PAOLO VI
REGINA CAELI
Domenica 19 aprile 1970
Avete certamente anche voi avuto notizia della morte del Patriarca ortodosso di Mosca Alessio, ultranovantenne, ma fino all’ultimo cosciente e sollecito come poteva del suo grande ministero.
Lo ricordiamo anche alla vostra pietà; e rinnoviamo l’esortazione a pregare per la causa ecumenica, cioè per la ricomposizione dell’unità in una sola fede ed in una sola Chiesa universale di tutti i Cristiani, secondo il volere di Gesù Cristo, e a vantaggio di tutto il cristianesimo e della intera umanità.
La storia antica, e purtroppo anche quella recente, dice quali gravi e dolorosi ostacoli impediscano ancora la perfetta comunione delle Chiese Orientali tuttora da noi separate con la Chiesa cattolica.
Ma in questi ultimi tempi segni consolanti e promettenti di riavvicinamento si sono avvertiti. Anche per la festa di Pasqua, ad esempio, non è mancato con il compianto e venerabile Patriarca Alessio uno scambio di messaggi per celebrare con comuni voti e preghiere la solennità della risurrezione del Signore. E così con gli altri Patriarchi delle Chiese Orientali separate. Fra questi il piissimo Patriarca Atenagora, da Noi più volte incontrato e a Noi tanto caro, è particolarmente effusivo di alti e commoventi sentimenti di speranza e di amicizia.
Da parte nostra nulla trascuriamo per favorire la tanto desiderata riconciliazione, sia con i Fratelli separati delle Chiese Orientali, sia con quelli delle altre Chiese e Comunità da noi pur troppo divise. Non possiamo, né dobbiamo pensare di ristabilire un’unione sincera a scapito delle Chiese Orientali cattoliche, né mediante equivoche forme di intercomunione, che prescindano dalle esigenze della vera dottrina e che possano generare illusioni e confusioni; questo sarebbe offesa a ciò che tutti cerchiamo: l’autentica unità nella fede e nella carità.
Ma i presagi sono buoni: guardiamo con simpatia rispettosa a Taizé; attendiamo con cordiale desiderio per il prossimo maggio la visita straordinaria del Patriarca Armeno Vasken il Catholikos di Etchmiadzine.
Dobbiamo disporre sempre meglio in umiltà e carità gli animi nostri alla vera comunione cristiana con tutti i credenti in Cristo; e dobbiamo perciò pregare Maria, la Madre della Chiesa.
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