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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 6 febbraio 1972

 

Noi profittiamo di questo abituale incontro festivo per proporre alcune intenzioni alla vostra preghiera, che alla nostra si unisce. Sono suggerite queste intenzioni da fatti d’attualità.

La prima intenzione è per l’Organizzazione delle Nazioni Unite, cioè per la pace nel mondo. Noi abbiamo ricevuto ieri sera la visita del nuovo Segretario Generale di detta istituzione mondiale, a cui aderiscono ora 132 Nazioni; e abbiamo ancora una volta potuto osservare quali altissimi scopi essa si proponga, e primo fra questi quello di educare il mondo alla concordia e alla collaborazione; e poi abbiamo rilevato quali difficoltà, del resto a tutti ben note, si oppongano al conseguimento di tali scopi, e quali bisogni denunci questo grande e fragile edificio, come il bisogno della fiducia e del sostegno di tutti, affinché possa davvero prevenire e comporre i conflitti nel mondo e promuovere e difendere i diritti dell’uomo, il progresso della giustizia e della pace. I suoi fini sono in un certo senso paralleli sul piano temporale a quelli della Chiesa sul piano spirituale; anzi insieme essi dovrebbero convergere - beninteso nella piena reciproca indipendenza - verso il bene comune, civile e morale dell’umanità. Noi speriamo che così sia. È perciò questa una causa molto importante, resa attuale dagli stessi turbamenti, che la compromettono, e merita che anche noi la sosteniamo con la nostra preghiera.

Poi un’altra intenzione. Siamo tutti informati della presente dolorosa condizione d’un Paese a noi carissimo: l’Irlanda, dove oggi si svolge la marcia per i «civil rights», per i diritti civili, a Newry, nell’Irlanda del Nord. L’amore ci rende trepidanti. Vediamo con dolore colà fatti e minacce di violenza. La violenza è contro la legge di Dio, e contro il costume cristiano e civile. Noi facciamo voti che ogni forma di violenza sia evitata da ogni parte in causa, «from any side», e che si arrivi alla giustizia e alla pace per le vie della ragione e della buona volontà. Anche per questo fine oggi preghiamo!

E non avremo un ricordo nella nostra preghiera per la gente di Ancona e delle Marche tribolata e terrorizzata dall’incubo del terremoto? Che Dio liberi tutti da tanto flagello!

Infine siamo informati circa l’invito rivolto a tanta parte della nostra gente onesta e pensosa del bene morale e sociale a riflettere sulla necessità di contenere l’ondata d’immoralità, che pur troppo dilaga in tante forme licenziose, con tanto decadimento del costume pubblico e del sentimento morale, e con evidenti danni d’ogni genere alla salute e alla dignità del nostro Popolo, e alle sue tradizioni civili e cristiane. Anche voi che ci ascoltate, certamente condividete queste salutari apprensioni. Anche perché da tutti sia compresa e promossa questa causa risanatrice, oggi preghiamo.

                                                                        



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