PAOLO VI
REGINA COELI
Domenica, 2 maggio 1971
Fratelli, Sorelle e Figli carissimi,
La Chiesa ha bisogno di Sacerdoti, di Religiosi e di Religiose, di uomini e di donne che si consacrano completamente alla gloria di Dio e di Cristo e al multiforme servizio religioso, educativo, caritativo della comunità cristiana. Ne ha bisogno anche la società moderna, ancor più che quella di ieri. Ne ha bisogno, grande bisogno questa nostra Roma cattolica, se vuole essere degna della sua missione e della sua storia. Per questo oggi si celebra la «giornata delle vocazioni».
Le vocazioni! Nulla di più personale, nulla di più libero, nulla di più impegnativo, che una vocazione, quale ora intendiamo. E nello stesso tempo quanto essa è misteriosa, se davvero è una chiamata che viene da Dio, e che si fa sentire al di dentro di un’anima!
Eppure non è indiscreto, non è assurdo che prima di quella di Dio la voce della Chiesa si faccia ascoltare sul tema delle vocazioni. La Chiesa chiama i chiamati. Primo, perché non mai come su questo tema la sua voce si fa autorevole e profetica; essa grida nel deserto: «aprite le vie del Signore», essa ripete l’invito del Signore: «vieni, seguimi». È voce che si ascolta con la mente aperta, col cuore generoso: qualche giovane forte, qualche anima pura, ascoltando questa chiamata esteriore, ascolterà quella interiore del Signore.
Secondo: la Chiesa chiama, perché ogni vocazione esige condizioni speciali e propizie per essere individuata, raccolta, educata, sorretta; occorre per ognuna una pedagogia vigilante e sapiente, che solo un ambiente favorevole, una famiglia cristiana, un’assistenza spirituale amichevole possono verificare e liberare.
Fenomeno singolare, sì, una vocazione; ma non strano, non anacronistico; esso è segno di una predilezione di Cristo, è segno d’una azione intima e potente d’una promessa di immense benedizioni divine.
Preghiamo affinché Dio passi ancora chiamando e benedicendo in mezzo alla nostra generazione; e affidiamo alla prediletta fra tutte le vocazioni umane, la Madonna, questo nostro grande e urgente problema.
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