosi, sereni, pazienti, pensando che nulla va perduto di quanto si compie per amor di Dio e del prossimo.
Proseguite dunque, diletti figli, nella via intrapresa, con proposito di sempre ben fare, prendendo animo dalla considerazione dei progressi compiuti. Come il Signore ha edificato e custodito nel passato, così saprà proteggervi sempre: guardate a Lui, fonte di eterna luce, sorgente di acqua viva, per attingere l'aiuto continuo a bene operare, a bene meritare in vista della vita ventura. Camminate nella sua luce, con purità di coscienza e con fedeltà alla Chiesa.
GLI AGENTI DELLA
PROPRIETÀ IMMOBILIARE
II. - Un secondo gruppo, che accogliamo con grande affetto, è quello degli Agenti della Proprietà Immobiliare ed Amministratori di Beni.
Dopo Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Ginevra, Vienna, Wiesbaden e Madrid, voi — diletti figli — avete scelto Roma come sede del vostro Decimo Congresso Mondiale, e vi siete dati convegno stamane in questa Basilica Vaticana per ascoltare la S. Messa ed incontrarvi con Noi.
Siate i benvenuti! Trenta Nazioni rappresentate: un vasto programma di studio e di conversazioni: e su questo, che è molto eloquente, un'aura di fraternità e di letizia, che fa onore a tutti insieme ed a ciascuno in particolare.
Con voi, quasi a sottolineare la serietà del vostro impegno quotidiano e dei lavori congressuali, sono presenti parecchi studiosi, tecnici e professionisti che operano nel campo immobiliare, e dirigenti di organismi, che hanno la rappresentanza e la tutela delle categorie operanti nel complesso settore della edilizia come costruzione e abitazione.
In questa presentazione, fatta da voi stessi, c'è già tutto il programma della vostra grande organizzazione, che si impone al rispetto ed alla benevolenza di quanti sono preoccupati dello sviluppo edilizio e dei vasti problemi che esso implica, nel senso di elevare la abitazione a dignità di santuario domestico e di renderla accogliente e piacevole all'uomo, e di sempre meglio avviarla ad assolvere il compito suo, di essere cioè il presupposto sereno e bene ordinato della più grande famiglia, che è il villaggio, che è la città.
Così Dio vi assista: ed adempia i vostri nobili voti, che nel respiro vasto di Roma, dei suoi monumenti e della sua storia., trovano motivo di fervore e di nuovi entusiasmi.
ALLE POPOLAZIONI DELLA FORTE
TERRA DI MAREMMA
III. - Un cordiale « benvenuto » a voi, diletti figli, che rappresentate in modo qualificato e degno la diocesi di Grosseto, la Abbazia delle Tre Fontane in Toscana, e la forte terra di Maremma, che è oggi vibrante di lavoro e di opere, presagio felicissimo di vera prosperità, di concordia e di ordine individuale, familiare e sociale.
Ieri il vostro venerato e zelante Vescovo venne di persona in Vaticano a preannunciare il festoso arrivo del vostro gruppo di tremilacinquecento persone, quasi a disporre il suo e il Nostro animo all'incontro di stamane. Lo ringraziamo di cuore. Innanzitutto delle consolanti notizie relative a recenti manifestazioni religiose e dei doni che volle recare con le sue stesse mani episcopali. Poi Ci congratuliamo con voi per tutto ciò che Grosseto richiama alla Nostra mente di gloriose memorie del passato, di felici iniziative presenti e di buoni propositi per l'avvenire.
La bella lettera che Ci avete inviato, venerata Eccellenza Monsignor Galeazzi, Ci commosse profondamente. Godiamo con voi — che ce ne avete scritto con giovanile fervore, — per la riuscita della Missione cittadina, indetta nel cinquantenario della vostra Madonna delle Grazie: per la avvenuta consacrazione della diocesi al Cuore Immacolato di Maria e per il cinquantesimo del vostro sacerdozio.
Noi invitiamo i figli di Grosseto a nutrire sentimenti di vera letizia spirituale: ad essere perseveranti nelle buone opere, fiduciosi nell'immancabile successo riservato a quanti, nella sincera professione di vita cristiana, rendono onore con la mente, con il cuore, con la parola, con le mani adiutrici e benefiche, a Cristo ed al Vangelo suo.
GLI ADDETTI AI MAGAZZINI
« RINASCENTE-UPIM »
IV. - I millecinquecento pellegrini dei Magazzini Rinascente-Upim di Milano, Roma e Napoli esprimono la modernità, la vastità e la vivacità della organizzazione messa a servizio del pubblico per corrispondere alle sue esigenze immediate, ed anche minute.
Diletti figli e figlie, voi siete costantemente a contatto con il prossimo. Ne conoscete i pregi e i difetti, le debolezze e gli slanci di generosità. La cortesia è condizione indispensabile del vostro lavoro. Fate che essa diventi fiore di amabilità e di carità. Ne avrete buon successo davanti agli uomini, e merito agli occhi di Dio.
Le vostre giornate sono talora turbinose: dovete molto parlare, molto ascoltare, e sempre pazientare. Quando viene la sera, sul tornare a casa, sostate un poco in preghiera, affinché nel silenzio dello spirito parli il Signore alla vostra anima, e la inondi della sua luce celeste.
LE ACLI DELL'« ALFA-ROMEO »
V. - Vorremmo — se ne avessimo il tempo — riprendere la enumerazione e chiamarvi tutti per nome, diletti figli e figlie di lingua Italiana, Francese, Inglese, Tedesca e Spagnuola. Ma sul finire dobbiamo accontentarci di alcuni rapidi tocchi. A Voi del Nucleo Aziendale ACLI della Alfa-Romeo di Milano la espressione del Nostro compiacimento, e l'augurio che portiate sempre con voi, nel lavoro e nei convegni di categoria, la chiarezza, la robustezza e la letizia del messaggio sociale cristiano, e dei sentimenti di fraternità, di solidarietà e di collaborazione che da esso discendono.
LA CONFERENZA DI S. VINCENZO
PRESSO LA « EDISON »
A voi — cinquecento, ancora di Milano — della Conferenza Aziendale di S. Vincenzo de' Paoli della Società « Edison », un particolare saluto. Voi sapete che cosa poterono, e quale influenza ebbero in Francia centotrent'anni or sono, alcuni giovani dotati di intelligenza e di entusiasmo ma soprattutto generosi nella professione della fede e nell'amore a Dio ed ai fratelli. Ebbene, abbiate fiducia anche voi nella carità. Essa apre le strade della giustizia, le abbellisce, le consacra e le dilata, diremmo, sino agli estremi confini della terra.
LAVORATORI DI COMO
E DI CHIETI
Diletti figli della Società Italiana Pèrsil di Lomazzo di Como, e dilette figlie della Fabbrica Tabacchi di Chieti-Scalo: voi provenite da due punti della Penisola Italiana distanti l'uno dall'altro: siete applicati ad occupazioni diverse : ma avete lo stesso spirito generoso; lo stesso slancio domestico e sociale. Il Papa lo sa: se ne compiace con voi e vi incoraggia al ben fare, al ben volere sempre, con tutti.
I CANTIERI
DELL'AUTOSTRADA DEL SOLE
Siamo lieti di sapere vicino a Noi il Gruppo di quattrocento operai dei Cantieri della Autostrada del Sole. Questo nome, solenne ed augurale, ormai noto in tutto il mondo, resterà legato alla piccola storia della vita di ciascuno di voi. Voglia Iddio che questa ardimentosa e nobile fatica segni il congiungimento felice dei punti più lontani della Penisola Italiana, e resti simbolo di laboriosità, di pacifica intesa, di civiltà e di pace.
LA FABBRICA
« JUNGHANS » DI VENEZIA
Mentre attendiamo di vedere il simpatico rinnovarsi delle evoluzioni artistiche dei figli di Siena — ai quali dopo l'Angelus rivolgeremo, dalla Nostra Casa, una appropriata parola — riserviamo la conclusione del nostro conversare — voi ce lo concedete — ai diletti operai della Fabbrica Junghans di Venezia.
Cari figli! Abbiamo ben presente il primo incontro con voi, il 23 dicembre 1953, assistendo ad una Messa celebrata in un salone del vostro stabilimento. Gli occhi portano impressa la cara immagine dell'Isola della Giudecca con le sue belle chiese, il Redentore e Santa Eufemia, con le sue istituzioni religiose e caritative, con i suoi Cantieri e le sue fabbriche.
Portate a Venezia il Nostro saluto pieno di tenerezza, e dite a tutti che sull'esempio del Nostro grande e Santo Predecessore Pio X, Noi non dimenticheremo mai le consolazioni che Ci diedero i Veneziani, così edificanti nella pratica religiosa, così ammirabili per il buon tratto amabile e cortese.
Con questi sentimenti, che congiungono insieme intime tenerezze, soavi ricordi e speranze, tutti benediciamo di gran cuore: e ciascuno di voi, qui presente, facciamo latore presso i suoi cari della Nostra Benedizione e del Nostro incoraggiamento.
Infine, alle ore 12 dalla finestra dello studio privato Sua Santità rivolge a un cospicuo pellegrinaggio di Siena il seguente speciale Discorso:
Diletti figli di Siena!
Avete offerto uno spettacolo di artistica bellezza e di gentilezza nella magnifica cornice di questa Piazza S. Pietro. Godiamo con voi per questa disposizione di Provvidenza, che ben avete meritato, e per cui tornerete più lieti alla vostra antica e celeberrima città.
Migliaia di persone hanno seguito con entusiasmo le armoniose vostre evoluzioni: e Noi stessi le abbiamo contemplate con occhio sorridente.
Il ricordo della accoglienza che il 28-29 aprile 1954, per la festa di Santa Caterina, i Senesi fecero al Patriarca ed al Sindaco di Venezia, e della ospitalità così amabile che Ci offerse il Nostro venerabile fratello l'Arcivescovo Monsignor Mario Toccabelli, resta unito per sempre alla felice impressione che Ci lasciò l'incontro con la Contrada della Chiocciola.
Oh! che fervore, che vivacità in quel giorno. Siena discoperse a Noi il suo volto umano e cristiano, antico e moderno.
Noi vi recammo allora il Leone di S. Marco: che è come dire: vi recammo il simbolo del Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, per cui Siena fu grande nella storia e nell'arte: per cui tutte le città e le nazioni del mondo conobbero lo splendore della civiltà di Cristo, che è ordine, giustizia, amore.
Così Noi vi accogliemmo poi a Venezia il 5 settembre 1955: e così, una volta ancora, traducemmo il senso in apparenza re 363 condito, ma evidente, di tutte le vostre tradizioni, in termini di affettuoso richiamo a ciò che più vale nella vita presente, ed in riferimento alla vita futura.
Il vostro glorioso e storico Palio, le vostre sgargianti uniformi, le vostre fiammeggianti bandiere sono simbolo di perenne giovinezza, di robusta disciplina, di sincero amor patrio.
Diletti figli! Siate sempre incoraggiati al ben fare, e siate benedetti. Portate a Siena la espressione del Nostro paterno amore, del nostro augurio per tutti di vera prosperità, di grande letizia, di grazia divina e di consolazioni della terra e del cielo.
[1]1 Io. 3, 18
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