PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 23 gennaio 1972
Voi già indovinate l’intenzione della preghiera odierna: la ricomposizione della famiglia dei cristiani, ancora tanto divisa, nell’unità della Chiesa, secondo la volontà di Cristo, suo fondatore e nostro Salvatore. Stiamo celebrando l’annuale settimana di preghiere a questo scopo. È il desiderio ecumenico che invade i nostri animi, e li riempie di grandi visioni, di grandi speranze. Non sono sogni: sono grazie che imploriamo da Dio, unico sommo Padre celeste e terrestre; imploriamo da Cristo, unico Pastore dell’umanità, imploriamo dallo Spirito Santo, unico animatore e santificatore dei credenti. E sono nostri propositi di riconciliazione e di amore, sui quali vogliamo fondare una comunione nuova, capace di risolvere le controversie antiche, gli scismi cristallizzati, le questioni di prestigio in una fratellanza sincera, compaginata da un ministero di umile servizio e di autentica potestà dispensatrice dei misteri della parola e della grazia, propri dell’economia evangelica.
E sono inizi forieri di grandi avvenimenti ecumenici, a cui guardiamo con trepidante letizia ed operante fatica. Voi li conoscete. Non è vero che la causa dell’ecumenismo segni ora un arresto. Forse quella d’un superficiale ecumenismo sentimentale, o piuttosto di un impossibile sincretismo, che tenta di sciogliere le questioni, importate da Cristo nel mondo, trascurandone le reali esigenze della vera fede e della comunione effettiva; ma non quella dell’ecumenismo fondato sullo studio sincero e sulla preghiera comune; questo, per grazia di Dio cammina e progredisce, e segna tappe consolantissime. Domani, ad esempio, noi avremo il piacere di ricevere la visita del Metropolita Melitone di Calcedonia, messaggero da parte del grande, venerando ed ottimo Patriarca ortodosso Atenagora di Costantinopoli; con questo eminente Metropolita e con il suo seguito, nel pomeriggio, insieme al Clero e al popolo fedele di Roma, pregheremo nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Oh! come sentiamo il dovere di quella conversione interiore, di cui parla il Concilio, per poter celebrare nell’ampiezza nuova della carità l’avvento dell’ecumenismo autentico: quello della cattolicità e della unità della Chiesa di Cristo.
Preghiamo oggi a questo scopo, affinché, auspice la Madonna, da lontano diventi vicino.
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