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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 18 gennaio 1976

 

Fratelli e Figli carissimi!

Oggi tre cose interessano specialmente la nostra consueta preghiera festiva, e questo breve dialogo che la precede. Prima cosa: la Università Cattolica del Sacro Cuore celebra la sua prima giornata in Italia. Da oltre cinquant’anni è così; e così ancora dev’essere, per l’importanza, il significato, il bisogno, che documentano la missione di questa notissima, ma sempre sofferente istituzione. Alla sua efficienza oggi è legata in buona parte la cultura superiore, scientifica e cattolica, di questo Paese. È dovere di tutti sostenerla, con l’obolo e con la preghiera. Come già i nostri Predecessori, Pio XI specialmente, noi pure la raccomandiamo alla comprensione, alla solidarietà, alla generosità e alla pietà del Popolo italiano.

Seconda cosa. Oggi ha inizio la settimana mondiale di preghiere per l’unità dei Cristiani. Ne avrete certo anche d’altronde l’annuncio e l’apologia. Tema di superiore esigenza, l’unità vera e propria nella fede e nella carità di quanti credono in Cristo. Esigenza che Cristo stesso ha voluta, inaugurata, proclamata, ma che lungo i secoli si è incrinata, poi parzialmente infranta, nel disegno sociale e comunitario, senza tuttavia che la Chiesa apostolica e vivente perdesse questa essenziale e misteriosa prerogativa, l’unità, correlativa alla sua universalità. Ma questa stessa sopravvivenza storica e mistica della Chiesa una e cattolica deve ora esprimere, come dice il Concilio, nella conversione del cuore e nella santità di vita e con preghiere private e pubbliche il nostro ecumenismo spirituale (Cfr. Unitatis Redintegratio, 8). È una causa maggiore; bisogna pregare, intensamente pregare.

E terza cosa. La guerra civile nel Libano infierisce in modo crudele e tuttora implacabile. Che fare? Tentativi di pacificazione sono in corso; ma intanto difettano viveri e medicinali, l’assistenza ha bisogno di mezzi in misura crescente. Anche le Chiese locali si prodigano valorosamente e generosamente. Le nostre «Caritas» osano oltre le forze; il nostro Consiglio «Cor unum» sostiene come può dal centro l’opera audace e forse perfino temeraria di soccorso, senz’altro intento che di testimoniare una presenza indiscriminata d’umana e cristiana pietà, sorretto com’è dalle spontanee offerte che ad esso pervengono. Tragedia d’odio ed epifania d’amore ancora una volta s’intrecciano, nella certezza che l’amore alla fine vincerà.

Vedete, Figli carissimi, quante grandi e gravi cose ispirano la nostra domenicale orazione a Maria Santissima.

 



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