PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 14 marzo 1976
Scuola di riflessione è per chi segue la pedagogia della Chiesa questo periodo, che ci prepara alla Pasqua, cioè la Quaresima; scuola realista, che ci ricorda le nostre più gravi infermità, i nostri peccati, e che ci insegna la terapia della preghiera e della penitenza. E pare allora che si aggiunga tristezza a tristezza, perché oggi anche la vita vissuta è tutta una rassegna di grossi malanni, che tolgono alla primavera i suoi fiori e la gioia di viverla: crisi economica, crisi morale, crisi sociale, crisi internazionale s’intrecciano e si sovrappongono, e mettono in cuore a chi osserva il panorama delle cronache odierne tanta amarezza, che sa alle volte, di indignazione generale e di sfiducia per l’avvenire.
Ma ascoltiamo bene e tutta la lezione ascetica e spirituale della Chiesa, che toglie a questa stagione del calendario cristiano il pessimismo che potrebbe esserle attribuito, quasi cospirante, con quello che intossica gli animi davanti alla dolorosa e pericolosa esperienza del nostro mondo attuale. Perché la Chiesa, proprio in questo periodo di ravvedimento e penitenza, proclama davanti ai suoi figli fedeli un programma intensamente positivo. «Non lasciarti vincere dal male», ci predica la Chiesa con S. Paolo, «ma vinci con il bene il male» (Rom. 12, 26). La grande «Madre e Maestra», la Chiesa, proprio in questa stagione del tempo (del «kairos») spirituale, ci predica su tutti i toni di moltiplicare le opere buone. Il suo non è un programma negativo, ma positivo, a tutti i livelli. Tutte le cosiddette «opere di misericordia» vengono in azione, dal pane per chi ha fame, al conforto per chi ne manca. Il bene deve moltiplicare le sue energie.
Quanto più le condizioni d’ambiente sono infauste, tanto più il genio della carità deve manifestarsi pronto e fecondo nel seguace di Cristo: dal fanciullo che impara a privarsi di qualche cosa per farne dono ad un Povero, alla persona agiata che si priva di qualche suo bene per cederlo a chi ne ha bisogno, e all’economista sociale che allarga i suoi piani ai disoccupati, ai diseredati, al «Terzo Mondo», e così via. Penitenza e carità sono complementari. C’insegni la Madonna di Cana l’intelligenza dei bisogni altrui.
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