PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 18 luglio 1971
Salute, figli e fratelli! Salute amici e visitatori!
Questo minuto d'incontro festivo e di conversazione familiare avverte oggi l’incombenza degli avvenimenti della cronaca internazionale, che reclamano l’attenzione di tutti: che cosa avviene e che cosa avverrà nel mondo? Qualche cosa di grande e di nuovo si compie e si prepara, che può cambiare non poco la faccia della terra.
Avremmo anche Noi qualche cosa da dire, qualche speranza da esprimere. Ma non ora, non qui.
Senza nulla dimenticare di ciò che avviene nel mondo, ed anche nella modesta scena della vita personale di ognuno, Noi qui ricordiamo una cosa consueta, ma, a suo modo, dominante. Oggi è domenica. Non dobbiamo mai dimenticare, nel tumulto degli avvenimenti e nell’ansia delle nostre faccende, che questo è il giorno del Signore, giorno dedicato alle somme cose: il dovere primo, quello religioso, l’espressione volontaria e cosciente del nostro culto, dell’ispirazione primaria di tutto il nostro operare, cioè dell’amore dominante verso Dio e del rapporto fraterno, pacifico, premuroso verso i fratelli, la celebrazione della nostra comunità di fede e di carità, che è la Chiesa.
La nostra vita è simile ad un tessuto, risultante da due ordini di fili che si intrecciano: primo ordine è quello dell’ordito longitudinale, secondo è quello della trama trasversale; il primo segna l’ordine del nostro essere, delle nostre idee, dei nostri destini, e per noi traccia la concezione cristiana della vita, la fede, la preghiera; l’altro ordine è quello orizzontale, dato dall’avvenimento temporale, storico, concreto, sì, ma fuggitivo, subito soverchiato da altro avvenimento successivo. Insieme, questi due elementi costitutivi della nostra esistenza e della nostra esperienza compongono il disegno della nostra vita.
Affinché questo disegno abbia senso, consistenza e valore e durata oltre il tempo presente, occorre che la loro combinazione sia stretta, regolare, sapiente. Ecco perché noi dobbiamo dare importanza, ed impegno, una volta alla settimana almeno, all’ordito religioso, alla santificazione, come si dice, dei giorni festivi, dei giorni del Signore; allora anche la trama delle nostre giornate profane acquista significato e dignità, e gli avvenimenti del tempo lasciano intravedere qualche aspetto provvidenziale: Dio opera con noi e per noi.
Così vogliamo scorgere la Provvidenza nell’evoluzione storica del mondo. E così rivolgiamo un saluto a Maria, nella cui vita, più che in ogni altra, rifulse la presenza operante di Dio.
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