PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 9 settembre 1973
Ieri la Chiesa ha celebrato la festa della Natività di Maria; ed è festa che oggi ancora ci parla nel cuore; anche personalmente. Come potremmo noi dimenticare che l’8 settembre, a Brescia, è giornata solenne per quel Santuario della Madonna delle Grazie, la cui chiesa maggiore, adiacente al Santuario, è appunto dedicata a questa festività?
Essa era l’occasione abituale di riunione per la nostra famiglia; e in quel pio domicilio, casa e chiesa, di culto mariano, maturò la nostra giovanile vocazione sacerdotale. E come non dovremmo noi ancora oggi ricordare che il Duomo di Milano, che fu Cattedrale del nostro ministero pastorale ambrosiano, porta scolpita in fronte la dedica, tanto lapidaria quanto eloquente, alla nascita della Madonna : «Mariae nascenti»?
Come mai tanta devozione? Perché è devozione propria della Chiesa, che proclama giornata di gaudio di tutto il mondo quella in cui nacque Maria: è nata Colei che porterà il Verbo Incarnato, Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio di Maria nel mondo; è questo il momento beato e incomparabile che prelude all’inserzione del mistero dell’Incarnazione e della Redenzione nella storia di noi uomini; è un pensiero divino che si fa piccola creatura, prescelta sorgente della nostra salvezza. Noi moderni poi, cercatori curiosi dell’origine delle cose, non possiamo privare della nostra meraviglia e della nostra esultanza la culla di Maria Bambina: è Lei la Donna benedetta fra tutte «dalla quale - come dice il Vangelo -, è nato Gesù, colui che si chiamò il Cristo» (Matth. 1, 16).
Questa è una teologia molto importante per la nostra vita vissuta. In Maria, anche in cotesta tenera infanzia, in cotesta sua condizione implicita e profetica, si esalta il « tipo », come dice S. Ambrogio e il Concilio ripete, della Chies’a, cioè dell’umanità, che da Cristo tutto riceve e a Cristo tutto dà; si presenta, in questa nostra umana sorella, la Vergine per eccellenza, la Madre privilegiata, il modello sublime, finalmente, della femminilità, tutta purezza, tutta bellezza, tutta dolcezza, tutta fortezza, tutta bontà, tutto Amore; la donna appare in Lei ricondotta alla sua ideale e spirituale perfezione, sovrabbondante di intimo gaudio e di irradiante felicità, per la nostra consolazione e per la nostra speranza.
Invochiamola con fiducia.
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana