PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 17 agosto 1975
Noi abbiamo ancora viva nel cuore l'impressione spirituale che l'altro ieri, Festa dell'Assunzione di Maria Santissima, ci ha procurata la bella e grande cerimonia celebrata a S. Pietro, in onore della Madonna, la cui immagine, venerata come «salvezza del Popolo Romano», era stata portata da Santa Maria Maggiore, in occasione dell'Anno Santo, affinché la straripante folla di Pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo, la potesse vedere e ne ricavasse conforto la loro devozione; e così tutti fossimo richiamati al senso ed alla pratica del culto mariano, inseparabile da quello unico e centrale di Cristo. Noi abbiamo rivisto il Popolo di Dio ancora assorto ed esultante nella contemplazione e nell'invocazione di Maria SS.ma, quasi per assicurarsi che Ella, già assunta in Cielo, anima e corpo, non è perciò lontana da noi, anzi è, proprio per questa sua gloria, a noi più vicina. Questo ora ripetiamo a voi. Perché più vicina? Vorremmo che diventasse popolare la conoscenza dell'apologia che di Maria ha fatto il Concilio, nel Capitolo VIII, conclusivo della fondamentale Costituzione Lumen Gentium, grande sintesi di dottrina sulla Chiesa, e quindi su Colei, che della Chiesa è «tipo esemplare», e spiritualmente Madre universale, ideale e dolcissima. Possiamo suggerire parimenti alla vostra pietà la lettura della Nostra Esortazione Apostolica circa il «Culto mariano» del 2 febbraio dello scorso anno; ne risulterebbe, noi confidiamo, un pensiero edificante di comunione ecclesiale.
Da una migliore conoscenza del posto unico, insostituibile, insopprimibile, e felicissimo, assegnato alla Madonna nell'economia religiosa della nostra salvezza, non può non sgorgare un sentimento assai provvido e consolante per tutti: la fiducia nell'intercessione di Maria Santissima, che conosce i nostri bisogni, che ascolta le nostre preghiere, che aiuta il nostro faticoso cammino verso il traguardo vittorioso della vita eterna, nunc et in hora mortis nostrae. Senza dire che ne può risultare rivendicato, fortificato, sublimato il nostro femminismo moderno: si celebra quest'anno nel mondo l'Anno della Donna, al quale anche la Chiesa, come a lei è dovuto, positivamente aderisce, volentieri auspicando un progresso della funzione della Donna nella vita professionale e sociale, ed insieme tutelando la dignità e la missione della Donna, della Donna cristiana specialmente, che il disegno di Dio le ha destinata, come Figlia soave, come Vergine pura e forte, come Sposa amorosa, come Madre soprattutto, sempre sacra e degnissima, e anche come Vedova, pia, dolorosa e operosa. Noi siamo convinti che nella concezione cristiana della Donna si debba trovare il riconoscimento dei suoi umani e civili diritti, e la difesa delle sue superlative prerogative naturali, sotto la luce orientatrice e protettrice di Colei, che, irradiante di bellezza e di santità, sovrasta materna con Cristo sopra gli umani destini, Maria. InvochiamoLa perciò, insieme, con umile, fiducioso e filiale amore !
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