PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 26 gennaio 1969
Non possiamo oggi sottrarre le intenzioni della nostra preghiera domenicale dai sentimenti che il dramma della Cecoslovacchia diffonde nel mondo. Li vogliamo così tradurre questi sentimenti in lampi di luce ed in energie morali per una migliore coscienza del nostro tempo.
Ecco un sentimento di solidarietà che percorre l’opinione pubblica mondiale; ebbene dobbiamo condividere con solidarietà alta e pura la sofferenza e la speranza di un Popolo menomato nel suo onore e nella sua libertà, la sorte del quale assurge a simbolo di quella reale o possibile della nostra civiltà.
Ecco un sentimento ancora vago, ma profondo, sulle cause della presente situazione: perché essa esplode nei tragici episodi che sono davanti allo sguardo allucinato del mondo? Qualche cosa manca alla base della costruzione della città dell’uomo, e sono i principi: i principi veri ed insostituibili dell’umanesimo autentico, i principi della sapienza cristiana, senza i quali non si sostiene alla lunga l’edificio della società progredita. Noi dobbiamo riflettere bene su questo aspetto della crisi ora da tutti osservata.
E poi i sentimenti relativi agli scopi di questa crisi: «la patria, la libertà, la verità, la democrazia», è stato detto. Scopi, che nella realtà storica sembrano e sono in parte mancati, ma che nella realtà dello spirito grandeggiano fin d’ora nella certezza e nella gloria d’una incomparabile testimonianza.
Non possiamo approvare la forma tragica assunta da tale testimonianza, ma ne possiamo custodire il valore che mette al grado supremo il sacrificio di sé e dell’amore per gli altri; e possiamo consolarci in tanto impotente e diffuso smarrimento vedendo raccogliersi intorno al comune dolore gli animi della moltitudine, resa silenziosa, unanime, composta, quasi pronta a esprimere una forma novella di pacifica e fraterna convivenza. Anche questo quadro possiamo noi pure contemplare con ammirazione e speranza. Il Nostro Cardinale Vicario ha invitato il popolo romano, per questa circostanza, a pregare; Noi invitiamo ora voi tutti, vicini e lontani, sì, a pregare e pensare.
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